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Fotografia naturalistica di Giorgio Perbellini
Un episodio di qualche anno fa…
Ultimamente su moltissimi blog stanno spopolando i test che dovrebbero servire a raccontare qualcosa di più su chi scrive. Sarei molto tentato di farne uno e, anzi… uno l’avrei anche già compilato. Ma per farvi sapere qualcosa di più su di me, vi racconterò invece un episodio divertente che mi è capitato qualche anno fa, nel marzo 2002.
Era un giorno di fine marzo per la seconda volta nel giro di pochi giorni sono andato al lago di Monticolo per fotografare i rospi che ogni anno si radunano lì a migliaia per la riproduzione. Sdraiato a terra, a pochi centimetri dal loro muso, li fotografavo con passione nella speranza di trovare lo scatto ideale. Mi son passati accanto turisti che mi guardavano male ed anche un avvocato che vedo spesso in tribunale, insieme a suo figlio, che mi ha chiesto se lo facevo per lavoro o per passione (e pensare che ci siamo incrociati decine di volte).
Poi è giunto il momento di rientrare. Ad una certa ora, si sa, in marzo il sole tramonta e fotografare in luce naturale diventa impossibile. Così ho riposto gli obiettivi nello zaino, il cavalletto nella sua borsa e mi sono avviato verso la mia Renault Clio per tornare verso casa. Apro il bagagliaio, mi tolgo e ripongo gli scarponi, metto una scarpa da ginnastica… ops! L’altra scarpa l’avevo buttata davanti. Poco male… chiudo il bagagliaio… ma mentre lo chiudo inorridisco! Non avevo aperto la macchina… solo il bagliaio. E le chiavi? Chiuse dentro, ovviamente!
Panico! Mi guardo intorno, controllo se per caso la macchina è aperta. Nulla. Mi ritrovo lì da solo, senza giacca (solo con il pile) e con una sola scarpa ai piedi. Il lago è isolato… si trova a diversi chilometri dal paese ed a più di 40 da casa. Prendo il telefono dalla tasca per chiamare a casa e farmi venire a prendere. Beep beep beep. Il cellulare si spegne. Il terrore…
Poi per fortuna passa una coppia. Li fermo, spiego al tizio la situazione ridicola in cui mi trovo e mi presta il telefono con cui chiamo a casa (dove partono fragorose risate e un po’ di scazzo per il fatto di dovermi venire a prendere). Ringrazio i miei “salvatori”, poi incomincia l’attesa…
Il sole tramonta, comincia a fare freddo ed io sono lì, in un luogo totalmente isolato, senza giacca e con una sola scarpa, ad attendere l’arrivo della macchina dei miei. Sento gli uccelli che salutano la notte, rumori e fruiscii tutto intorno a me. Poi ad un certo punto qualcosa di inaspettato… assisto alla vera e propria migrazione dei rospi! Sono centinaia… non appena si fa buio vedo questa miriade di anfibi che attraversa goffamente la strada cercando di raggiungere il canneto. Ci sono piccoli maschi, forse alla loro prima migrazione, ed enormi femmine che devono averne già vissute molte. Assisto quasi con commozione a quel momento, dimenticando per un po’ la situazione in cui mi trovo e sperando che i miei ritardino per poter osservare per qualche minuto in più quell’incredibile scena.
L’emozione si trasforma in rabbia quando un’automobile sfreccia sulla strada investendo alcuni animali che restano lì a terra sofferenti. Vedo una femmina con una zampa schiacciata ed un altro rospo moribondo più in là. Poi però un po’ di sollievo vedendo che un’altra auto fa invece zig zag tra le bestiole per non investirle, con una persona davanti che, a piedi, indica al conducente dove passare.
Sono rimasto lì per almeno mezz’ora ad attendere l’arrivo dei miei. E non ho potuto fare a meno di ammirare quello spettacolo che ogni anno si ripete, indirizzando anche alcune bestiole verso la giusta direzione per evitare che finissero sotto le ruote di qualche automobile.
Un episodio che i miei ricorderanno ancora a lungo ridendo, così come la mia ragazza a cui ho raccontato tutto quando son tornato a casa. Io la ricorderò come un’esperienza un po’ ridicola che però mi ha permesso di assistere ad un evento che pochi hanno avuto il privilegio di osservare.
