Anno sabbatico concluso

Era il 6 luglio dello scorso anno che annunciavo una pausa di riflessione fotografica, durante la quale volevo ritrovare la mia curiosità, personale prima ancora che fotografica, ed anche una maggiore sintonia verso le cose ed il mondo che mi circonda. La pausa vera e propria era iniziata in realtà già alla fine del mese di aprile 2013, dopo gli ultimi scatti fatti in val d’Ultimo, annunciata sulla mia pagina Facebook come un “semestre sabbatico” che iniziava proprio quando la Natura si apprestava al suo annuale risveglio, con tra l’altro un certo disappunto da parte dei miei abituali compagni di uscite.
Quelli che dovevano però essere sei mesi si sono protratti più del dovuto, pur non avendo mai abbandonato del tutto la fotocamera. Chi mi segue sul popolare social network avrà infatti visto qualche mio scatto nuovo, ma nessuno frutto di uscite fotografiche programmate. E così quello che doveva essere un semestre sabbatico è diventato un intero anno che però oggi posso finalmente dichiarare concluso.

In questo lungo periodo anche il mio sito è rimasto congelato; in compenso ho dedicato il mio tempo libero alla famiglia ed a me stesso, sia a livello fisico che mentale. Ho seguito una dieta (perdendo circa 12-13 kg, cosa che mi è stata molto utile), ho ripreso ad andare in bicicletta ed a guardarmi intorno con interesse. Tutte cose che mi hanno fatto molto bene.
Con la fotocamera? A volte anche…

Maschio di svasso maggiore

In questo scatto di marzo, un maschio di svasso maggiore (Podiceps cristatus) fotografato al lago di Monticolo dove ero andato per una delle classiche passeggiate domenicali con mia moglie Jenny e il mio piccolo Riccardo. Anche questo scatto, che fa parte di una serie più ampia di immagini tra il famigliare ed il naturalistico, mi ha fatto capire che era finalmente giunto il momento di riprendere le uscite fotografiche!

Nel corso del mese di aprile ne ho già  fatte un paio ed in questi mesi comunque ho ricominciato (pian piano) a sistemare vecchi scatti. Se tutto va bene spero nei prossimi giorni di riuscire ad aggiornare tutte le gallerie con una parte dell’arretrato e di inserire su queste pagine un po’ di scatti freschi freschi  🙄
A presto!

Pausa di riflessione

Quando guardo al mio passato e rifletto su cosa significasse per me fotografare riesco ancora a ricordare quella che era un’autentica passione, una passione che mi dava ad ogni scatto un’emozione e che mi portava ad osservare la Natura ed il mondo che mi circonda in modo più attento o, forse, più semplicemente con un occhio diverso. Ed è questo che ogni fotografo dovrebbe essere in grado di fare: cogliere il dettaglio, sentirsi tutt’uno con il soggetto. Non importa che si sia fotografi professionisti o semplici fotoamatori… l’importante è entrare in sintonia con ciò che si fotografa.

Ma come forse avrete capito, da diverso tempo oramai per me non è più così. L’avevo già scritto tempo fa che sentivo di essere diventato più un “cacciatore” di immagini piuttosto che il fotonaturalista cui ambisco essere. Ed è forse anche per questo che il mio hard disk da un paio d’anni a questa parte s’è sempre più riempito senza che io poi mettessi mano a quelle foto in postproduzione o che queste finissero sulle pagine di questo sito, che in passato era decisamente molto più aggiornato e (penso) coinvolgente… non solo dal punto di vista delle immagini inserite, bensì anche nei racconti delle varie uscite, piccole o impegnative che fossero. Ogni scatto, ogni immagine, rappresentava per me un miglioramento ed un’esperienza da raccontare, non un semplice trofeo da esibire nei forum o sulle pagine di Facebook.
Forum, gruppi e circoli fotografici hanno il grande pregio di essere un’ottima scuola ed uno spazio di confronto, ma comportano anche un grosso rischio: l’invidia e la conseguente frustrazione sono sempre in agguato e questo, talvolta inconsciamente, ci porta a non vedere più il mondo con i nostri occhi, bensì con gli occhi degli altri, di coloro da cui ci si aspetta che la nostra produzione fotografica venga apprezzata.

