valsura

Buoni risultati dal nuovo capanno

kwik-camo

Il Kwik Camo® di Essential Photo Gear

Di recente ho acquistato su web un nuovo capanno fotografico portatile che andasse a sostituire l’Ameristep acquistato alcuni anni fa. Non che quest’ultimo avesse particolari problemi, ma cercavo qualcosa di più flessibile e trasportabile; il capanno Ameristep è comodo, spazioso ed impermeabile, ma pesa parecchio e necessita di una superficie piana per essere posizionato oltre ad essere un po’ grande e dalla forma riconoscibile. Ecco perché ho deciso di fare un tentativo con il capanno/poncho mimetico Kwik Camo® della Essential Photo Gear, appositamente studiato per l’utilizzo fotografico, che a detta di molti offre risultati eccellenti. In effetti, se si guarda la foto a lato, la resa mimetica è piuttosto buona.

Di fatto il capanno in questione è una sorta di lenzuolo (non impermeabile dunque) molto leggero ed adattabile, con aperture per l’obiettivo della fotocamera, per il flash e può essere usato anche come poncho grazie a delle aperture laterali da cui possono uscire le braccia. Inoltre sulla parte superiore, all’altezza degli occhi, è dotato di una retina (anch’essa con disegno mimetico) che permette di vedere all’esterno. L’unico neo è costituito da una certa difficoltà nel muoversi all’interno e dal fatto che i propri movimenti possono essere rilevati dagli animali, ma almeno in questo mio primo tentativo si è rivelato comunque efficace!

Era più di un mese che, tra un malato e l’altro in famiglia (maledetta influenza!), non riuscivo a prendermi il tempo per qualche scatto. Così ieri mattina, svegliatomi di buon’ora, ho deciso di imp0rovvisare un’uscita e provare il nuovo acquisto sul campo per testarne l’efficiacia. Dopo qualche difficoltà iniziale per il posizionamento, sono riuscito a piazzarmi a ridosso di un albero di acacia i cui rami offrivano una sorta di continuità al disegno Realtree del capanno.
Ben presto il laghetto del biotopo si è popolato di germani reali e cormorani e dopo poco più di un’ora di attesa, un bellissimo adulto di airone cinerino (ardea cinerea) si è posato proprio sul ramo che stavo inquadrando. Ho colto subito l’occasione e l’immagine che ne è uscita è forse il mio migliore scatto di sempre a questa specie…

Airone

Di questo scatto mi piace molto la luce radente del primo mattino, il piumaggio dell’uccello ben evidenziato (compreso il ciuffetto nero sul capo) e lo sfondo dove, sfuocato, è presente anche un cormorano che nuota placidamente sull’acqua. Purtroppo, come in altre occasioni, la mia fretta nello scattare ha reso l’esemplare sospettoso, tanto che dopo nemmeno un minuto si è spostato su di un diverso posatoio ad una ventina di metri più in là. Ma già così mi ritengo più che soddisfatto!

Ad ogni modo la mattinata era ancora lunga e volevo mettere ulteriormente alla prova il nuovo acquisto. Più di una volta, nei pressi del ramo dove ho fotografato l’airone, si era fatto vedere un tuffetto. Così, quando più tardi gli aironi si sono involati a causa del rumore di una motosega lì vicino, ho colto l’occasione per avvicinarmi ulteriormente alla superficie dell’acqua (nel limite del possibile dato che la riva è invasa dai rovi) nella speranza di vederlo ripassare. La nuova postazione era molto vicina all’acqua, ma con il tuffetto purtroppo non ho avuto la stessa fortuna in quanto lo stesso si era spostato dalla parte opposta del laghetto.
In compenso a pochi metri da me si è avvicinato un pettirosso che non aveva minimamente notato la mia presenza. E ad un certo punto anche uno dei cormorani si è avvicinato ed è salito sul ramo dov’era posato prima l’airone; sarà stato a non più di 5 metri dalla mia posizione, vicino al punto tale che il moltiplicatore 1.4x che avevo montato sul 300mm per il tuffetto era di troppo. In questa occasione ho constatato la vera limitazione del “capanno”; infatti dopo aver tolto con molta calma il moltiplicatore, nel tentativo di riporlo al sicuro ho fatto qualche movimento di troppo e il cormorano è ridisceso in acqua allontanandosi verso il centro del laghetto. In ogni caso è stato un test assolutamente positivo con il quale ho anche capito quali sono gli errori da non commettere nelle prossime occasioni.

