lav

Siamo alle solite…

Dal neonato blog di Roby, apprendo che la LAV (Lega Anti Vivisezione) ha a che fare con una nuova emergenza. E’ prevista infatti l’ennesima strage di foche e soprattutto di cuccioli. Ma questa volta non si tratta delle foche che vivono al circolo polare artico, come si potrebbe pensare… ad essere seriamente a rischio, oggi, sono le foche del capo della Namibia.

Secondo quanto stabilito dal governo del paese africano, saranno uccise circa 86.000 foche, di cui ben 80.000 dovrebbero essere cuccioli ed i restanti 6.000 esemplari adulti. Le motivazioni? Le solite: «le foche costituiscono una minaccia per la pesca locale». Ma sappiamo tutti molto bene che i motivi sono solo legati al business delle pelli dei cuccioli e al commercio di “feticci” rivenduti in Asia come medicine afrodisiache.
E’ necessario che paesi come la Namibia comprendano che la loro più grande risorsa è il patrimonio ambientale ed il turismo sostenibile. Uccidere le foche può forse essere un guadagno… e poi? Passeranno a leoni, elefanti, coccodrilli, rinoceronti neri, zebre?

La LAV sta promuovendo un appello per fermare questa ennesima crudeltà. Forse non è molto, ma potete aiutarla anche voi inviando un’e-mail (già predisposta) al Console della Namibia in Italia. Bastano solo un paio di minuti. Io l’ho appena fatto… fatelo anche voi!

Ancora sull’orso ucciso in Germania

bruno02Ha avuto un certo rilevo la notizia dell’orso, amichevolmente battezzato come “Bruno”, abbattuto alle 4.50 di ieri nel sud della Germania. Il quotidiano locale, l’Alto Adige, ha dedicato alla vicenda un ampio spazio in prima pagina ed un dettagliato servizio all’interno (da pagina 16 a pagina 20); numerose sono state le reazioni del mondo ambientalista ed anche di quello politico con il leader dei Verdi nonché Ministro per l’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, e numerose personalità politiche del Trentino Alto Adige. Da ogni parte arrivano condanne nei confronti di quest’azione che ha risolto il problema (comunque reale e riconosciuto) nel peggiore dei modi possibili.
Ecco alcune reazioni.

WWF Italia (fonte: www.wwf.it)
«“Abbattere animali appartenenti a specie protette è un atto gravissimo – accusa Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia – L’orso Bruno tra l’altro è il frutto di un progetto di conservazione, è un esemplare nato da soggetti reintrodotti nell’ambito del progetto Life Ursus al Parco dell’Adamello-Brenta. Noi del WWF cerchiamo di lavorare a favore della conservazione. Qualcuno invece altrove spara, distruggendo anni di lavoro”.
In più occasioni il WWF ha in queste settimane offerto e messo a disposizione la propria esperienza nella gestione dei conflitti, per altro risolti con successo in Italia, specie in Abruzzo. L’orso era monitorato e tutte le informazioni erano trasferite alle autorità locali.
“Non c’è giustificazione per quanto accaduto stamattina all’alba. – sostiene Michele Candotti, Segretario generale WWF Italia – Battute di caccia contro un orso sono il segno di una sconfitta. Ci sono misure e tecniche consolidate per allontanare gli orsi dai centri abitati. Ci scandalizziamo quando in Africa o in India le popolazioni locali uccidono specie protette come elefanti, tigri. Noi oggi non abbiamo nulla da insegnare. Abbiamo agito esattamente allo stesso modo”.
L’intera vicenda dell’orso Bruno mostra poi come nella rete ecologica europea si siano aperte falle vistose. Non c’è continuità nella rete, né condivisione di metodologie. E’ necessario ripartire dal recupero di questa continuità per scongiurare brutte sconfitte come quella di oggi».

LAV – Lega Anti Vivisezione (fonte: www.infolav.org)
«“La condanna a morte di Bruno è stata una decisione vergognosa – dichiara Ennio Bonfanti, responsabile del settore ‘fauna’ della LAV – perché non c’era nessun motivo per ucciderlo: bastava risarcire gli allevatori di pecore eventualmente danneggiati e aspettare che Bruno ritornasse nel fitto delle foreste, magari nelle Alpi italiane da dove proveniva. Si è trattato di un killeraggio premeditato, dettato da una inaccettabile quanto primitiva paura di un animale che nell’ignoranza è sempre stato dipinto come nemico dell’uomo. La sua imbalsamazione, poi, rappresenta un grottesco e macabro atto di disprezzo per la vita di un essere vivente”.
La LAV fa notare che in Italia le leggi vigenti avrebbero assolutamente impedito la fucilazione di Bruno, che per il nostro diritto (legge 157 del 1992) è una “specie particolarmente protetta” considerata quale “patrimonio dello Stato” da tutelare anche “nell’interesse della comunità internazionale”. E’ paradossale ed incredibile che la Germania – dai più ritenuta un Paese con una sensibilità verso la natura e gli animali maggiore di quella riscontrabile in Italia – abbia deciso di fucilare l’innocuo orso per il quale il Governo italiano (nella persona del Ministro dell’Ambiente on. Pecoraio Scanio) aveva ufficialmente chiesto la “grazia”.
“E’ stata palesemente ed arrogantemente violata la Convenzione di Berna sulla vita selvatica in Europa del 1979, recepita in tutta l’Unione con la Decisione 82/72/CEE del 1981 – denuncia Bonfanti – che tutela gli orsi europei. Chiederemo quindi alla Commissione europea di aprire una procedura d’infrazione contro la Repubblica tedesca per violazione del diritto comunitario. In ogni caso, chiediamo al Ministro Pecoraio Scanio di protestare ufficialmente contro questa vergognosa esecuzione chiedendo l’intervento ufficiale del Comitato permanente di vigilanza sulla Convenzione presso il Consiglio d’Europa”».

Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente (fonte: Alice News)
«“Un brutto segnale per chi ha a cuore il ritorno e la difesa di questo animale”. E’ il commento del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sull’abbattimento di Jj1, l’orso che aveva passato il confine italiano, finendo in Baviera dove le autorità gli hanno dato la caccia per settimane. “Abbiamo fatto di tutto per cercare di evitare quanto accaduto. Putroppo non ci siamo riusciti – aggiunge Pecoraro – Ma l’ondata di simpatia che si è diffusa in queste settimane intorno a ‘Bruno’, così come le reazioni negative oggi alla notizia della sua uccisione, ci fanno ben sperare per il futuro. Ecco, la brutta notizia di oggi almeno rafforza la convinzione di quanto l’orso sia amato e ben visto”.  […]
“Il Governo Italiano – sottolinea Pecoraro – non può che fermamente richiamare l’attenzione dei paesi europei interessati al rispetto dei principi di cui all’allegato 1 della Direttiva Habitat, e riconfermare l’opportunità che, indipendentemente da ogni protocollo per la gestione dell’orso, ci si attendeva un coordinamento più accentuato al fine di salvaguardare la vita dell’animale. L’Italia non può accettare che il controllo della popolazione alpina di orsi avvenga attraverso l’abbattimento di individui.
Lo sconfinamento di esemplari appartenenti alla crescente popolazione italiana rappresenta sicuramente un elemento di successo del progetto ‘Life Ursus’, attivo in Trentino e cofinanziato dalla Comunità Europea. Tale progetto prevede infatti nei prossimi anni il raggiungimento di una popolazione di 40-50 orsi che non possono in alcun modo rimanere all’interno del territorio trentino. Tale situazione rende indispensabile un coordinamento ed un raccordo tra i protocolli di gestione dell’orso nei diversi paesi, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Berna.
L’Italia – ha continuato Pecoraro – sta anche approntando un progetto di supporto strategico alla nuova situazione con un budget di 230 mila euro destinato alle attrezzature per il radiomonitoraggio, alla cattura e trasporto degli orsi, al potenziamento dei laboratori di genetica, ai corsi di formazione, alla costituzione della banca dati e, come estrema soluzione, anche ad attrezzare nuove aree faunistiche di recettività per individui problematici”».

Un fioretto pasquale: risparmiamo capretti e agnelli

caprettaCi sono tradizioni talmente radicate nelle culture che ancora oggi vengono praticate, a distanza di secoli. Alcune di queste si risolvono nel maltrattamento degli animali, come ad esempio la festa della palombella ad Orvieto in occasione di Pentecoste; in altre si tratta di vere e proprie stragi in occasione di particolari feste… Per capirci, negli States fanno strage di tacchini per la festa del ringraziamento, qui in Italia invece, in occasione della Pasqua, siamo noi a fare strage di agnelli e capretti.

La LAV (Lega Anti Vivisezione) riporta sul suo sito proprio in questi giorni alcune cifre: «nel corso della Pasqua del 2005 sono stati macellati 774.958 agnelli e agnelloni contro i 771.164 della Pasqua del 2004, con un totale di 892.914 ovini e caprini macellati per la Pasqua 2005 contro 928.261 per la festività del 2004 (dati Istat)». E’ vero che si tratta di una tradizione, ma è vero anche che è una crudeltà verso gli animali che in questo periodo, a poche settimane di vita, vengono uccisi in massa per finire sulle tavole degli italiani.
Personalmente sono contrario alla macellazione dei cuccioli (sono anni che non mangio più nemmeno la carne di vitello, neanche quando sono invitato a casa di qualcuno) perché, come per la caccia, credo sia più uno “sfizio” che una necessità; tanto più che questi animali spesso vengono “pompati” con ormoni ed altre schifezze in modo che siano belli pasciuti prima di finire sul banco della macelleria.
A Pasqua mia madre cucinerà pappardelle con i funghi, verdure ripiene al forno e… boh… per il resto deve ancora pensarci. Ma sicuramente non ci sarà né agnello né capretto.
Con questo post quindi chiedo a chi mi sta leggendo di fare un piccolo fioretto…

Non comprate agnello o capretto
per il pranzo di Pasqua!

Scegliete un menù alternativo, anche a base di carne se credete, ma fermiamo questa “mattanza” che ogni anno si compie in pochissimi giorni in nome di una tradizione che, magari mi sbaglio, lascia un po’ il tempo che trova. Quanti sanno perché a Pasqua si mangiano agnello e capretto?
Mi raccomando… pensateci!!

Archivio articoli

Creative Commons License

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. Le immagini di questo sito possono essere utilizzate gratuitamente, per scopi senza fini di lucro, dietro semplice richiesta via mail, oppure acquistate su iStockphoto.