Ecco… è proprio questo l’errore! Un conto è se si è “costretti” per lavoro a realizzare ciò che il cliente chiede, ed in quel caso spesso la perfetta conoscenza della tecnica (fotografica, grafica o entrambe) riesce a far ottenere risultati di elevato livello, ma il bello di un hobby e che è qualcosa di personale, quasi intimo. Lo si può condividere con gli altri, ma non si deve mai perdere quel legame con se stessi, con quello che è il proprio io. Sono pochi quelli fortunati che riescono a coniugare entrambe le cose.
Forse è anche per questo che negli ultimi tempi sono entrato in una sorta di pausa di riflessione che mi ha portato a tenere sempre più spesso la fotocamera ferma nello zaino. Ma ora pian piano voglio uscire da questa situazione… voglio ritrovare innanzitutto il legame con il mondo che mi circonda, nonché riprendere a fotografare “a modo mio”, anche se con qualche nozione e qualche trucchetto in più rispetto al passato. E lo voglio fare da solo, in intimità con la Natura; spero che per questo gli amici di tante uscite mi perdoneranno, ma spero anche che capiscano… e che prossimamente si possa tornare a far foto assieme 😉

Vespa

Ah, dimenticavo… oggi ho fatto un primo passo in questa direzione. Penso di essere ancora abbastanza lontano dal ritrovare quel legame di cui parlo, ma come la piccola vespa che ho fotografato questa mattina in un fiore di ranuncolo, poco prima che si svegliasse per riprendere la sua attività quotidiana, così spero di risvegliare in me quella passione vera, nata prima con l’amore verso la Natura e solo in un secondo momento è sfociata nell’hobby della fotografia.

Gironzolando per le valli…

In questi ultimi giorni ho girato un pochino in auto per le valli nei dintorni: Val Venosta, Val Passiria, Val d’Ultimo e Val d’Adige seguendo in parte la Strada del Vino. Anche se lo scopo di questi viaggetti non era prettamente fotografico, ho avuto modo di osservare i vari ambienti, i vari scorci ed in alcuni casi di fermarmi a scattare qualche fotografia per un progettino fotografico iniziato lo scorso dicembre (ma ancora non anticipo nulla a riguardo).
Ed ho avuto anche un’altra conferma: che se si sta sempre fermi nel proprio “orto” si raccoglie sempre e solo la stessa “verdura”. Una metafora per sottolineare come in due giorni di seguito, spostandomi dai luoghi a cui sono abituato, ho avuto delle belle occasioni fotografiche che forse avrei potuto sfruttare di più, ma sono comunque felice di essere riuscito a cogliere l’attimo. Mercoledì ad esempio mi trovavo nella frazione di Valtina sulla strada che porta a Passo Giovo; stavo fotografando alcune capre nei pressi di un maso quando ho sentito uno strano rombo provenire dalla montagna. Lì per lì non ci ho fatto subito caso, ma quando ho alzato lo sguardo ho visto che lungo il versante della montagna opposto a dove mi trovavo stava scendendo una piccola valanga schiantandosi tra gli alberi sottostanti; quindi ho subito puntato lì il teleobiettivo ed ho scattato a raffica. Forse non una foto eccelsa tecnicamente, ma non credo capiti tutti i giorni di trovarsi ad assistere a questi fenomeni.

Valanga

Devo dire che nonostante non fosse di grossa portata, l’effetto è comunque impressionante. Sembra come un grosso fiume in piena che travolge tutto ciò che incontra sul suo cammino. In questo scatto è ben evidente l’effetto che ha la massa nevosa nell’impatto con gli alberi sottostanti!

E’ invece di ieri un altro scatto inaspettato. Non un paesaggio in questo caso, ma uno dei miei amici pennuti. In questo caso la “gita fuori porta” era in Val d’Ultimo dove ho superato Santa Valburga fino a raggiungere Santa Gertrude, l’ultimo paese della valle. Qui i prati sono ancora parzialmente innevati; tuttavia quelli più esposti al sole in questi giorni mostrano una splendida fioritura di crocus viola e bianchi. Li definirei quasi tappezzanti in alcuni tratti. Prima di girare l’auto per rientrare verso casa mi sono fermato proprio a fare qualche scatto, scegliendo di tenere montato il 300mm nella speranza di riuscire, con lo schiacciamento prospettico, a rendere meglio la densità con cui i fiori ricoprivano il terreno.
La scelta di usare il teleobiettivo è stata azzeccata. Non tanto per ciò che mi ero proposto di fare, quanto per il fatto che tra i crocus, nei prati appena concimati, alcune cesene (Turdus pilaris) razzolavano in cerca lombrichi e altri piccoli insetti. Insolitamente confidenti, nonostante fossi a piedi in mezzo al campo mi hanno lasciato fare alcuni scatti prima che le nuvole rubassero la scena al sole. Ho appena iniziato a guardarle, ma senza dubbio qualche scatto carino è uscito, come quello che inserisco qui in anteprima…

Cesena

Se le cose vanno come spero, le prossime settimane potrebbero essere piuttosto interessanti per me dal punto di vista fotografico. Ma per ora è presto per dirlo e non vorrei portarmi sfiga come in passato… Intanto questa domenica sarò invece impegnato in un piccolo reportage della celebrazione per il 145° anniversario dei Vigili del Fuoco di Merano. Appena possibile inserirò qui un piccolo reportage della giornata.

