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Valsura… again!

Ecco un breve resoconto di un’abbastanza proficua uscita, questa mattina, in compagnia di Max… ancora una volta al biotopo del Valsura.
Sembra impossibile, ma non c’è verso che io riesca a trovare una mantide religiosa in natura! Le uniche che sono riuscito a vedere, sia questo che lo scorso anno, erano sotto il mio ufficio mezze moribonde. Ma per il resto proprio non c’è verso di scovarle!
Proprio questo affascinante insetto doveva essere, assieme alle libellule, l’obiettivo di oggi. Ma le cose non sono andate proprio come dovevano…

Uno dei due elementi c’era: la rugiada dopo un’intera notte piovosa; purtroppo però mancavano i soggetti principali. Infatti sia mantidi che libellule non si son fatte vedere, tranne un paio di piccole damigelle – parenti delle libellule – che però non mi han permesso di fare gli scatti sperati.
La mattinata comunque è stata positiva e qualche buono scatto è comunque uscito. L’erba era invasa da minuscole cicadelle, dette anche sputacchine, nonché da molte lumache, alcune delle quali erano fortemente intenzionate a seguirmi fino a casa.
Nella zona del laghetto dei pescatori abbiamo trovato anche un gabbiano con il quale ci siamo divertiti… peccato non essere riusciti (io, perlomeno) a fare degli scatti in volo decenti. Ma direi che ci possiamo comunque accontentare!

Ecco qui qualcuno degli scatti fatti questa mattina. Ovviamente mi mancano diverse foto da sistemare, ma è un inizio…


Salvo imprevisti, nei prossimi giorni voglio provare ad andare in mezzo ai campi di Postal per provare nuovamente a cercare le mantidi. Chissà se riuscirò a trovarle dato che mi sono state segnalate da più persone…

Argiope bruennichi

Finalmente ne ho trovato uno!
Incontri come questo sono molto spesso casuali; ma considerando che il luogo in cui ho trovato questo spettacolare ragno non è nemmeno tanto lontano da casa, mi ci è voluto poco a prendere l’attrezzatura e tornare sul posto dove ho fatto numerosi scatti.

Argiope con preda

La cosa divertente è stata che ho scovato questo ragno mentre cercavo di capire cosa faceva una ragazzina con le mani in mezzo ad un cespuglio. Il ragno era a poco più di un metro da lei… vi lascio immaginare la sua faccia quando l’ho indicato per farlo vedere a mia moglie. Era qualcosa tipo…  😯

Alla ricerca dei tortolini

La scorsa domenica, dopo oltre due mesi di “lavori forzati” ho deciso finalmente di prendermi una pausa e di dedicarmi un’intera giornata. Così in compagnia di Stefano abbiamo girato in lungo e in largo l’altopiano di Merano 2000 alla ricerca del piviere tortolino che, in questo periodo, è possibile incontrare nei luoghi di sosta della migrazione.
La giornata era bellissima; l’aria era limpida, il clima particolarmente piacevole e la vista su tutte le montagne intorno davvero fantastica.


Anche quest’anno, purtroppo, l’uscita non è stata coronata dal successo dell’avvistamento del pennuto, ma è stata comunque una giornata positiva che mi ha dato (finalmente!) l’opportunità di staccare la spina.
Tra le specie che invece abbiamo incontrato ci sono corvi imperiali, spioncelli, rondini montane e balestrucci.

Per le strade di Avelengo

Un confidente orbettino nei boschi di Avelengo

Come ormai ben saprete, negli ultimi mesi le mie priorità si sono spostate sulla famiglia; un po’ perché ovviamente voglio stare vicino a mia moglie e al nostro futuro pargolo (a proposito… è un maschietto!!!), un po’ perché son stato parecchio impegnato con i lavori in casa prima, durante e dopo il trasloco.
Quando posso, però, mi porto appresso la fotocamera e le occasioni non mancano anche se non riesco a sfruttarle come vorrei.

