natura e animali

Muore a 176 anni la tartaruga di Darwin

Immagine tratta da Internet

Una foto, tratta dal web, della tartaruga Harriet, morta all'età di 176 anni.

La notizia è di qualche giorno fa, ma la morte dell’orso Bruno ha un po’ monopolizzato la scena. Il 23 giugno scorso è morta la tartaruga più vecchia del mondo nello zoo australiano che la ospitava da circa 17 anni. Il veterinario del giardino zoologico ha riferito che l’animale ha avuto un infarto e non ha sofferto.

Harriet, così era stato chiamata questo esemplare di testuggine delle Galapagos, aveva l’incredibile età 176 anni ed in molti hanno identificato in lei l’esemplare di tartaruga che ha ispirato gli studi sull’evoluzione di Charles Darwin, il famoso naturalista del XIX secolo. Un test del dna aveva reso più credibile questa credenza poiché la nascita della tartaruga era stata fatta risalire al 1830 circa, qualche anno prima del viaggio compiuto da Darwin sulle isole Galapagos (1835). Tuttavia la tartaruga Harriet apparteneva ad una sottospecie che vive solo su un’isola che non è mai stata visitata dal naturalista inglese.

Bruno continua a far parlare di sé

Prima di tornare a parlare di Bruno, una brevissima riflessione – su spunto di Yubi – su come è stata trattata l’intera vicenda. E’ giustissimo che la notizia abbia avuto tutto questo rilievo, ma è triste che si debba arrivare a casi limite per rendersi conto di quanto ogni giorno perdiamo. A volte ci si accorge che qualcosa manca solo quando non c’è più, altre volte invece le cose passano del tutto inosservate. E così c’è chi si stupisce di non sentire più le rondini gridare nel cielo d’estate o di vedere le lucciole quando si reca in campagna o in montagna; per altri, invece, queste cose non sono importanti… ma l’orso… eh, quello sì che lo vedono!

Bando alle polemiche, leggendo oggi l’Alto Adige trovo ancora numerose reazioni sull’abbattimento di Bruno. Non so a livello nazionale se la notizia ha avuto così ampio rilievo (ne parla comunque Beppe Grillo nel suo blog), ma a livello locale sta creando un vero e proprio fiume di opinioni. Sul quotidiano di oggi c’erano di nuovo quattro pagine dedicate alla vicenda: un’intera pagina che ricostruisce le ultime ore di vita di Bruno (scacciato poco prima dal alcune mucche al pascolo), diversi riquadri con le reazioni di politici ed associazioni (un po’ quelli che avevo indicato ieri), un articolo di mezza pagina sul progetto “Life Ursus” e soprattutto molte lettere arrivate in redazione dai lettori del quotidiano. Ma non solo.
Qualche stralcio delle lettere:

«Siamo di fronte all’ennesima prova che l’essere umano ha avuto un grande dono dalla vita, ma non è in grado di gestirlo… l’intelligenza!»

«Sono indignato e offeso da tanta barbarie. Mi riferisco a quei criminali che hanno sparato: si, è vero, su ordine governativo, ma la loro coscienza? Potevano tranquillamente usare un dardo soporifero […]».

«Grave scelta quella di abbattere Bruno. Non mi è chiaro se è stato ucciso da cacciatori comuni o gente dal grilletto facile mandata lì apposta dal governo…»

«Lavoro da diversi anni all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove gli orsi bruni vivono da sempre. Non sono animali socievoli, ma aggrediscono solo se si sentono in vero pericolo […]. Sappiate che i lupi e gli orsi, quando sentono odore umano fuggono. Perciò ritengo che la caccia sia stata spietata».

«Uccidendo Bruno la Germania ha lanciato un messaggio devastante sul piano educativo. Inoltre, la voce delle sensibilità civili e animaliste è stata bypassata con spocchia e pseudo argomentazioni logistico-etologiche da far paura. Vincono i cacciatori, perciò, vince la legge del più forte a far da velo trasparentissimo all’incapacità di allestire un piano per la cattura dell’animale per un suo ricollocamento negli spazi più idonei alla sua ed altrui sicurezza».