Buoni risultati dal nuovo capanno

kwik-camo

Il Kwik Camo® di Essential Photo Gear

Di recente ho acquistato su web un nuovo capanno fotografico portatile che andasse a sostituire l’Ameristep acquistato alcuni anni fa. Non che quest’ultimo avesse particolari problemi, ma cercavo qualcosa di più flessibile e trasportabile; il capanno Ameristep è comodo, spazioso ed impermeabile, ma pesa parecchio e necessita di una superficie piana per essere posizionato oltre ad essere un po’ grande e dalla forma riconoscibile. Ecco perché ho deciso di fare un tentativo con il capanno/poncho mimetico Kwik Camo® della Essential Photo Gear, appositamente studiato per l’utilizzo fotografico, che a detta di molti offre risultati eccellenti. In effetti, se si guarda la foto a lato, la resa mimetica è piuttosto buona.

Di fatto il capanno in questione è una sorta di lenzuolo (non impermeabile dunque) molto leggero ed adattabile, con aperture per l’obiettivo della fotocamera, per il flash e può essere usato anche come poncho grazie a delle aperture laterali da cui possono uscire le braccia. Inoltre sulla parte superiore, all’altezza degli occhi, è dotato di una retina (anch’essa con disegno mimetico) che permette di vedere all’esterno. L’unico neo è costituito da una certa difficoltà nel muoversi all’interno e dal fatto che i propri movimenti possono essere rilevati dagli animali, ma almeno in questo mio primo tentativo si è rivelato comunque efficace!

Era più di un mese che, tra un malato e l’altro in famiglia (maledetta influenza!), non riuscivo a prendermi il tempo per qualche scatto. Così ieri mattina, svegliatomi di buon’ora, ho deciso di imp0rovvisare un’uscita e provare il nuovo acquisto sul campo per testarne l’efficiacia. Dopo qualche difficoltà iniziale per il posizionamento, sono riuscito a piazzarmi a ridosso di un albero di acacia i cui rami offrivano una sorta di continuità al disegno Realtree del capanno.
Ben presto il laghetto del biotopo si è popolato di germani reali e cormorani e dopo poco più di un’ora di attesa, un bellissimo adulto di airone cinerino (ardea cinerea) si è posato proprio sul ramo che stavo inquadrando. Ho colto subito l’occasione e l’immagine che ne è uscita è forse il mio migliore scatto di sempre a questa specie…

Airone

Di questo scatto mi piace molto la luce radente del primo mattino, il piumaggio dell’uccello ben evidenziato (compreso il ciuffetto nero sul capo) e lo sfondo dove, sfuocato, è presente anche un cormorano che nuota placidamente sull’acqua. Purtroppo, come in altre occasioni, la mia fretta nello scattare ha reso l’esemplare sospettoso, tanto che dopo nemmeno un minuto si è spostato su di un diverso posatoio ad una ventina di metri più in là. Ma già così mi ritengo più che soddisfatto!

Ad ogni modo la mattinata era ancora lunga e volevo mettere ulteriormente alla prova il nuovo acquisto. Più di una volta, nei pressi del ramo dove ho fotografato l’airone, si era fatto vedere un tuffetto. Così, quando più tardi gli aironi si sono involati a causa del rumore di una motosega lì vicino, ho colto l’occasione per avvicinarmi ulteriormente alla superficie dell’acqua (nel limite del possibile dato che la riva è invasa dai rovi) nella speranza di vederlo ripassare. La nuova postazione era molto vicina all’acqua, ma con il tuffetto purtroppo non ho avuto la stessa fortuna in quanto lo stesso si era spostato dalla parte opposta del laghetto.
In compenso a pochi metri da me si è avvicinato un pettirosso che non aveva minimamente notato la mia presenza. E ad un certo punto anche uno dei cormorani si è avvicinato ed è salito sul ramo dov’era posato prima l’airone; sarà stato a non più di 5 metri dalla mia posizione, vicino al punto tale che il moltiplicatore 1.4x che avevo montato sul 300mm per il tuffetto era di troppo. In questa occasione ho constatato la vera limitazione del “capanno”; infatti dopo aver tolto con molta calma il moltiplicatore, nel tentativo di riporlo al sicuro ho fatto qualche movimento di troppo e il cormorano è ridisceso in acqua allontanandosi verso il centro del laghetto. In ogni caso è stato un test assolutamente positivo con il quale ho anche capito quali sono gli errori da non commettere nelle prossime occasioni.