Bicicletta
In mancanza della macchina fotografica, e approfittando del fatto che Jenny si è da poco comprata la bici nuova, anch’io in questi giorni ho riesumato la mia mountain bike dalla cantina dove è rimasta a impolverarsi dallo scorso anno. Se penso quanto m’è costata (750 Euro) dovrei mettermi una mano sul cuore e ripromettermi di usarla di più. Vabbè… per adesso ho fatto giusto qualche km per riprendere un po’ il ritmo… anche se mi sa tanto che dovrò darmi da fare visto che già così a momenti morivo! :embarace:
No, ma il brutto è che non è il fiato a mancarmi… e nemmeno le gambe. E’ proprio una questione di allenamento del cuore. Mi ricordo i tempi della palestra dove dovevo mantenere i battiti sui 130 al minuto… in questi due giorni che ho fatto qualche giretto in bici credo di aver avuto i battiti a 180! E pensare che un tempo mi facevo il giro dei castelli qui intorno… che non stanno propriamente in pianura.
Domani si ricomincia a lavorare, quindi fino al prossimo weekend non se ne parla… ho tutto il tempo per ripigliarmi! Hmmm… ammazza però che sega che sono!!! 😆
Ancora sul nucleare…
Brevissimo aggiornamento prima di andare a dormire (e sarebbe ora dato che domani mattina mi alzerò prestino per andare a scattare qualche foto) riprendendo il discorso sul nucleare; girando per i vari blog che seguo, ho visto che anche Beppe Grillo ne parla sul suo blog. La cosa che salta subito all’occhio sono le cifre relative ai costi dell’energia nucleare, superiori a quelli di qualsiasi altra fonte di energia. E non è Beppe Grillo a dirlo, ma gli studi di prestigiose università statunitensi ed anche uno studio della Bocconi di Milano…
Riporto pari pari: «Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) il costo di 1 kWh di energia elettrica [prodotta da centrali nucleari, ndr] costa 6,13 cent/$, da gas 4,96 cent/$, da carbone 5,34 cent/$, da fonte eolica 5,05 cent/$. Risultati analoghi sono stati presentati da studi della Chicago University e del Massachusetts Institute of Technology».
Meditate gente, meditate…
Ritorno al nucleare?
Il tema del nucleare in questo periodo è particolarmente attuale. A parte le tensioni internazionali per la vicenda iraniana, del nucleare si parla insistentemente anche qui in Italia, specie dopo la campagna elettorale per le elezioni, durante la quale si è parlato molto del problema energetico.
Ieri sera, su Canale 5, la trasmissione “Terra” era completamente dedicata all’argomento. Da un lato c’era chi sosteneva che il nucleare è un’energia pulita nonché l’unico futuro possibile per risolvere il problema energetico; dall’altra chi fa notare come le scorie del plutonio, utilizzato per la reazione nucleare, rimangono radioattive e pericolose per migliaia di anni (le nostre scorie in passato sono state smaltite nelle steppe della Russia).
Nel corso della trasmissione si è fatto riferimento anche ad un sondaggio fatto in Italia che, a distanza di quasi 20 anni dal referendum in cui l’80% dei votanti ha scelto di far chiudere le centrali italiane, vedrebbe oggi quasi il 44% della popolazione favorevole al ritorno del nucleare.
Ancora una volta ho la sensazione di vivere in un’epoca in cui si cerca la soluzione più rapida ai problemi ed in cui, in generale, c’è poca fiducia verso le proposte alternative. Mi chiedo se servirebbe una seconda Chernobyl per far capire alla gente la pericolosità della cosa… e Tutto sommato nel 1999 ci siamo andati vicini con la centrale giapponese di Tokaimura; e se è successo ad uno dei paesi tecnologicamente più avanzati del mondo, il rischio non è poi così remoto…
EARTH DAY: google e le fonti rinnovabili
Oggi, 22 aprile, viene celebrata in tutto il mondo la giornata della Terra; una celebrazione che ricalca le orme di una grande manifestazione ambientalista che tenutasi 36 anni fa e dalla quale è nato l’Earth Day Network. Denominatore comune della giornata è lo sviluppo sostenibile, necessario per preservare l’ambiente e dare un futuro al nostro pianeta.
Tra i temi principali, naturalmente, si affronta quello delle fonti di energia rinnovabili, cioè quella che oggi è la più grande sfida per tutti i paesi industrializzati. E proprio a questo argomento si ispira anche il logotipo che, per l’occasione, è stato sostituito al classico logo del motore di ricerca Google; e cliccando sull’immagine, che fa riferimento nello specifico al solare ed all’eolico, si accede direttamente alla ricerca delle parole “Earth day”. Se volete saperne di più su questa giornata, quindi, non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Quel nido vuoto…
Qualche settimana fa avevo scritto con entusiasmo del “white pigeon” che ha fatto il nido vicino alla finestra del mio ufficio. Non ho però più postato aggiornamenti sul blog perché dopo i giorni di attività assidua per diversi giorni nessuno dei due della coppia si è più fatto vedere. Un giorno il “white pigeon” è tornato, ma ha abbandonato quel nido costruito con tanta fatica. Il motivo mi è ignoto. Poi, a peggiorare la situazione, il fatto che hanno tolto le impalcature che fornivano al nido un po’ di protezione.