E c’è anche chi ha risposto con una lettera molto ironica all’alpinista (nonché deputato europeo) Reinhold Messner dopo che quest’ultimo aveva espresso il suo parere in merito alla questione facendo quasi della “psicanalisi animalesca”, sostenendo tra le altre cose che Bruno non si sarebbe reso conto che il posto dov’era finito non era il suo habitat naturale, che il suo habitat in realtà erano i boschi del Trentino dove è nato… mah!
Ad ogni modo alle lettere di lettori indignati si aggiungono anche alcune lettere polemiche nei confronti del “buonismo” diffuso di questi giorni. E tutto sommato qualcuno ha anche ragione, come l’autore del primo dei tre stralci di lettere seguenti che si riallaccia al discorso con cui ho aperto questo post e con il quale mi ritrovo certamente d’accordo (e potrebbero essere citati moltissimi altri casi simili a quello indicato).

«Attenti al buonismo forzato da “settimo cielo”, per l’orso bruno. Ovviamente, esistevano alternative ed è molto strana una reazione del genere da un Paese, la Germania, che ha una sensibilità venatoria più accentuata della nostra. I problemi dell’animalismo spinto non sono questi! Sono i casi dello scoiattolo americano nel bosco di Stupinigi, che in breve ha quasi totalmente decimato la popolazione degli autoctoni […]».

«Sono sicuro che tutti coloro che hanno versato lacrime per l’orso ucciso (stupidamente ed inutilmente, ovvio…) non mangiano più carne animale, altrimenti perché non piangere per i milioni di polli o maiali macellati ogni giorno?»

«E se un giorno quell’orso aggredisse un bambino anziché le pecore, che cosa direbbero quelli del WWF che lo hanno liberato?»

All’ultima delle tre lettere citate, però, risponde involontariamente un altro lettore con queste parole:

«La scorsa settimana ero in bici a Caprera. C’era un cartello stradale: “Vietato dar da mangiare ai cinghiali”. Anche un cinghiale potrebbe aggredire un bambino, come un cane od un gatto! Abbattiamoli tutti».

Ancora sull’orso ucciso in Germania

bruno02Ha avuto un certo rilevo la notizia dell’orso, amichevolmente battezzato come “Bruno”, abbattuto alle 4.50 di ieri nel sud della Germania. Il quotidiano locale, l’Alto Adige, ha dedicato alla vicenda un ampio spazio in prima pagina ed un dettagliato servizio all’interno (da pagina 16 a pagina 20); numerose sono state le reazioni del mondo ambientalista ed anche di quello politico con il leader dei Verdi nonché Ministro per l’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, e numerose personalità politiche del Trentino Alto Adige. Da ogni parte arrivano condanne nei confronti di quest’azione che ha risolto il problema (comunque reale e riconosciuto) nel peggiore dei modi possibili.
Ecco alcune reazioni.

WWF Italia (fonte: www.wwf.it)
«“Abbattere animali appartenenti a specie protette è un atto gravissimo – accusa Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia – L’orso Bruno tra l’altro è il frutto di un progetto di conservazione, è un esemplare nato da soggetti reintrodotti nell’ambito del progetto Life Ursus al Parco dell’Adamello-Brenta. Noi del WWF cerchiamo di lavorare a favore della conservazione. Qualcuno invece altrove spara, distruggendo anni di lavoro”.
In più occasioni il WWF ha in queste settimane offerto e messo a disposizione la propria esperienza nella gestione dei conflitti, per altro risolti con successo in Italia, specie in Abruzzo. L’orso era monitorato e tutte le informazioni erano trasferite alle autorità locali.
“Non c’è giustificazione per quanto accaduto stamattina all’alba. – sostiene Michele Candotti, Segretario generale WWF Italia – Battute di caccia contro un orso sono il segno di una sconfitta. Ci sono misure e tecniche consolidate per allontanare gli orsi dai centri abitati. Ci scandalizziamo quando in Africa o in India le popolazioni locali uccidono specie protette come elefanti, tigri. Noi oggi non abbiamo nulla da insegnare. Abbiamo agito esattamente allo stesso modo”.
L’intera vicenda dell’orso Bruno mostra poi come nella rete ecologica europea si siano aperte falle vistose. Non c’è continuità nella rete, né condivisione di metodologie. E’ necessario ripartire dal recupero di questa continuità per scongiurare brutte sconfitte come quella di oggi».