Il ritorno dei folletti

Erano quasi 4 anni che aspettavo che ritornassero; l’ultima volta che ho visto i folletti della taiga era il gennaio del 2007, quando un folto gruppo si è fermato prima a Laion e dopo qualche giorno nel paese di Cornaiano vicino a Bolzano. Chi li conosce sa sicuramente che sto parlando dei beccofrusoni (Bombycilla garrulus), sicuramente tra gli uccelli più belli che mi sia capitato di vedere.
La loro presenza alle nostre latitudini è quasi sempre legata a periodi di freddo intenso, con conseguente scarsità di bacche, nel nord dell’Europa. In Germania nelle scorse settimane c’è stata una vera e propria invasione che preannunciava il loro arrivo anche a sud delle Alpi. E così è stato. Quest’anno, come quattro anni fa, le segnalazioni si sono moltiplicate.

Quando mi è giunta la notizia che un piccolo gruppetto di una dozzina di individui si trovava a circa 15 minuti di auto da casa mia non ho potuto non approfittarne. Ieri mattina, nonostante un tempo penoso (nebbia, vento e pioggia mista a neve), mi sono recato ad Avelengo dove erano stati segnalati. Le condizioni meteo erano veramente pessime, ma mi han dato la possibilità di fare qualche scatto ai beccofrusoni sotto la neve.
Gli scatti in questione sono sicuramente suggestivi, ma mancano di dettaglio a causa degli ISO elevati. Quindi oggi pomeriggio, dopo pranzo, ho riprovato a dedicarmi a loro ed i risultati sono decisamente incoraggianti. La luce era ottima, il posatoio quasi (altri fotografi, giunti per l’occasione, hanno posizionato appositamente alcune bacche con il risultato di avere delle situazioni un po’ finte) ed i primi scatti che ho rivisto promettono bene. Ve ne propongo qui uno che finisce dritto dritto nella galleria “avifauna”…

Beccofrusone

La partita non è ancora conclusa perché mi piacerebbe ottenere uno scatto un po’ più dinamico, ma già con gli scatti di questi due giorni sono più che soddisfatto. Per non parlare della gioia nell’aver rivisto, dopo anni, tornare questi stupendi uccelli a far visita alla nostra provincia.
Bentornati amici della taiga!

gegeonline 2.0

Se seguite il mio blog o la mia pagina Facebook, probabilmente avrete già notato che da qualche giorno il sito è piuttosto cambiato nella grafica. Era da tempo che ci lavoravo, ma gli strumenti a mia disposizione non mi consentivano di ottenere il risultato voluto. Poi finalmente ho provato la versione 3.1 di Artisteer che, pur non permettendomi di salvare il lavoro, mi ha comunque dato la possibilità di fare al layout del sito la modifica che da tempo cercavo inutilmente di fare. A questo si sono aggiunti dei piccoli aggiustamenti seguendo tutorial e discussioni sul web, come ad esempio per le icone sociali in alto a destra o i fonts incorporati nel css con il comando  @font-face.
Beh… tutto questo, in una giornata in cui mi giravano per casa vari operai ed artigiani, mi ha permesso di dare alla luce alla versione 2.0 di gegeonline.it!

L’intento che mi ero prefissato era quello di staccarmi una volta per tutte da quel modo di “fare html” che mi ha seguito dal 1998 ad oggi, rendendo il sito più elegante e snello. Conservo comunque gelosamente buona parte delle precedenti versioni del sito sul mio hard disk, anche se purtroppo la primissima versione è andata perduta.
Se ne avete voglia, ripercorriamo insieme un po’ di storia…

La “Gege’s Star Trek Home Page” che nel 1998 ha dato origine a tutto…

Nel lontano 1998 (parliamo di ben 14 anni fa!), quando Internet in Italia era ancora agli albori, decisi di creare alcune pagine sulle mie passioni (Star Trek, manga, fotografia e perfino sulle modelle Claudia Schiffer e Valeria Mazza), giusto per cimentarmi un po’ con l’html e perché il web italiano era veramente ridotto ai minimi termini. Inizialmente questi siti erano ospitati sulla community Geocities (oramai non più attiva), ma dopo pochi mesi Sergio Ferrari di P.Lion Informatica, anche per via della nostra comune passione per Star Trek, mi mise a disposizione dello spazio web gratuito per raggruppare quelle pagine in un unico contenitore. E’ in quell’occasione che è nato il primo GegeOnLine con il logo realizzato da Luca “Lkl Skywalka” Esposito.