Salamandre malefiche!

Ovviamente sto scherzando… le salamandre sono animali estremamente affascinanti e lungi da me definirli “malefici”. Ma un pochino oggi ci han fatto penare…
Previsioni meteo 07.04.2012Nonostante il meteo avverso oggi avevo proprio voglia di fare qualche scatto, così mi son messo d’accordo con l’amico Mirko per il pomeriggio, sperando di non prendere troppa acqua. Le previsioni del servizio metereologico della Provincia di Bolzano recitavano: «Cielo generalmente nuvoloso. Nel pomeriggio i rovesci si estenderanno su tutta la provincia, localmente saranno possibili anche temporali. Limite della neve sui 1700 m, in calo verso sera lungo la cresta di confine a 1000 m. Contemporaneamente nelle vallate inizierà a soffiare il föhn da nord, anche di forte intensità, e le precipitazioni saranno in esaurimento. Temperature massime comprese fra 7° e 16°».
Azzeccate? Mica tanto. Alle 13.00 pioveva a dirotto un po’ ovunque e ad un Mirko piuttosto demotivato ho proposto appunto di andare in cerca di salamandre; ma già dalle 14.00 è iniziato ad uscire il sole. La meta è comunque rimasta quella di Montefranco, in cerca degli anfibi neri a pallini gialli.

Alle 14.30 ci siamo trovati a Sinigo ed in poco più di 10 minuti siamo arrivati nella prima location prescelta. Scendiamo dalla macchina, facciamo 50 metri di numero… ecco una salamandra! «WOW – pensiamo – che culo!». Ma la bestiola in men che non si dica si infratta in un buco e non esce più. Manco a dirlo, non ne abbiamo viste altre in tutto il pomeriggio :verysad:

Cambiamo zona e ci dirigiamo in un luogo vicino ad un ruscello dove mi sembra sia l’ambiente adatto per trovarne qualcuna. Strada facendo ci fermiamo vicino ad uno stagno dove una poiana, a nemmeno 10 metri dalle nostre teste (e anche qui ovviamente la fotocamera era inservibile), lancia il suo caratteristico fischio e si sposta, lanciandosi poi in picchiata giù per la scarpata.
Scendiamo di nuovo dall’auto, percorriamo a piedi di nuovo 50 metri di numero e su un masso, vicino ad un muretto a secco, Mirko mi fa notare un carbonasso (un biacco melanico, piuttosto diffuso in zona). Ovviamente non c’è nemmeno il tempo di tirar fuori la fotocamera che anche lui si infratta velocemente tra i sassi. Sigh :drop:
Proseguiamo per un centinaio di metri ed arriviamo nel posto prescelto. Cerchiamo ancora le salamandre. Nulla. A quel punto ho deciso di comunque di tirar fuori la fotocamera dallo zaino e di mettermi a scattare qualche fotografia alle felci che in questo periodo iniziano a popolare il sottobosco.

felce03

E’ quasi ora di rientrare. Mi fermo ancora un attimo per un primissimo piano di due piccoli fiorellini lungo il sentiero e mentre sono intento a scattare sento un verso a me già noto: quello di uno scoiattolo ed è anche molto vicino. Mi giro, lo vedo. Ma il 300mm è nel bagagliaio dell’auto di Mirko e per il 180 macro non c’è abbastanza luce. Ok…
Ma la vera chicca deve ancora arrivare. Siamo alla macchina, mettiamo via tutto e ci apprestiamo a tornare verso casa. Sul mio cellulare (che era nello zaino e che non ho sentito) ci sono 6 chiamate non risposte e un messaggio di Maurizio Azzolini, nome noto del birdwatching non solo a livello locale, con scritto: «Non riesco a contattarti. Al Valsura ci sono 4 aironi guardabuoi e 1 airone rosso. Siamo tutti qui!»
Ma vaff…. 😛

La mia prima copertina!