LAV – Lega Anti Vivisezione (fonte: www.infolav.org)
«“La condanna a morte di Bruno è stata una decisione vergognosa – dichiara Ennio Bonfanti, responsabile del settore ‘fauna’ della LAV – perché non c’era nessun motivo per ucciderlo: bastava risarcire gli allevatori di pecore eventualmente danneggiati e aspettare che Bruno ritornasse nel fitto delle foreste, magari nelle Alpi italiane da dove proveniva. Si è trattato di un killeraggio premeditato, dettato da una inaccettabile quanto primitiva paura di un animale che nell’ignoranza è sempre stato dipinto come nemico dell’uomo. La sua imbalsamazione, poi, rappresenta un grottesco e macabro atto di disprezzo per la vita di un essere vivente”.
La LAV fa notare che in Italia le leggi vigenti avrebbero assolutamente impedito la fucilazione di Bruno, che per il nostro diritto (legge 157 del 1992) è una “specie particolarmente protetta” considerata quale “patrimonio dello Stato” da tutelare anche “nell’interesse della comunità internazionale”. E’ paradossale ed incredibile che la Germania – dai più ritenuta un Paese con una sensibilità verso la natura e gli animali maggiore di quella riscontrabile in Italia – abbia deciso di fucilare l’innocuo orso per il quale il Governo italiano (nella persona del Ministro dell’Ambiente on. Pecoraio Scanio) aveva ufficialmente chiesto la “grazia”.
“E’ stata palesemente ed arrogantemente violata la Convenzione di Berna sulla vita selvatica in Europa del 1979, recepita in tutta l’Unione con la Decisione 82/72/CEE del 1981 – denuncia Bonfanti – che tutela gli orsi europei. Chiederemo quindi alla Commissione europea di aprire una procedura d’infrazione contro la Repubblica tedesca per violazione del diritto comunitario. In ogni caso, chiediamo al Ministro Pecoraio Scanio di protestare ufficialmente contro questa vergognosa esecuzione chiedendo l’intervento ufficiale del Comitato permanente di vigilanza sulla Convenzione presso il Consiglio d’Europa”».

Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente (fonte: Alice News)
«“Un brutto segnale per chi ha a cuore il ritorno e la difesa di questo animale”. E’ il commento del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sull’abbattimento di Jj1, l’orso che aveva passato il confine italiano, finendo in Baviera dove le autorità gli hanno dato la caccia per settimane. “Abbiamo fatto di tutto per cercare di evitare quanto accaduto. Putroppo non ci siamo riusciti – aggiunge Pecoraro – Ma l’ondata di simpatia che si è diffusa in queste settimane intorno a ‘Bruno’, così come le reazioni negative oggi alla notizia della sua uccisione, ci fanno ben sperare per il futuro. Ecco, la brutta notizia di oggi almeno rafforza la convinzione di quanto l’orso sia amato e ben visto”.  […]
“Il Governo Italiano – sottolinea Pecoraro – non può che fermamente richiamare l’attenzione dei paesi europei interessati al rispetto dei principi di cui all’allegato 1 della Direttiva Habitat, e riconfermare l’opportunità che, indipendentemente da ogni protocollo per la gestione dell’orso, ci si attendeva un coordinamento più accentuato al fine di salvaguardare la vita dell’animale. L’Italia non può accettare che il controllo della popolazione alpina di orsi avvenga attraverso l’abbattimento di individui.
Lo sconfinamento di esemplari appartenenti alla crescente popolazione italiana rappresenta sicuramente un elemento di successo del progetto ‘Life Ursus’, attivo in Trentino e cofinanziato dalla Comunità Europea. Tale progetto prevede infatti nei prossimi anni il raggiungimento di una popolazione di 40-50 orsi che non possono in alcun modo rimanere all’interno del territorio trentino. Tale situazione rende indispensabile un coordinamento ed un raccordo tra i protocolli di gestione dell’orso nei diversi paesi, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Berna.
L’Italia – ha continuato Pecoraro – sta anche approntando un progetto di supporto strategico alla nuova situazione con un budget di 230 mila euro destinato alle attrezzature per il radiomonitoraggio, alla cattura e trasporto degli orsi, al potenziamento dei laboratori di genetica, ai corsi di formazione, alla costituzione della banca dati e, come estrema soluzione, anche ad attrezzare nuove aree faunistiche di recettività per individui problematici”».