Il sito GegeOnLine nel 2002

A seguito del piccolo successo ottenuto con le mie pagine (che, vista la scarsa offerta di allora, avevano ben più visitatori di quanti io ne abbia al giorno d’oggi), pian piano ho ampliato i contenuti del sito, creando nuove aree del sito come “Un pianeta da salvare” dedicato alle tematiche ambientali a me sempre molto care, “Dove osano le marmotte” con dei brevi resoconti fotografici delle mie camminate in montagna, “Aqualand” con piccoli articoli relativi alla gestione di un acquario di acqua dolce e riunendo tra l’altro gli appassionati del fumetto “Lamù” (titolo originale Urusei Yatsura) nel “Lamù Fans Club“.
In quella versione trovava spazio anche una piccola area personale, dove raccontavo la mia vita, i miei hobby e dove avevo pubblicato tra l’altro il mio curriculum nonché alcuni articoli scritti per il quotidiano “Il Mattino dell’Alto Adige”.

Negli anni successivi, iniziata la vita lavorativa, il tempo per aggiornare tutte queste pagine è pian piano diminuito e così ben presto ho dovuto rinunciare a buona parte dei siti che avevo realizzato, mantenendo in vita esclusivamente le pagine a me più care, legate alla montagna ed alla fotografia prima e solo alla fotografia poi. Ecco quindi come si presentava il sito rispettivamente nel 2005 e nel 206…

Di lì in avanti il tema centrale del sito è sempre stata solo la fotografia, con il blog che per diversi anni è stato parte della community Iobloggo, pur essendo perfettamente ingrato con la grafica all’interno del sito stesso ancora ospitato sulle pagine di P.Lion. Questo fino all’aprile del 2010, quando dopo varie ed attente riflessioni ho deciso di trasportare il tutto di un CMS e la scelta è ricaduta su WordPress.

L’ultima versione di GegeOnLine prima del restyling

La versione 1.x di Gegeonline su WordPress si è rinnovata varie volte, pur mantenendo un layout sempre molto standard, caratterizzato dalla grande scritta “gegeonline” (anche questa opera di Luca “Lkl Skywalka” Esposito) che mi ha seguito negli anni, dal menu in orizzontale sotto di essa e dalla forma tondeggiante del foglio. Se guardate gli screenshot delle versioni precenti, noterete che proprio questo è un motivo ricorrente del mio sito.
Pian piano ho cercato il modo di integrare il sito con Facebook attraverso i vari plugin gratuiti offerti dalla community di WordPress, ma ancora non ero soddisfatto; volevo distaccarmi una volta per tutte da quell’aspetto un po’ troppo “casereccio” e credo questa volta di esserci riuscito. Cominciando innanzitutto con l’eliminazione dell’enorme scritta “gegeonline a cui probabilmente attribuivo troppa importanza.

Non so se le persone che andrò ora a citare leggeranno mai quanto scritto, ma devo fare un po’ di ringraziamenti per tutti questi anni online. Un grazie di cuore quindi a:

  • Nicola Randone che fu il primo in assoluto a darmi consigli e ad aiutarmi a muovermi nel mondo dell’html fatto, a suo tempo, ancora con il blocco note
  • Luca “Lkl Skywalka” Esposito per i loghi che dal 1998 ad una settimana fa mi hanno accompagnato nella mia avventura sul web
  • Loris “Lennier” Di Fabio che a suo tempo mi diede l’idea di riunire in un unico “portalino” i vari siti che avevo sparso per Geocities
  • Sergio Ferrari senza il quale probabilmente non sarei riuscito a mettere in pratica l’idea di Loris, visti i problemi logistici che vigevano a quei tempi, nonché per il tempo, il supporto, la pazienza e l’amicizia che mi ha dato negli anni
  • Diego Visintin che, più o meno consapevolmente, è stato l’autore del nuovo logo 🙂

E grazie a quelli che mi seguono ancora, nonostante le mie continue promesse di mantenere il blog aggiornato che puntualmente non riesco a mantenere 😉
GRAZIE!

Full-immersion fotografica di metà giugno

Sto finalmente trovando il tempo per riordinare il mio materiale fotografico: sto buttando via le foto sfocate, mosse o doppie dal mio archivio per far spazio sull’hard disk e pian piano sto elaborando gli scatti di questi ultimi mesi, tra i quali anche quelli di una giornata fotografica di metà giugno in cui mi sono dedicato esclusivamente alla fotografia. Una giornata davvero faticosa, ma che alla sera, riguardando le foto scattate, mi ha dato delle belle soddisfazioni.