Sistemando i vecchi post mi è venuto in mente che da un po’ non controllo più se qualche mia immagine di iStockphoto è stata utilizzata in giro per il mondo ed è rintracciabile. Così per curiosità ho provato a fare una ricerca su Google (o Gogòl, come lo chiama Berlusconi) inserendo “perbellini istockphoto” come termini per la ricerca. Risultato? Ho scoperto di aver ottenuto la mia prima copertina! 😀
Il soggetto non è tra quelli che mi danno più soddisfazione; una copertina su di una rivista naturalistica sarebbe stata forse più gratificante, ma… mi accontento! 😛

L’immagine in questione è stata scattata qualche anno fa alla cava di sabbia nei pressi del biotopo del Valsura ed è stata utilizzata di recente per la copertina del numero di aprile 2010 della rivista “Pit & Quarry” (in versione online e cartacea), che da quasi un secolo si propone come una delle principali e più aggiornate fonti di informazione su attrezzature e tecnologie nell’ambito della produzione di sabbia e ghiaia e che dal 1996 presente anche sul web. Ecco qui la “mia” copertina!

La copertina di aprile 2010 della rivista Pit&Quarry

Avendo diversi scatti realizzati in questo ambito sarei curioso di sfogliare i vari numeri in cerca di qualche altro mio scatto (per la copertina il nome viene citato nel sommario!), ma è un’operazione un po’ laboriosa. Direi che comunque posso già così ritenermi più che soddisfatto! 🙂

Valsura… again!

Ecco un breve resoconto di un’abbastanza proficua uscita, questa mattina, in compagnia di Max… ancora una volta al biotopo del Valsura.
Sembra impossibile, ma non c’è verso che io riesca a trovare una mantide religiosa in natura! Le uniche che sono riuscito a vedere, sia questo che lo scorso anno, erano sotto il mio ufficio mezze moribonde. Ma per il resto proprio non c’è verso di scovarle!
Proprio questo affascinante insetto doveva essere, assieme alle libellule, l’obiettivo di oggi. Ma le cose non sono andate proprio come dovevano…

Uno dei due elementi c’era: la rugiada dopo un’intera notte piovosa; purtroppo però mancavano i soggetti principali. Infatti sia mantidi che libellule non si son fatte vedere, tranne un paio di piccole damigelle – parenti delle libellule – che però non mi han permesso di fare gli scatti sperati.
La mattinata comunque è stata positiva e qualche buono scatto è comunque uscito. L’erba era invasa da minuscole cicadelle, dette anche sputacchine, nonché da molte lumache, alcune delle quali erano fortemente intenzionate a seguirmi fino a casa.
Nella zona del laghetto dei pescatori abbiamo trovato anche un gabbiano con il quale ci siamo divertiti… peccato non essere riusciti (io, perlomeno) a fare degli scatti in volo decenti. Ma direi che ci possiamo comunque accontentare!

Ecco qui qualcuno degli scatti fatti questa mattina. Ovviamente mi mancano diverse foto da sistemare, ma è un inizio…


Salvo imprevisti, nei prossimi giorni voglio provare ad andare in mezzo ai campi di Postal per provare nuovamente a cercare le mantidi. Chissà se riuscirò a trovarle dato che mi sono state segnalate da più persone…

11 aprile

Come promesso, faccio un po’ il resoconto delle ultime uscite; ed inizio adesso, con un mese esatto di ritardo, con l’uscita del 11 aprile al solito capanno, al Valsura. La speranza era quella di riuscire a fotografare gli aironi o i cormorani ed in parte ci siamo anche riusciti, ma i risultati non sono stati particolarmente esaltanti.
In compenso son riuscito ad immortalare le mie prime bisce decenti, data anche l’abbondanza dei soggetti nello stagno in cui si riproducono le rane…


Ad ogni modo la mattinata è stata piacevole, se non altro per le numerose specie osservate in compagnia di Paolo. Per il momento, però, ci siamo spostati su altri soggetti… in attesa di tempi migliori! :sospiro:

Il mio primo Martino!

Per un fotonaturalista c’è uno scatto molto ambito, non semplice ma tutto sommato comune proprio perché è il traguardo di moltissimi appassionati di questo genere di fotografia. Il soggetto in questione è il famigerato martin pescatore (Alcedo atthis), noto sui forum anche con il soprannome di “Martino“. Si tratta senza dubbio di uno degli uccelli italiani più belli, grazie alle numerose caratteristiche che lo contraddistinguono ed in particolare il colore blu elettrico contrapposto all’arancione del ventre, del becco e soprattutto delle zampe.
Ebbene domenica mattina, in compagnia di Max, è finalmente venuto il mio turno, anche se il risultato è ben lontano dall’essere soddisfacente. Per avere uno scatto fullframe del simpatico animale ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma quantomeno per la prima volta il soggetto è ben visibile, soprattutto se si ingrandisce l’immagine a pieno formato. Un piccolo traguardo, affiancato peraltro dai primi scatti decenti di un tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e dal quasi riuscito scatto ad un codibugnolo (Aegithalos caudatus).