Un paio di settimane fa, ad esempio, siamo andati a fare una passeggiata nei boschi di Avelengo dove ho avuto modo di fare un incontro che non mi capitava da oltre 20 anni!

Il soggetto in questione, apparentemente molto simile ad un serpente, è in realtà un orbettino (Anguis fragilis); si tratta in pratica di una lucertola (osservate il muso) che anziché avere le zampe striscia come un serpente. E’ comunque un animale del tutto innocuo ed ormai è diventato piuttosto raro da vedere.
Come detto, purtroppo non sono riuscito a sfruttare al meglio la situazione, ma è stato comunque un incontro emozionante.

11 aprile

Come promesso, faccio un po’ il resoconto delle ultime uscite; ed inizio adesso, con un mese esatto di ritardo, con l’uscita del 11 aprile al solito capanno, al Valsura. La speranza era quella di riuscire a fotografare gli aironi o i cormorani ed in parte ci siamo anche riusciti, ma i risultati non sono stati particolarmente esaltanti.
In compenso son riuscito ad immortalare le mie prime bisce decenti, data anche l’abbondanza dei soggetti nello stagno in cui si riproducono le rane…


Ad ogni modo la mattinata è stata piacevole, se non altro per le numerose specie osservate in compagnia di Paolo. Per il momento, però, ci siamo spostati su altri soggetti… in attesa di tempi migliori! :sospiro:

Visto l’ho visto…

Ieri 4 aprile, nonostante la sciatalgia ancora presente (ma fortunatamente senza necessità di altri antinfiammatori), son voluto andare a tutti i costi a Bolzano per vedere il rarissimo rapace. Arrivato in loco intorno alle 8.30 c’erano già molte persone in attesa del nibbio bianco, tutte mediamente meglio equipaggiate del sottoscritto. Si noti infatti, seppur molto rimpicciolito nella prima foto qui sotto, la presenza di un Canon 500mm f/4.

La zona è senza dubbio molto interessante, ornitologicamente parlando. Nonostante il continuo disturbo da parte di aerei ed elicotteri, moltissimi passeriformi fanno sosta nell’incolto comunale. E data la presenza di molte arvicole, anche i rapaci trovano questa zona interessante. Purtroppo non son riuscito a fare scatti decenti, anche perché l’unico storno che si è posato vicino aveva la testa proprio dietro un rametto e non mi ha dato il tempo di spostarmi, ma penso che ci tornerò in futuro.

Ok, ma alla fine il nibbio bianco? Come si può ben immaginare dal titolo, visto l’ho visto… dopo circa mezz’ora che mi trovavo sul posto ha fatto un breve volo di predazione venendo subito mobbato da parte di un gheppio. E’ incredibile l’efficienza predatoria di questo esemplare: non sbaglia un colpo! Ma anche per questo, ahimé, si è fatto vedere assai poco e, secondo i report di EBN Italia, alle 10.30 ha abbandonato il posatoio ed è sparito alla vista dei presenti. I pochi scatti che ho realizzato sono molto lontani… ma ne posto uno giusto per documentazione.

Nella foto si vede il nibbio (in basso a destra) che aveva appena predato un roditore ed il gheppio (in alto a sinistra) mentre esercita un’azione di mobbing nei suoi confronti.
Tutto sommato una mattinata piacevole, in compagnia di altri appassionati, che peraltro mi han fatto rendere conto di quanto interesse ci sia verso questo hobby che nella giornata di sabato ha portato a Bolzano più di 50 appassionati!

Un saluto ai birdwatchers conosciuti in questi due giorni e… alla prossima occasione!
(se il nibbio si rifà vivo, forse ci torno mercoledì)

Il mio primo Martino!