Hanno ucciso Bruno!

brunoEra il 26 maggio è sulle pagine di alcuni quotidiani (online e non) veniva data la notizia del possibile abbattimento di “Bruno”, l’orso che dal parco dell’Adamello-Brenta si è spinto fino in Baviera (a lato una foto dell’orso tratta da Repubblica.it) dove ha avuto un benvenuto tutt’altro che caloroso. Repubblica riportava così la notizia:

«Forse è stato già abbattuto da cacciatori di frodo l’orso che ha sconfinato dal Trentino all’Austria, fino ad arrivare in Germania. Lo sostiene il tabloid berlinese “B.Z.”: la tesi si basa sull’assenza di orme e di escrementi sul terreno, nonchè sulla constatazione che da lunedì scorso nessun animale è stato ucciso da “Bruno” per nutrirsi. Oltretutto il plantigrado non era disturbato dalla presenza umana.
Il giornale ritiene possibile che cacciatori di frodo abbiano ucciso l’animale per conservare come un trofeo la testa, la pelle e gli artigli. Manfred Woelfl, incaricato dal governo bavarese di seguire da vicino gli sviluppi del caso, ha detto di non poter escludere l’ipotesi
».

La notizia è stata poi smentita grazie all’avvistamento dell’animale che sarebbe rientrato in Tirolo, evitando così di essere abbattuto in territorio tedesco.
Ma a distanza di un mese esatto arriva la notizia – certa, questa volta – che, purtroppo, “Bruno” è stato abbattuto da un gruppo di cacciatori in seguito al via libera delle autorità. Riporto di seguito la notizia tratta da Virgilio News.

«Monaco, 26 giu. (Ap) – “Gli hanno sparato. E’ morto”: così, rimandando ad una prossima conferenza stampa ulteriori dettagli, il funzionario del governo regionale bavarese Manfred Woelfl ha annunciato l’abbattimento di “Bruno”, all’anagrafe “Jj1”, l’orso bruno al quale le autorità del Land davano la caccia da settimane.
Secondo fonti del ministero dell’Ambiente del Land bavarese “Bruno”, ancora un cucciolo, sarebbe stato abbattuto da un gruppo di cacciatori. Dopo due settimane di inseguimenti infruttuosi, sabato scorso le autorità avevano dato luce verde per l’uccisione del plantigrado, che aveva abbandonato il Parco dell’Adamello, nel Trentino, e che nei suoi vagabondaggi in Baviera e nel vicino Tirolo aveva ucciso numerose pecore, avvicinandosi anche senza alcun timore alle abitazioni.
“Bruno” faceva parte di un gruppo di venti cuccioli avuti da Jurka e Joze, coppia di orsi sloveni (di qui la denominazione anagrafica ufficiale di “Jj1”) e importati per ripopolare le montagne del Trentino
».

Si conclude così anche questa vicenda, purtroppo in maniera tutt’altro che felice. Non posso dire di essere d’accordo con la decisione presa dalle autorità tedesche; mi rifiuto di credere che non vi fossero altre possibilità, che non fosse possibile addormentarlo per riportarlo in Trentino (dopotutto se l’hanno ucciso avrebbero anche potuto addormentarlo!), pur comprendendo le motivazioni che hanno portato a questa decisione.
E ritorno a chiedermi per quale motivo i grandi predatori si avvicinano così tanto all’uomo… non sarà “FORSE” che le loro prede naturali (ungulati, lepri e simili) hanno subito un declino tale da renderne difficoltosa la caccia per un predatore? Certo un conto è l’uomo con fucili ipertecnologici che fa fuoco da centinaia di metri di distanza… altro discorso è avvicinarsi abbastanza per predarli…

Il lupo torna in Alto Adige

Lo apprendo dalle pagine del quotidiano “Alto Adige” che su questo argomento ha scritto un articolo (pag. 16 dell’edizione di giovedì 1 giugno). In realtà non ha ancora scavalcato il confine, ma pare che al momento si trovi in una zona della Svizzera confinante con la Val Venosta. Ma gli esperti dicono che è solo questione di tempo: il lupo, dopo l’orso e la lince, farà ritorno in Alto Adige! Questa è certamente un’ottima notizia dal punto di vista della biodiversità, che andrà ad arricchirsi di un altro grande predatore che storicamente viveva su tutto l’arco alpino.
Il timore, però, è che ci sia una nuova ondata di persecuzioni da parte dei contadini, supportati da una Provincia dal “grilletto facile”; non sarebbe la prima volta… basta leggere alcuni miei vecchi post per capire il problema:
Orsi, aironi, cigni… BANG!!!
Alè… adesso è il turno delle marmotte!