La mattina nel complesso è stata positiva, anche se ovviamente non sono ancora contento: quasi tutte le immagini qui sopra sono dei ritagli e dunque la strada da fare è ancora lunga… ma c’è tempo per migliorare! 🙄

Un sabato fuori casa

Era da tempo che non avevo una giornata così piena come quella di sabato scorso. Iniziata alle 6.20 del mattino, conclusasi solo la sera verso le 19.30 e comunque molto stimolante. Ma partiamo dall’inizio!

Come ogni sabato, consueta uscita fotografica in compagnia di Paolo; la meta era sempre la solita (il Delta del Valsura), ma questa volta abbiamo cambiato zona per vedere se trovavamo qualcos’altro di interessante da immortalare. Dopo un paio d’ore di appostamento, ci siamo spostati verso il laghetto dei pescatori, dove abbiamo fatto gli unici scatti degni di nota. Poi, ancora, ci siamo mossi tra la folta vegetazione lungo l’argine del fiume, senza però trovare nulla di particolare; nel complesso comunque una mattinata piacevole e non del tutto infruttuosa…


Dopo pranzo invece ho fatto un giro in bici per le campagne con Jenny; e poi alle 17.45 nuovamente appuntamento con Paolo e Stefano per andare ad assistere ad una scena certamente non usuale…

Da qualche anno, alcuni abeti nei dintorni di Merano sono stati colonizzati da numerosi aironi cinerini ed in questo periodo, immersi nella inusuale ambientazione, si possono osservare i pulli che vengono alimentati dai genitori e che irrobustiscono le ali per poter affrontare il primo volo.
E’ un’esperienza interessantissima per la quale ringrazio Stefano e di cui probabilmente scriverò nei prossimi giorni dato che conto di tornarci presto. Peraltro è stata resa ancora più interessante dal primo utilizzo della modalità Liveview della mia Canon EOS 40D; già… perché ho scoperto che con questa funzione è possibile anche zoomare sullo schermo LCD (non nella foto finale) fino a 10x. Osservare i pulli con un ingrandimento di 300 x 1.4 x 1.6 x 10 (che corrisponderebbe nel formato 35mm ad una focale di 6720 mm!!) e con la qualità paurosa dello schermino della 40D sembra quasi di guardare un documentario in diretta!!! 😯

Tra una pioggia e l’altra

Questo ultimo periodo è davvero incredibile… piove, piove, piove sempre! Da un lato non mi dispiace, perché ascoltare la pioggia che rumoreggia sul tetto mi rilassa e l’aria è nettamente più pulita; ma è anche vero che per il mio hobby la pioggia non è troppo proficua.
Secondo me è proprio il clima ad essere cambiato; non c’è giorno, ahimé, in cui non piova o ci sia vento. Sembra incredibile ma è così! Quando non piove si alza quasi sempre il vento e soprattutto per la macro, su cui vorrei ricominciare a cimentarmi come si deve, è deleterio.

Fortunatamente tra una giornata di pioggia e l’altra, sabato scorso con Paolo siamo riusciti a fare un’uscita anche se non particolarmente fortunata. Si allunga la lista delle specie da me osservate (balia nera, capinera, piro piro piccolo e un altro uccellino non meglio identificabile), ma fotograficamente parlando i risultati sono stati abbastanza deludenti.
Forse sono io che sto diventando abbastanza esigente, però mi piacerebbe andare un po’… oltre, riuscire a riprendere qualche soggetto particolare od ottenere foto “perfette” (utopia! 🙂 ) di quelli “soliti”.


N.B.: l’uccelletto è un crop, il bruco è un po’ così cosà; si salvano le rane, mentre… Paolo è Paolo 😆

La checklist si allunga

La mia personale lista di avvistamenti comincia ad allungarsi ed è sempre più ricca di sorprese! Domenica scorsa, in compagnia di Stefano, abbiamo fatto l’ennesima uscita fotografica al biotopo del Valsura che dal punto di vista fotografico non è stata un granché, ma dal punto di vista ornitologico era invece alquanto interessante!
Per la prima volta, infatti, ho avuto la possibilità di osservare non uno, bensì una coppia di aironi rossi, più piccoli degli aironi a cui sono abiutato, ma molto molto belli. E le sorprese non erano finite perché si è fatto nuovamente vedere anche l’airone bianco maggiore, oltre a diversi cormorani e aironi cinerini.