Mirko all’opera nei boschi di Tesimo

La giornata è cominciata alla mattina di buon’ora, quando con Anita e Mirko ci siamo recati nella zona di Tesimo con l’intento di dedicarci prevalentemente alla fotografia macro, dato anche il fatto che Anita voleva provare il suo nuovo Nikon 105mm f/2.8 Macro VR. Nel pomeriggio, poi, io e Mirko abbiamo partecipato all’evento Alumix organizzato dalla Manifattura Fotografica a Bolzano, dove abbiamo avuto l’opportunità di fare un po’ di scatti all’interno di un’ex struttura industriale ora parzialmente destinata a manifestazioni ed altri eventi culturali.

L’uscita mattutina è stata particolamente interessante e fin dai primi passi mossi in mezzo al bosco sentivo che sarebbe stata una giornata positiva. A poco più di un centinaio di metri dall’auto ci siamo imbattuti in numerose orchidee della specie Neottia nidus-avis, confinate in un’area di poche decine di metri quadrati. Si tratta di una new entry della mia personale checklist delle orchidee spontanee; sicuramente non sono tra le più belle e vistose, ma non potevo perdere l’occasione di fotografarle. E non è l’unica specie di orchidea trovata, perché a poca distanza ci siamo imbattuti anche in alcuni esemplari di Platanthera bifolia, di cui uno particolarmente bello che potete vedere nella galleria “Orchidee spontanee“.

Giovane allocco (Strix aluco) nei boschi di Tesimo

Ma l’emozione più grossa è stato quando, mentre cercavo insetti nell’erba alta, ho visto Mirko arrivare verso di me chiedendomi se ho visto il gufo. Il gufo? Quale gufo? Stava scherzando?
No, non stava affatto scherzando! Ma non si trattava di un gufo, bensì di un giovane allocco (Strix aluco) che probabilmente aveva da poco lasciato il nido. La sua presenza ci è stata rivelata dal rumoroso vociare delle cesene ed altri turtidi impegnati nel mobbarlo. Purtroppo non c’è stata la possibilità fotografarlo come si deve, ma è stato forse uno degli incontri più emozionanti che mi sia capitato negli ultimi anni.

Per quanto riguarda l’Alumix devo praticamente ancora cominciare la post-produzione, ma gli scatti dell’uscita naturalistica mattutina sono già in buona parte online; alcuni li avevo già caricati nell’ultimo aggiornamento, mentre oggi ho aggiunto due nuovi scatti di un bellissimo giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), di cui vi propongo qui un’anticipazione con uno scatto ambientato che sulla mia pagina Facebook pare sia stato piuttosto apprezzato.

Giglio di San Giovanni

Nel tardo pomeriggio infine, sempre con Mirko, abbiamo chiuso la full-immersion con una visitina all’aeroporto di Bolzano, dove speravamo di trovare qualche soggetto interessante da fotografare. L’aeroporto del capoluogo è un hot-spot molto interessante per l’avifauna e la sera non è difficile imbattersi in specie particolari.
Ma anche qui, alla fine, ci siamo dedicati alla macro; abbiamo infatti trovato alcuni esemplari di Misumena vatia, un interessante aracnide della famiglia dei tomisidi (o ragni granchio) che ha la caratteristica di modificare la sua colorazione in funzione delle piante o dei fiori su cui tende l’agguato alle sue prede. In questo caso è stato però facile individuarli in quanto, nonostante la colorazione giallo canarino, sostavano su dei fiori di cardo. Di lì a breve (una settimana sostengono gli amici del forum naturalistico Natura Mediterraneo) avrebbero dovuto modificare la pigmentazione per mimetizzarsi sulla nuova pianta ospite.
Anche di questi ragni ho inserito due nuovi scatti nella galleria “Aracnidi” e ve ne propongo qui uno in anteprima.

Misumena vatia

Della stessa giornata ho inserito una nuova immagine anche nella galleria “Farfalle e falene“, mentre qualche altro scatto di repertorio è stato inserito in altre gallerie. Ho ancora diverse immagini, anche vecchie, da sistemare. Chissà che non venga fuori qualche altra chicca di cui mi ero dimenticato 😉

Online le foto del raduno

Il lavoro sull’85^ adunata nazionale degli Alpini a Bolzano è finalmente terminato: più di 600 scatti realizzati sul posto, quasi 250 postprodotti (il resto sono andati invece cestinati) e di questi 84 hanno trovato spazio in una galleria nella sezione “Eventi e reportage“.

Questa è forse uno dei miei scatti preferiti di quel giorno, esposto anche nelle due mostre fotografiche dedicate al raduno organizzate dallo Studio Evois di Laives.

