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Il mio primo tortolino!

Approfitto di questa giornata in cui sono a casa con la gola pesantemente infiammata per raccontare quella che è stata una delle migliori uscite fotonaturalistiche degli ultimi anni.
Chi mi segue da tempo, probabilmente saprà che da oramai 4 anni nella prima metà di settembre mi reco costantemente a Merano 2000 in cerca di uno dei migratori più affascinanti che attraversano il nostro territorio: il Charadrius morinellus, meglio conosciuto come il nome comune di piviere tortolino.
Il primo tentativo l’ho fatto in compagnia di Giampiero Favero in occasione della “tre giorni del tortolino“, censimento nazionale dedicato proprio al nordico limicolo; nei due anni successivi, invece, in compagnia dell’immancabile Stefano Andretta. Tentativi andati a vuoto… almeno fino a quest’anno!

Ma andiamo con ordine e vediamo prima la scheda del piviere tortolino.
Il Charadrius morinellus, conosciuto con il nome comune di piviere tortolino o piviere tortolino eurasiatico, è un piccolo uccello limicolo che nidifica in zone a bassa pendenza nella tundra o in zone montane con vegetazione scarsa o assente e presenza di pietraie e rocce affioranti. E’ specie tipicamente migratrice che sverna nelle regioni desertiche dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Nel nostro Paese è piuttosto raro da vedere: sono conosciuti solo due siti di nidificazione in Italia, mentre può essere osservato abbastanza regolarmente durante il periodo migratorio (tra la fine di agosto e la metà di settembre) anche se le osservazioni sono tuttaltro che semplici dato l’ambiente in cui è solito sostare, mai sotto i 2000-2200 metri di altitudine. Si nutre prevalentemente di insetti (cavallette, coleotteri), ma non disdegna alcune piante tipiche dell’ambiente di alta quota.
A differenza di molti altri rappresentanti dell’avifauna, è piuttosto confidente nei confronti dell’uomo e per questo viene considerata una specie estremamente vulnerabile. Anche per questo motivo non voglio dare indicazioni troppo precise sul luogo di avvistamento…

Dalla breve descrizione fatta qui sopra, forse si capisce quale sia il motivo che i questi ultimi anni mi ha spinto alla sua ricerca. E finalmente, dopo 3 anni anni di uscite andate a vuoto, ho avuto l’enorme piacere di incontrarlo, proprio lì dove io e Stefano ci aspettavamo che fosse. Un unico esemplare giovane, ma l’emozione è stata comunque molto forte.

Il primissimo incontro con il piviere tortolino...

La giornata del 12 settembre (da appuntare sul calendario!) è iniziata nel migliore dei modi, con un piccolo gruppetto di cince dal ciuffo che ci ha accolto sulla strada non appena scesi dalla cabinovia che da Falzeben porta a Merano 2000. Luce poco adatta a fotografarle, ma ci sono state comunque di buon auspicio!
Salendo di quota abbiamo avuto il secondo – anche se breve – incontro della giornata: una grossa lepre che, subito accortasi della nostra presenza, si è dileguata in mezzo ai rododendri. Quasi impossibile fotografarla, ma già la vista di questi sfuggenti abitanti della montagna, sempre più rari, è qualcosa che riempie il cuore di gioia.

Arrivati finalmente nei pressi della meta, lungo il sentiero ho notato un uccello che si muoveva sull’erba, più grande dei soliti spioncelli e culbianchi che eravamo soliti incontrare. L’ho subito indicato a Stefano che dopo averlo guardato per un attimo col suo binocolo mi ha guardato ed ha esclamato: «Bravo! E’ lui!».
Da quel momento è iniziato un’estenuante “inseguimento” nella speranza, conoscendo la sua innata confidenza, di riuscire ad avvicinarci a sufficienza per fotografarlo. Non volevamo farlo scappare, quindi per qualche ora ci siamo lentamente avvicinati assecondando le sue scorribande in lungo e in largo per i prati senza disturbarlo troppo; l’abbiamo osservato mentre si alimentava con cavallette ed altri piccoli insetti e finalmente dopo un paio di ore eravamo sufficientemente vicini per riuscire a portare a casa delle belle immagini. Ma che fatica!
Intorno alle 14.00 eravamo ormai a 4-5 metri da lui, forse meno e le soddisfazioni non sono mancate. Alla fine della giornata ho portato a casa oltre 400 scatti che piano piano sto cercando di sistemare. Quelli che seguono sono solo una piccola selezione, mentre a breve conto di caricarle sul sito in dimensioni maggiori, anche se sono ancora indeciso se inserirle nella galleria “Avifauna” o creare appositamente una sezione monografica…