Per un fotonaturalista c’è uno scatto molto ambito, non semplice ma tutto sommato comune proprio perché è il traguardo di moltissimi appassionati di questo genere di fotografia. Il soggetto in questione è il famigerato martin pescatore (Alcedo atthis), noto sui forum anche con il soprannome di “Martino“. Si tratta senza dubbio di uno degli uccelli italiani più belli, grazie alle numerose caratteristiche che lo contraddistinguono ed in particolare il colore blu elettrico contrapposto all’arancione del ventre, del becco e soprattutto delle zampe.
Ebbene domenica mattina, in compagnia di Max, è finalmente venuto il mio turno, anche se il risultato è ben lontano dall’essere soddisfacente. Per avere uno scatto fullframe del simpatico animale ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma quantomeno per la prima volta il soggetto è ben visibile, soprattutto se si ingrandisce l’immagine a pieno formato. Un piccolo traguardo, affiancato peraltro dai primi scatti decenti di un tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e dal quasi riuscito scatto ad un codibugnolo (Aegithalos caudatus).


La mattina nel complesso è stata positiva, anche se ovviamente non sono ancora contento: quasi tutte le immagini qui sopra sono dei ritagli e dunque la strada da fare è ancora lunga… ma c’è tempo per migliorare! 🙄

Si riprende!

Negli ultimi mesi, tra una cosa e l’altra, le uscite fotografiche sono state ridotte all’osso e per lo più collegate a semplici passeggiate domenicali. La scorsa domenica sarei dovuto andare a Laion (all’inizio della Val Gardena) con mia moglie per fare alcune foto, ma alla fine a causa del tempo incerto l’uscita è saltata.
Oggi però non volevo perdermi l’occasione e così oggi pomeriggio siamo andati a Cornaiano per fotografare i “folletti della taiga” ovvero i beccofrusoni (Bombycilla garrulus) che in questo periodo sono in migrazione da queste parti.

Trovarli non è stato difficile… dopo aver avuto notizia che nel piccolo paese vicino a Bolzano ce n’erano una cinquantina, molti birdwatcher oggi si sono recati lì con i loro “cannoni” (quello meno equipaggiato aveva un 300 f/2.8 moltiplicato 2x) per fotografarli. Di conseguenza: movimento di volatili + nutrito gruppo di persone con macchina fotografica = presenza di beccofrusoni! :asd:

Il pomeriggio è iniziato con un po’ di amarezza, dato che proprio quando noi siamo arrivati i Bombycilla se n’erano appena andati dalle viti dove poco prima si son facilmente lasciati immortalare. Nel frattempo ne ho approfittato per ritrarre qualche altro uccelletto sulla neve.
Poi, finalmente, un “ciuffetto” su di un nespolo, poi due… poi una decina… ma un po’ lontani dalla mia postazione.


Qualche soddisfazione c’è stata già prima, ma il vero colpo di fortuna è arrivato poco prima del tramonto, con una luce splendida e alcuni esemplari di beccofrusone che si sono avvicinati moltissimo alla schiera di fotografi.
Stavamo per andare via, quando ho visto che almeno 6-7 persone vicine al vigneto con l’obiettivo puntato verso terra. Mi sono avvicinato anch’io e… meraviglia!!! :wow:

Beccofrusone

Penso che presto questa foto la vedrete ben presto come foto del mese di gennaio! 🙂

Educazione ambientale

Ogni tanto sentirsi utili per qualcosa fa piacere e se al tempo stesso si può far qualcosa per trasmettere i propri ideali alle nuove generazioni ancora meglio! E’ quanto successo un paio di settimane fa nella scuola per l’infanzia dove lavora mia moglie, dove mi sono offerto per un’oretta di “educazione ambientale“.
Ovviamente con dei bambini così piccoli (dai 3 ai 5 anni) non si possono approfondire chissà quali tematiche, ma è stata l’occasione per mostrare ai bimbi una parte del loro mondo (il giardino della scuola) con l’occhio della macchina fotografica… un occhio in grado di vedere ciò che quello umano non è in grado. Lo scopo era quindi quello di poter osservare, in un secondo momento, ogni minimo dettaglio di insetti, foglie, piante e frutti.