Alpino

Non sono le fotografie a cui sono abituato, ma spero comunque, in questa parentesi al di fuori della fotografia naturalistica, di essere riuscito a cogliere una parte dello spirito della manifestazione.

La variopinta carovana degli Alpini

Lo scorso 13 maggio la città di Bolzano ha ospitato per la prima volta la variopinta carovana degli Alpini, in occasione dell’85° raduno nazionale. Una grande festa ed una bella occasione fotografica a cui non sono potuto mancare.
Nei giorni che hanno preceduto la sfilata vera e propria, i profili Facebook dei miei amici bolzanini si sono riempiti di immagini goliardiche che mostravano tutta la gioia e l’allegria che si respirava per le vie della città. Sarei voluto essere lì, ma i vari impegni non mi han permesso di scendere a Bolzano durante la settimana. In compenso non volevo assolutamente perdermi la parata, così la mattina di domenica 13 maggio mi sono trovato con Eleonora e Maurizio per raggiungere il capoluogo altoatesino…

Abbiamo preso il pullman di buon’ora; raggiungere Bolzano con l’auto sarebbe stato impossibile perché tutto il traffico è stato chiuso. A differenza di quanto mi sarei aspettato, insieme a noi c’era solo un piccolo gruppo di Alpini con famiglia.
Durante il vaggio il mio pensiero è andato più e più volte a mio nonno: era un alpino, è stato a diversi raduni e questa occasione non se la sarebbe di certo persa. Sentivo quasi di essere lì per lui e questo mi metteva gioia e una grande malinconia allo stesso tempo.

Non ho mai partecipato ad una simile manifestazione, né tantomeno l’ho mai fotografata. Non sapevo bene cosa aspettarmi né come muovermi. Ma una cosa è certa: volevo esserci e cercare di cogliere con l’obiettivo della mia fotocamera non solo l’evento in sé, ma anche alcuni dettagli e sfumature tra le migliaia di persone che vi hanno partecipato. Non sono però sicuro d’esserci riuscito…

La prima cosa che abbiamo notato una volta scesi dal bus navetta è stata l’incredibile partecipazione della città, con bandiere tricolori appese praticamente ovunque. Ma il tempo per guardarsi intorno era poco… la parata stava per cominciare!
E nel punto di “ammassamento” centinaia di Alpini appartenenti a gruppi provenienti da ogni parte del mondo erano già pronti per sfilare: Uruguay, Sud Africa, Perù, Brasile… una moltitudine di persone che ha fatto migliaia di chilometri solo per partecipare a questo evento, uniti da un unico spirito.



La prima ora è stata piuttosto frenetica e concitata; non sapevamo come muoverci, c’era molto da fotografare, pochi erano gli spazi liberi ed eravamo un po’ indietro rispetto alla testa della parata. Per buoni 20 minuti la nostra è stata una vera e propria corsa tra la folla, nel tentativo di raggiungere i primi della fila tra cui anche le autorità locali.

Fortunatamente lungo il percorso abbiamo trovato una buona postazione, comoda e libera da elementi di disturbo, dove ci siamo fermati per assistere alla sfilata. E’ qui che finalmente ho potuto concentrarmi maggiormente sulle persone, sui loro volti: dai ragazzi della mini-naja ai “veci” dalle lunghe barbe; ognuno con la sua storia, ognuno con lo stesso entusiasmo nello sguardo per la partecipazione a questo evento.
Ed è qui anche che mi sarei mangiato le mani per non avere con me un 70-200mm anziché il 24-105. Ma il 70-200 non è un obiettivo che fa parte del mio corredo perché prima d’ora non ne avevo mai evvertito una reale esigenza. In questo caso, però, si sarebbe rivelato molto utile per isolare i soggetti dallo sfondo e cogliere meglio i dettagli; ho dovuto dunque arrangiarmi col 24-105 sul quale, ahimé, non potevo nemmeno montare il moltiplicatore 1.4x che sarebbe stato un bell’aiuto.


Il vero, grande errore della giornata è stato però quello di scordare a casa (più o meno colpevolmente) due schede di memoria rispettivamente da 2 e 4 GB, rimanendo così con soli 4GB (pari a circa 300 scatti) a disposizione. Quindi, una volta esaurito lo spazio sulla compact flash, ho dovuto abbandonare temporaneamente la manifestazione per trovare un negozio aperto dove acquistare una scheda… impresa che si è rivelata pressoché impossibile!
Fortunatamente in mio soccorso è venuto Renzo di Euro Impianti Elettrici, impresa che ha realizzato l’impianto elettrico del condominio in cui mi sono appena trasferito, incontrato causalmente lungo Corso Italia che mi ha permesso di restare nel suo ufficio a scaricare le immagini dalla fotocamera (con istruzioni telefoniche di Luca, legittimo proprietario del pc ) per liberare la scheda e lasciar spazio a nuovi scatti. Ciò nonostante, ahimé, ho perso quasi un’ora e mezza di tempo!