Come ho detto all’inizio, ritengo di poter dire con soddisfazione che questa uscita è stata una delle più riuscite… in assoluto probabilmente. Ho portato a casa delle immagini di cui sono finalmente orgoglioso e che mi hanno dato una nuova carica d’entusiasmo che negli ultimi tempi, forse, era andato un po’ in decrescendo. Nell’insieme la checklist delle specie osservate è la seguente:

  • Piviere tortolino (Charadrius morinellus)
  • Corvo imperiale (Corvus corax)
  • Cincia dal ciuffo (Parus cristatus)
  • Lepre variabile (Lepus timidus) in abito estivo
  • Marmotta (Marmota marmota)
  • Spioncello (Anthus spinoletta)
  • Culbianco (Oenanthe oenanthe)
  • Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
  • Cornacchia (Corvus corone)
  • Gheppio (Falco tinnunculus)

Ringrazio nuovamente Stefano per le preziose informazioni e per la bellissima giornata trascorsa insieme. E naturalmente… ci vediamo l’anno prossimo tortolino!

A caccia di libellule con la Manifattura Fotografica

Chi ha detto che Internet isola dalla realtà? In molti casi è così, ma ci sono anche situazioni inverse dove invece la Rete permette di ampliare i propri orizzonti e di fare nuove amicizie. Questo è proprio uno di quei casi, infatti qualche settimana fa ho partecipato ad un’uscita in compagnia dei soci dell’associazione Manifattura Fotografica di Bolzano con i quali finora sono stato in contatto esclusivamente tramite social network.

Una panoramica del biotopo "Stagno Fahrer"

Con qualcuno (Luca Torchia) ci eravamo già conosciuti all’aereoporto di Bolzano in occasione dello straordinario avvistamento del nibbio bianco, mentre con altri ci siamo sentiti solo per e-mail o su Facebook. Dato che nell’ultimo anno la mia disponibilità di tempo è parecchio cambiata, con alcuni degli amici con cui ero solito andare a far foto non ci si riesce più a trovare.
Quindi perché non farsi dei nuovi amici con una passione in comune? :hug:

L’occasione si è appunto presentata qualche settimana fa. Da Massimo Pisetta, presidente dell’associazione, ho ricevuto l’invito ad un’uscita di mezza giornata alla ricerca di libellule a cui ben volentieri ho aderito; la meta era l’altopiano di Meltina/S. Genesio e più precisamente il biotopo Stagno Fahrer.
Appena arrivato (con qualche difficoltà nel ricordarmi la strada) ho incontrato il gruppo e dopo le presentazioni di rito ci siamo incamminati verso il biotopo. La giornata non era particolarmente promettente dal punto di vista metereologico, ma ben presto sono arrivate le prime soddisfazioni. Non tanto per le libellule, che hanno tardato ad arrivare, quanto piuttosto per i numerosi giovani tritoni alpini (Triturus alpestris) – ormai senza branchie esterne, ma comunque lunghi non più di 3-4 cm – che si aggiravano fuori dall’acqua.
Questi piccoli soggetti hanno occupato abbondantemente la prima ora di sessione, nonostante le non poche difficoltà nel riuscire a riprenderli in maniera decente…

Una libellula sul mio dito. Foto di Luca Torchia

Quando intorno alle 11.00 è finalmente comparso il sole, anche le libellule hanno deciso di farsi ammirare. La prima a farsi vedere era un’immancabile esemplare di Anax imperator, una delle più grandi ma anche più difficili da fotografare perché non stanno mai ferme. Dopodiché, man mano che il sole aumentava, sempre più esemplari sono comparsi intorno a noi. Gran parte di queste non sono ancora riuscito ad identificarle, anche se dalle dimensioni e dalla morfologia penso facciano parte del genere Sympetrum. Queste ultime, a differenza dell’Anax, erano decisamente più confidenti, arrivando a salirmi sul dito come dimostra anche la foto che vedete qui sopra.
L’unico “aspetto critico” (come direbbe una mia conoscenza) era il posatoio: quasi tutte le libellule avevano scelto di sostare sul vecchio steccato che circonda lo stagno e non c’era verso di riuscire a fotografarle lontane da questo. Sono pochi infatti gli scatti dove il posatoio è un po’ più naturale, anche se a loro tutto sommato non sembrava dare così fastidio… anzi!