Il problema dei grandi predatori, esagerazioni a parte, è purtroppo un problema reale; tra caccia e distruzione dell’habitat (in favore di pascoli e strutture per il turismo), negli ultimi 15 anni la fauna selvatica ha subito un drastico calo. Mia madre ricorda che quando insegnava a Malles, in Val Venosta, ogni mattina dal treno vedeva fagiani e caprioli a decine nei prati che costeggiavano la ferrovia, ma ora non è più così. Cosicché il timore, parzialmente fondato visti i precedenti con l’orso, è che ci siano quasi esclusivamente razzie di animali domestici (pecore, galline, ecc.). Speriamo bene…

Quel nido vuoto…

Qualche settimana fa avevo scritto con entusiasmo del “white pigeon” che ha fatto il nido vicino alla finestra del mio ufficio. Non ho però più postato aggiornamenti sul blog perché dopo i giorni di attività assidua per diversi giorni nessuno dei due della coppia si è più fatto vedere. Un giorno il “white pigeon” è tornato, ma ha abbandonato quel nido costruito con tanta fatica. Il motivo mi è ignoto. Poi, a peggiorare la situazione, il fatto che hanno tolto le impalcature che fornivano al nido un po’ di protezione.
Da un paio di settimane quel nido è tristemente vuoto, anche se oggi una nuova coppia di colombi sembra aver manifestato un certo interesse. Per circa una mezz’ora hanno occupato l’intreccio di ramoscelli… ad un tratto sembrava quasi che la femmina stesse facendo l’uovo (si muoveva in maniera molto strana), ma adesso guardo fuori dalla finestra e vedo di nuovo solo un nido vuoto.

Sarei molto curioso di veder portare avanti la cova, di veder crescere i piccoli piccioni (anche se sono tra i pulcini più brutti che io abbia visto!) e vederli prendere il volo per la prima volta. Probabilmente questo sarà impossibile… la finestra viene aperta per arieggiare i wc (che tra l’altro son quelli dei detenuti) ed evidentemente questo disturba i “pigeon” che volessero stabilirsi su quel cornicione. Però non si sa mai…

Webcam e dintorni

webcam gheppioQualche giorno fa segnalavo le webcam del falco pellegrino di Roma, prendendo spunto da quella dei falchi di Bologna di cui han dato la notizia al telegiornale. Ma la cosa, devo dire, mi ha abbastanza appassionato e così ho cercato qualche altra webcam interessante sul genere.

Vi segnalo qui un po’ di indirizzi che ho trovato…


Indirizzo:
www.birdcam.it/webcam-5/
Soggetto: gheppio
Descrizione: questa webcam fa sempre parte del circuito “Birdcam”, ma tra le 4 webcam è probabilmente la più interessante. L’aggiornamento è frequente quanto quella dei falchi pellegrini di Bologna, ma si può seguire anche di notte grazie alla visione a infrarossi. Al momento il gheppio sta covando 2 uova.

Indirizzo: www.provincia.bologna.it/polizia/webcam/
Soggetto: falco pellegrino
Descrizione: questi sono invece i due famosi falchi pellegrini di Bologna; sul sito “Birdcam” l’aggiornamento non è frequente, ma sul sito originale della Polizia Provinciale di Bologna c’è un applet Java con un refresh un po’ più rapido. I piccoli sono già nati!

Indirizzo: www.nwf.org/wildlife/baldeagle/webcam.cfm
Soggetto: aquila dalla testa bianca
Descrizione: qui si va all’estero, ma ne vale la pena. Non tanto per il soggetto, quanto per il fatto che la webcam è in streaming continuo. Niente refresh ogni 4-5 secondi, quindi, ma una vera e propria ripresa. L’unica cosa che chiedono i gestori del sito è di non guardare più di 5-10 minuti per evitare la congestione del server.

Indirizzo: www.pge.com/peregrinenestcam/
Soggetto: falco pellegrino
Descrizione: anche questa, come quella sopra, è in ripresa continua e viene dall’estero. All’ora in cui scrivo è buio (il fuso orario è da tener presente), ma ieri ho seguito per diversi minuti il falco in cova sulle uova. Bellissima!

Indirizzo: media.listenz.com/live/falcon.asx
Soggetto: falco pellegrino
Descrizione: probabilmente la più interessante tra tutte le webcam che vi sto segnalando. Perché oltre ad alternarsi tra 3 diverse telecamere, puntate sul nido in diverse angolazioni, permette anche di sentire i falchi! Al momento, la coppia sta covando ben 5 uova che ancora non si sono schiuse. Anche questa è in America e a quest’ora (10.50 di mattina, ora italiana) è tutto buio.