Riunitomi finalmente agli altri abbiamo seguito per un po’ la parata da molto vicino nel suo punto di arrivo, dopodiché ci siamo pian piano diretti verso i prati del Talvera per andare a mettere qualcosa nello stomaco. Nel girare tra i numerorissimi gruppi di Alpini abbiamo colto qualche altro scatto, tra cui i due fantastici “veci” col barbone della sezione torinese dell’A.N.A.
Infine, dopo un succulento quanto pesante panino con salsiccia e cipolla (!), era arrivato il momento di dare un’occhiata al mondo degli alpini in servizio. Sia chiaro: non approvo la guerra, né le missioni di pace supportate dall’intervento militare. Ma un reportage completo della giornata non sarebbe stato completo senza documentare anche questo aspetto… ammiro gli Alpini per il loro impegno sociale, un po’ meno per quello militare.
I prati del Talvera, oltre agli stand gastronomici, ospitavano anche spazi dimostrativi delle Forze Armate italiane, con i propri mezzi (compresi un elicottero ed i famosi mezzi Lince) ed i propri reparti. E’ qui dunque che si è conclusa la mia giornata fotografica.



In realtà ci sarebbe stato ancora molto da vedere: dovevano sfilare ancora i gruppi locali e la serata si sarebbe rivelata un’unica grande festa in tutta Bolzano. Ma il mio tempo lì era finito
Lasciati Eleonora e Maurizio mi sono diretto a piedi verso la stazione, dove i bus navetta continuavano ad andare e venire trasportando i vari gruppi di Alpini da una parte all’altra della città.
Mentre tornavo verso il pullman per Merano, dal finestrino della navetta osservavo gruppi festanti di persone che invadevano ogni strada, comprese quelle della zona industriale trasformatasi per l’occasione in una sorta di grande campeggio.
Sono felice dell’esperienza vissuta, nonostante i numerosi chilometri percorsi a piedi (molti dei quali in cerca di una scheda per la fotocamera) ed un po’ di rammarico per non aver avuto la possibilità di godermela per tutta la sua durata.

A distanza di oltre 5 mesi ho finalmente trovato il tempo di metter di nuovo mano a quegli scatti. Prima di iniziare il reportage avevo un dubbio: colore o bianco e nero? Ma dopo aver partecipato alla giornata ho preferito mantenere i miei scatti a colori per dare risalto a quella che era, come da titolo di questo post, la variopinta carovana degli Alpini.
Presto nella sezione “Eventi e reportage” troverete una galleria con una selezione delle fotografie scattate quel giorno.

Aprile-settembre 2012

Ecco finalmente l’aggiornamento che da tempo avrei voluto mettere online!
Sono passate un’intera primavera ed estate senza che io caricassi più nessuna immagine nelle gallerie del sito. Chi mi segue su Facebook ne avrà certamente viste alcune in anteprima, ma solo ora ho trovato qualche ora per caricarle anche qui, dove la qualità peraltro è certamente migliore di quella del social network che, ahimé, tende a comprimere un po’ troppo le immagini con evidente decadimento specialmente per gli sfondi omogenei come questi.

Ma più di tante parole, lascio lo spazio alle immagini!
Quelle che seguono sono solo alcune anteprime delle 32 fotografie che ho appena finito di caricare nelle varie gallerie…




C’è davvero un po’ di tutto, a parte i paesaggi (che per ora, fuori allenamento come sono, vanno al di fuori della mia portata): coleotteri, libellule, orchidee, funghi, anfibi, farfalle… persino lepri!

Il lavoro in realtà non è ancora finito. Ho ancora centinaia di scatti da sistemare, di cui decine da pubblicare (tra cui anche i reportage realizzati all’ex fabbrica Alumix di Bolzano e quello del raduno degli Alpini, sempre a Bolzano). Ma ho deciso che intanto da qualche parte dovevo cominciare, quindi ecco la prima carrellata che vi consiglio di gustare (o almeno mi auguro che sarà così) nel formato più grande entrando nel menu “Gallerie natura” e selezionando poi quelle che più sono di vostro interesse.

Buona visione!!

Archivio articoli

Creative Commons License

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. Le immagini di questo sito possono essere utilizzate gratuitamente, per scopi senza fini di lucro, dietro semplice richiesta via mail, oppure acquistate su iStockphoto.