La mattinata è stata assai piacevole, divertente e tutto sommato abbastanza positiva. Mi è dispiaciuto lasciare il gruppo, ma la famiglia viene prima di tutto! Così intorno alle 13.00 ho salutato i nuovi amici e mi sono avviato verso casa. Ma la giornata non era ancora finita e sulla strada del ritorno, lungo i tornanti che da Meltina portano a Terlano, mi sono imbattuto in due giovani caprioli che brucavano pacificamente in un piccolo prato al limitare del bosco.
Sono contento di questa uscita e spero che ce ne saranno altre perché ho trovato un bel gruppo di persone con la mia stessa passione e con un grande entusiasmo!


E con questa piccola carellata di fotografie si conclude la cronaca della giornata…

Giretto in Alta Passiria

A settembre dell’ormai lontano 1996, quando frequentavo la 2^ superiore, i professori ci portarono a fare un’uscita didattica nella zona di Passo Rombo, nell’Alta Val Passiria. La meta dell’escursione erano i ghiaioni ai piedi del Monte dei Granati (Granatkogel in tedesco), famoso per gli importanti ritrovamenti di cristalli dell’omonimo minerale.
Ricordavo con fascino quell’escursione; non solo per i cristalli di granato trovati incastonati nei micascisti, ma anche e soprattutto per il paesaggio dell’alpe che abbiamo attraversato per giungere alla meta, al centro della quale si trovava un piccolo lago alpino sulla cui superficie si specchiavano i ghiacciai circostanti.

Da allora non sono più tornato in quel luogo incantato. Me la ricordavo come una lunga e faticosa camminata, ma recentemente ho trovato indicazioni sull’erscursione che davano un tempo di percorrenza complessivo di solo un’ora e mezza. Così quando qualche settimana fa con Max abbiamo deciso di farci un giro in montagna per fare un po’ di scatti, la mia proposta è stata proprio l’Alpe del Lago (Seeberalm). Lo stesso posto che qualche anno fa mi aveva così affascinato.
Ci siamo organizzati per tempo, ma purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto. L’intero fine settimana era un continuo alternarsi di schiarite e piovaschi, tanto che inizlamente eravamo sul punto di rinunciare all’uscita. Ma alla fine abbiamo deciso di tentare comunque ed arrivati al parcheggio dell’albergo Hochfirst siamo (giustamente?) rimasti un po’ delusi.
Penso che la foto a lato dica tutto: nella zona di Monteneve (dalla parte opposta della vallata) il cielo era azzurro, ma al contrario l’Alpe del Lago era avvolta dal grigiore delle nubi cariche di pioggia che coprivano le cime. Siamo arrivati sul posto verso le 15.00; l’idea era quella di sfruttare la luce del pomeriggio. Abbiamo mosso solo qualche passo lungo il sentiero che conduce al fondovalle, poi però abbiamo cambiato idea; il vento forte e qualche goccia di pioggia ci han suggerito che forse non era il tempo giusto per un’erscursione di questo tipo e non avremmo ottenuto certo delle buone immagini.

Di certo però sarebbe stato assurdo mollare tutto. Oramai ci eravamo fatti circa un’ora di macchina e tutto sommato, guardando dalla parte opposta, il tempo non era poi così male. Così nonostante la meta iniziale fosse diventata quasi proibitiva, abbiamo comunque deciso di fermarci e fare un giro nei dintorni. Alla fine della giornata il risultato non è stato poi così malvagio e tutto sommato mi ha permesso di sgranchire un po’ le gambe. Certo è comunque un giro che ho intenzione di fare quando se ne presenteranno le condizioni…
Ed ora alcuni degli scatti della giornata…


Incontri estivi

L’estate è ormai quasi giunta al termine (almeno viste le temperature degli ultimi giorni) e, nonostante sia trascorso parecchio tempo dal mio ultimo post, sono sempre qui ed ho qualcosa di nuovo da mostrare a chi ancora ha la voglia di seguirmi. Non ho scattato molto in questi mesi, ma un paio di immagini interessanti le ho realizzate. Tra queste, due che ho inserito nella galleria “Mammiferi“; la prima riguarda un maschio di capriolo fotografato a poche centinaia di metri di distanza dall’albergo a Selva di Val Gardena dove ho alloggiato per qualche giorno con la famiglia, mentre la seconda ritrae invece una bestiola poco comune che ho incontrato quasi per caso la scorsa domenica nei pressi della cascata di Parcines: un toporagno acquatico di Miller (Neomys anomalus).