Le occasioni fotografiche, come detto, non sono state delle migliori; quelli che vedete qui sopra, infatti, sono per lo più dei crop delle immagini originali e pertanto lontane dal poter essere considerate belle foto.
In compenso, delusi per la mattinata non particolarmente proficua, io e Stefano abbiamo fatto un giro e tra l’erba e le ortiche (ahia!) abbiamo notato una marea di bruchi neri e parecchi coleotteri curculionidi; io non avevo dietro l’obiettivo macro, ma quando siamo andati via sono tornato a casa, ho preso l’attrezzatura e sono tornato lì per qualche altro scatto. In un’oretta non ho fatto molto, causa anche il vento, ma di una delle immagini scattate sono parecchio soddisfatto…

Accoppiamento tra curculionidi (Phyllobius piri)

Con questa immagine provo anche a partecipare al concorso “L’incarico” organizzato da Canon Italia… dubito di arrivare ad essere selezionato, ma non si sa mai!
Si tratta di una coppia di Phyllobius (probabilmente Phyllobius piri, secondo gli esperti del forum di Natura Mediterraneo) che si stava allegramente facendo i propri comodi su una sorta di spiga! :asd:

Domani mattina si fa il bis con Paolo… vedremo cosa avrò la possibilità di riprendere. Mal che vada, i bruchi meritano un po’ d’attenzione in più!

I piccoli sono i migliori

Sono ormai alcuni weekend che in compagnia di Paolo e Stefano stiamo cercando il modo migliore per fotografare gli aironi, ma purtroppo non ne abbiamo ancora avuto l’occasione. In compenso le nostre uscite fotografiche continuano a riservare sorprese.

Martedì mattina, mio unico giorno di ferie per Pasqua (sigh), io e Stefano ci siamo recati nuovamente al biotopo del Delta del Valsura e la sorte con gli aironi è stata sempre la stessa. Ma forse stavamo partendo da un presupposto sbagliato; chi ha detto, infatti, che sono meglio gli aironi di altri piccoli abitanti del canneto?
Dopo un paio d’ore di attesa nel capanno, dunque, abbiamo deciso di spostarci e di provare a fare qualche bello scatto nei pressi dello stagno dove sabato ho fotografato il luì piccolo (Phylloscopus collybita). Ed i risultati non han tardato ad arrivare.
Sdraiati a terra, con la massima discrezione, abbiamo osservato i movimenti del mestolone (Anas clypeata) che nuotava tranquillo a circa 20 metri da noi. Poi si è spostato verso il centro del canneto, avvicinandosi alla nostra posizione; ed al momento opportuno ho avuto la possibilità di fare qualche scatto tra cui quello che segue.

Mestolone

La mattinata era già stata molto interessante fino a quel momento, anche se i risultati dal punto di vista fotografico non si erano ancora visti. In particolare l’evento più emozionante è stato vedere un bellissimo maschio di falco di palude (Circus aeruginosus) passarci a poco meno di 10 metri di distanza… è la prima volta che mi capita di osservarlo e va anche lui ad aggiungersi alla mia personale checklist! 🙂

A Stefano purtroppo con il mestolone non è andata altrettanto bene; in compenso ci siamo divertiti moltissimo con i luì piccoli. C’è da dire che anche loro non stanno mai fermi ed inquadrarli bene non è semplice, ma con un po’ di pazienza i risultati arrivano!! Nella galleria “Avifauna” ho inserito un’immagine che senza dubbio è una delle migliori che ho scattato negli ultimi tempi, anche perché è stata meditata e cercata per oltre un’ora e 200 scatti.
A breve, come dicevo sopra, molte di queste foto finiranno nelle gallerie di GegeOnLine. Ma il sabato potrebbe riservare ulteriori sorprese… speriamo!!

Archivio articoli

Creative Commons License

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. Le immagini di questo sito possono essere utilizzate gratuitamente, per scopi senza fini di lucro, dietro semplice richiesta via mail, oppure acquistate su iStockphoto.