Così per circa un’ora ho girato per il giardino assecondando le loro richieste. Tra i bambini c’era molto entusiasmo ed a farla da padrone erano le cimicette rosso-nere (Pyrrhocoris apterus), che fino a quel momento loro conoscevano esclusivamente come “coccinelle”; con l’aiuto anche dei libri che mi ero portato appresso, hanno imparato a distinguerle dalle vere coccinelle e, una volta rientrati in sezione, su mio invito i bambini hanno disegnato gli insetti con una perizia nei dettagli davvero strabiliante!
Nel corso dell’attività ho scattato anche ai bimbi alcune foto molto carine che documentano il loro interesse, ma per ovvi motivi legati alla privacy non ve le posso mostrare; mi limito dunque ad alcuni scatti dove non si vedono i volti dei bimbi… :click:


E’ stata un’esperienza interessante, forse più dell’incontro con i bambini delle elementari avuto lo scorso anno. La speranza è che questi bambini imparino ad osservare il mondo, a vedere ciò che chi abita in città ha smesso di guardare, a conoscere la Natura ed imparare a rispettarla.

Una tre giorni da dimenticare

Era da un anno aspettavo la “tre giorni del tortolino“… un monitoraggio a livello nazionale, organizzato da EBN Italia, sulla presenza nelle nostre montagne del mitico Charadrius morinellus, meglio conosciuto come piviere tortolino.
Tra le molte specie di uccelli migratori che si fermano nel nostro Paese in questo periodo dell’anno, il tortolino è forse una delle più affascinanti; un po’ per l’eleganza di questo piccolo limicolo, un po’ per l’habitat in cui lo si può osservare che richiama i freddi paesaggi nordici dove trascorre l’estate. Rispetto alla maggior parte dei limicoli, infatti, il tortolino in Italia può essere osservato solo ad alte quote, tra i 2000 e i 2400 metri di altitudine dove i pascoli lasciano lo spazio all’ambiente della tundra.

Insieme all’amico Stefano Andretta, sabato mattina (giorno in cui ho dato la mia disponibilità per il monitoraggio) ci siamo diretti alla volta di Merano 2000, uno dei siti scelti per il monitoraggio dove 7 giorni prima proprio Stefano ha potuto osservare e fotografare 2 esemplari (N.B.: per ovvi motivi l’ubicazione precisa non può essere divulgata).
La giornata però non si è rivelata per positiva… anzi, per molti versi è stata proprio da dimenticare! Da subito le condizioni meteo non sono parse essere buone e, vista dal basso, la zona del monitoraggio era letteralmente immersa nella nebbia. Ma le cose strada facendo sono peggiorate… ben presto siamo stati assaliti da un vento gelido che, unito alla nebbia, ci ha fatto vivere un’atmosfera surreale.

Ma le sorprese, purtroppo, non erano ancora finite. A poco più di 10 minuti dalla nostra meta, forse per la stanchezza della settimana appena trascorsa, forse per l’altitudine, forse per le condizioni meteo particolarmente avverse sono stato colto da un attacco di tachicardia (da almeno 250-300 bpm) durato una decina di minuti. Fortunatamente oramai so di avere questo problema e quindi non mi agito più di tanto quando succede…
Inutile dire che i tortolini sono passati in secondo piano, mentre una volta passato il peggio ci siamo diretti al rifugio più vicino dove io sono rimasto a riposare mentre Stefano raggiungeva il luogo del rilevamento, senza peraltro osservare alcun esemplare di tortolino.
Nel corso della giornata ho scattato qualche foto, ma prevalentemente per documentare il maltempo che ci ha accolti…


A risollevarci il morale, ormai sulla strada del ritorno, il ritrovamento quasi casuale di una buona quantità di finferli (o gallinacci) che sono senza dubbio il fungo che preferisco. Ma la giornata si può dire essere stata tuttaltro che positiva…
Attraversando il bosco, un piccolo contentino fotografico è arrivato da questi bei fiori di cardo illuminati da un sole tenue che nel frattempo si è aperto un varco tra le fitte nubi.

Cardo (Cirsium sp.)

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