Toporagno d'acqua (Neomys fodiens)

Questo piccolo animaletto pare essere piuttosto diffuso, anche se è la prima volta in 32 anni che mi capita di vederne uno. Le dimensioni sono simili a quelle di un topolino di campagna e nell’aspetto è una sorta di incrocio tra un topolino ed una talpa, tanto che io e mia sorella (a cui va il merito di averlo scovato) l’abbiamo scambiato per quest’ultima. Ma ciò che mi ha insospettito subito era il colore bianco del ventre, la lunga coda e l’estrema facilità con cui si muoveva tra le acque del torrente.
Osservati gli scatti fatti mi è subito venuto in mente il toporagno e, con una breve ricerca su Google, sono presto risalito all’identità del simpatico roditore.

Tecnicamente parlando, la foto non è perfetta: la luce abbastanza dura e la difficoltà nell’esporre era notevole a causa del contrasto tra ventre bianco e dorso nero. Inoltre mi sarebbe piaciuto avere un’ambientazione un po’ più colorata, ma l’animaletto si muoveva freneticamente ed ho dovuto scattare numerosissime immagini per poter portare a casa qualcosa di decente. Spero comunque di aver regalato a chi mi legge un bel documento, diverso dal solito! 😉

Marmotte? No fiori…

E’ vero che volevo aggiornare il blog costantemente… e l’avrei anche fatto. Ma purtroppo erano le immagini a non essere ancora pronte; finalmente in questi giorni sono riuscito a finire di sistemare le foto di un’uscita del 6 giugno in compagnia di mia sorella Ilaria. Per quella domenica era in realtà prevista un’uscita in quel dell’Engadina (Val Roseg) con gli amici del Fotoclub Immagine, ma con Riccardo a casa non potevo permettermi più di una mezza giornata fuori porta; così ho ripiegato su Merano 2000, dove speravamo di riuscire ad osservare da vicino qualche marmotta.
Purtroppo, nonostante il freddo dei giorni precedenti, al contrario di qualche anno fa i simpatici mammiferi sembravano già essere piuttosto svegli e il loro immancabile fischio di allarme lasciava ben poche speranze di riuscire ad avvicinarle. Camminando siamo arrivati all’altezza della chiesa di S. Osvaldo, ripiegando (fotograficamente) per lo più sui molti fiori che riempivano i prati



Tra le specie caratteristiche che si potevano osservare c’erano molte genziane e genzianelle, Pulsatilla alpina, Ajuga piramidalis, primule e crocus che spuntavano tra l’erba ancora secca. La luce probabilmente non era il massimo, ma qualche buono scatto l’abbiamo comunque tirato fuori!

Castelfeder: natura e archeologia

L’anno scorso, verso metà maggio, segnalavo agli amici della mailing list “La flora in Trentino Alto Adige” la presenza di alcuni esemplari di Cephalantera longifolia nella zona di Lana. E dato il mio interesse verso le orchidee spontanee, qualcuno in risposta mi segnalava la presenza di molte orchidee in fiore nel biotopo di Castelfeder, sulla collina compresa tra i comuni di Ora e Montagna.
Così quest’anno mi sono voluto informare su cosa effettivamente ci fosse a Castelfeder. La zona di per sé già merita, grazie anche alla presenza di numerosi siti archeologici che testimoniano l’ampia presenza di insediamenti nel corso dei secoli e che rendono il paesaggio particolarmente affascinante. Ma per quanto riguarda le presenze vegetali, la risposta è stata: Orchis morio.
Ok… il giglio caprino (come viene chiamata questa orchidea) è forse tra le più comuni, ma si tratta comunque di una specie che mancava nella mia piccola checklist personale. E allora, dopo due settimane di pioggia costante, sabato scorso ho finalmente avuto l’occasione di farci un giro in compagnia di mia sorella…