Da un paio di settimane quel nido è tristemente vuoto, anche se oggi una nuova coppia di colombi sembra aver manifestato un certo interesse. Per circa una mezz’ora hanno occupato l’intreccio di ramoscelli… ad un tratto sembrava quasi che la femmina stesse facendo l’uovo (si muoveva in maniera molto strana), ma adesso guardo fuori dalla finestra e vedo di nuovo solo un nido vuoto.
Sarei molto curioso di veder portare avanti la cova, di veder crescere i piccoli piccioni (anche se sono tra i pulcini più brutti che io abbia visto!) e vederli prendere il volo per la prima volta. Probabilmente questo sarà impossibile… la finestra viene aperta per arieggiare i wc (che tra l’altro son quelli dei detenuti) ed evidentemente questo disturba i “pigeon” che volessero stabilirsi su quel cornicione. Però non si sa mai…
Niente bis :-(
Questa notte è piovuto… adesso non piove più, ma il capanno (che è fatto con una specie di telo di stoffa pesante) dev’essere imbevuto d’acqua e il terreno bagnato. E’ rimandato tutto al prossimo weekend. In compenso mi son fatto una bella dormita fino alle 11! :suspect:
3 foto nelle gallerie
Ok, dai… ho messo 3 foto fatte oggi nelle gallerie “Fiori e funghi” e “Animali“, anche se speravo di poter pubblicare qualcosa di meglio, come ho scritto nel post precedente. Tutto sommato mi comincia anche a piacere la foto “affumicata” dell’airone… è particolare… dà un senso di malinconia e allo stesso tempo di tranquillità… boh, vedrò poi se metterla o meno.
Ah già, quasi dimenticavo! Le foto che ho inserito nelle gallerie sono quella dell’ape sul fiore, la foto di un papavero ed una macro di un ragnetto (4mm in tutto) che stava tessendo la sua tela sul capanno dove mi sono infilato.
Spero comunque domani di avere più fortuna e di tornare con qualcosa di bello davvero da mostrare!
Un fioretto pasquale: risparmiamo capretti e agnelli
Ci sono tradizioni talmente radicate nelle culture che ancora oggi vengono praticate, a distanza di secoli. Alcune di queste si risolvono nel maltrattamento degli animali, come ad esempio la festa della palombella ad Orvieto in occasione di Pentecoste; in altre si tratta di vere e proprie stragi in occasione di particolari feste… Per capirci, negli States fanno strage di tacchini per la festa del ringraziamento, qui in Italia invece, in occasione della Pasqua, siamo noi a fare strage di agnelli e capretti.
La LAV (Lega Anti Vivisezione) riporta sul suo sito proprio in questi giorni alcune cifre: «nel corso della Pasqua del 2005 sono stati macellati 774.958 agnelli e agnelloni contro i 771.164 della Pasqua del 2004, con un totale di 892.914 ovini e caprini macellati per la Pasqua 2005 contro 928.261 per la festività del 2004 (dati Istat)». E’ vero che si tratta di una tradizione, ma è vero anche che è una crudeltà verso gli animali che in questo periodo, a poche settimane di vita, vengono uccisi in massa per finire sulle tavole degli italiani.
Personalmente sono contrario alla macellazione dei cuccioli (sono anni che non mangio più nemmeno la carne di vitello, neanche quando sono invitato a casa di qualcuno) perché, come per la caccia, credo sia più uno “sfizio” che una necessità; tanto più che questi animali spesso vengono “pompati” con ormoni ed altre schifezze in modo che siano belli pasciuti prima di finire sul banco della macelleria.
A Pasqua mia madre cucinerà pappardelle con i funghi, verdure ripiene al forno e… boh… per il resto deve ancora pensarci. Ma sicuramente non ci sarà né agnello né capretto.
Con questo post quindi chiedo a chi mi sta leggendo di fare un piccolo fioretto…
Non comprate agnello o capretto
per il pranzo di Pasqua!
Scegliete un menù alternativo, anche a base di carne se credete, ma fermiamo questa “mattanza” che ogni anno si compie in pochissimi giorni in nome di una tradizione che, magari mi sbaglio, lascia un po’ il tempo che trova. Quanti sanno perché a Pasqua si mangiano agnello e capretto?
Mi raccomando… pensateci!!