Indirizzo: http://www.myforesthome.co.uk/webcams.htm
Soggetto: riccio, cince ed altri uccelletti
Descrizione: webcam multiple! Ben 7 webcam di cui 3 puntate in due nidi artificiali (uno occupato da cince), 1 su una vaschetta per il bagnetto, 1 nella tana di un riccio, e 2 su delle mangiatoie.

Se ne trovo altre vi faccio sapere… ma per ora ce n’è per ore di osservazioni 😉

Il cormorano morto nel Passirio non aveva l’aviaria

Finalmente è arrivato il risultato dei test eseguiti sulla carcassa di un cormorano trovato morto le scorse settimane in riva al Passirio. Si trattava di uno degli 8 cormorani che da circa un mese hanno fatto sosta a Merano, vicino al centro città. E’ una bella notizia, specie per me che cormorani, aironi & company li vado a fotografare…

Falchi pellegrini in diretta

Ieri sera al telegiornale, tra le tante e spesso insulse notizie di politica, m’è saltato all’occhio un servizio su 2 falchi pellegrini che hanno nidificato a Bologna, in città. Ma non sono i primi ad aver fatto questa strana scelta: da 7 anni un’altra coppia nidifica in una finestra del Fiera district di Bologna. E proprio per loro, la Polizia Provinciale ha allestito sul proprio sito uno spazio webcam che ogni 30 secondi ci aggiorna sulla vita dello splendido animale. E per loro è stato creato anche un blog che, giorno per giorno, racconta la loro vita.
Ma se l’idea vi piace, ancora meglio sono le due webcam piazzate alla Facoltà di Economia dell’Università di Roma. Il tempo di refresh delle webcam è infatti di appena 4 secondi e permette quindi di seguire davvero in diretta tutta la vita dei rapaci. Non potendo (per motivi tecnici a me ignoti) mettervi dei link pop-up direttamente, vi riporto l’indirizzo dove, cliccando su “DETTAGLIO” è possibile avere 2 finestrelle popup con le immagini riprese dalle webcam:
http://www.birdcam.it/webcam-1/

Chissà… potrebbe essere interessante fare lo stesso con il “pigeon” che ha fatto il nido vicino al mio ufficio! Che tra parentesi… erano 3 giorni che i 2 non si facevano vedere, ma oggi la coppia è tornata a farci visita. Adesso spero solo che quel pirla del mio collega non si metta di nuovo a spaventarli (come ha fatto in altre occasioni), specie nel momento in cui avranno (se le avranno) le uova.

P.S.: credo che a breve inserirò qui a destra un ulteriore menù con i link ad alcuni blog interessanti che penso inizierò a seguire. E man mano la lista potrebbe allungarsi…

Il “pigeon” ha fatto il nido!

Ok, ok… a volte sono peggio dei bambini! Ma come potevo non notare che una coppia di colombi sta preparando il proprio nido a pochi metri dalla finestra del mio ufficio?
Erano già alcuni giorni che un “pigeon” (come li chiamiamo io ed il mio collega Simon) bianco girava sul davanzale della saletta server in cui lavoriamo. In questi giorni spesso lo vediamo passare o fermarsi sulle impalcature che in questi mesi sono state alzate attorno a tutto il Tribunale per lavori di ristrutturazione e che, naturalmente, sono anche davanti alle nostre finestre. Poi questa mattina lo vedo con dei rametti nel becco; guardo dalla finestra e vedo che sul davanzale della finestra di un bagno, nell’angolo, c’è un altro “pigeon” comodamente adagiato su un letto di ramoscelli. Stanno facendo il nido! 🙂
Lo so… probabilmente a molti non interessa e, anzi, so che a molti i colombi (o piccioni) non piacciono. Di loro si dice che sono invadenti, che sporcano, che portano malattie. In realtà sono uccelli come tanti altri che vivono nelle nostre città e che, nel loro intento di “metter su famiglia”, fanno tenerezza come qualsiasi altro essere vivente.
Alché mi vengono in mente, e con queste chiudo il post, le parole della canzone di Povia all’ultimo Festival di Sanremo che da un lato può sembrare stupida, ma che dall’altro è una canzone significativa e riporta alla mente alcuni valori che si vanno dimenticando:

Più o meno come fa un piccione
Lo so che è brutto il paragone
Però vivrei con l’emozione
Di dare fiducia a chi mi tira il pane
Più o meno come fa un piccione l’amore sopra il cornicione
Ti starei vicino nei momenti di crisi
E lontano quando me lo chiedi
Dimmi che ci credi e che ti fidi…

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