Devo dire che sono contento di come è andata l’uscita. In primo luogo perché è stata una mattinata piacevole, ma non da meno il fatto che finalmente, dopo parecchio tempo (visti gli impegni famigliari), sono riuscito a tornare a casa con una serie di scatti carini che mi hanno lasciato piuttosto soddisfatto.
Alcuni dei nuovi scatti li trovate nelle gallerie ed in particolare nelle sezioni “Fiori e piante“, “Orchidee spontanee” e “Scorci e paesaggi“. D’ora in poi sarà abbastanza semplice identificare le nuove immagini visto che, una volta inserite, saranno ai primi posti nelle anteprime.

Approfitto di questo post anche per segnalare la mailing list cui accennavo all’inizio di questo post. Alcuni di voi forse conosceranno EBN Italia e la mailing list con cui molti birdwatchers si scambiano informazioni sulle osservazioni fatte. Di questa mailing list esistono anche dei gruppi locali, molto attivi e utili ad appassionati e studiosi della fauna. Quindi lo scorso anno mi son chiesto: perché non fare lo stesso con la flora? Perché non scambiarsi informazioni su presenze vegetali e su fioriture della nostra regione?
Così ho aperto la mailing list “La flora in Trentino Alto Adige” con lo scopo di condividere informazioni di questo tipo. Purtroppo da un anno a questa parte non sono ancora molte le iscrizioni né tantomeno i messaggi in lista; dunque se tra chi mi legge qualcuno abita in Trentino Alto Adige e vuole contribuire, ben vengano le nuove adesioni!

Immagini dalla Val Passiria

Rieccomi nuovamente a voi. Il ripristino del sito è ormai quasi completo, anche se devo ancora finire di inserire le descrizioni alle immagini della galleria paesaggi e, inoltre, sto cercando di capire come fare a ripristinare la rubrica della “foto del mese” che, per come è strutturato ora il sito, mi risulta un po’ difficile da ripristinare.
Ah… e poi vorrei cercare di reimportare qui l’intero blog che avevo su Iobloggo; ma per questo c’è tempo e saranno sicuramente necessarie un po’ di prove in locale per evitare di compromettere l’intero database.

Ma bando alle divagazioni…
Sicuramente chi mi segue da un po’ di tempo avrà notato che con questa nuova versione di GegeOnLine sono state inserite alcune nuove immagini nelle gallerie ed altre sono invece state eliminate. E oggi, approfittando di un po’ di tempo dedicato proprio a sistemare il sito, ho aggiunto anche 3 nuove immagini scattate lo scorso fine settimana in compagnia di Anita. Due di queste sono state scattate a Moso nei pressi del “Bunker Mooseum” e ritraggono due stambecchi, simbolo del Parco Naturale del Tessa di cui il comune di Moso fa parte.

Stambecco

Queste fotografie sono scattate in ambiente controllato, in quanto gli stambecchi sono nati in cattività e si trovano ora in un grande recinto nel piccolo comune della Val Passiria. La terza immagine, invece, la potete trovare nella galleria “Fiori e piante” ed è invece stata scattata nei pressi della frazione di Plan.

La prima neve

Ad oltre un mese dall’ultima uscita (eh sì… mi sono rassegnato dato che a breve il tempo liberò sarà ancora meno!), la scorsa domenica in compagnia di Max (foto 2) ho fatto un piccolo giretto fotografico nella zona di Verano. Partendo dal parcheggio dell’Albero Verde, uno dei più antichi alberghi della zona, ci siamo diretti verso la Leadner Alm.
Due giorni prima è scesa parecchia neve, ma il vento caldo che si è alzato nella notte purtroppo ne ha sciolta molta; dopo due giorni rimanevano poco più di 10-15 cm. Ed anche il tempo non era il massimo, ma qualche scatto carino l’abbiamo ottenuto comunque.

Max Vaccari in tenuta invernale. © G. Perbellini 2009

Certo con più neve e magari un cielo meno coperto avrebbe avuto un fascino diverso. Quello che più mi ha colpito durante la camminata è stato il gioco di linee creato dagli steccati di legno in mezzo ai prati coperti di neve, con alcune baite di legno che interrompevano il bianco candido della coltre nevosa.

Neve sulle baite di Verano

Questa era la prima neve, ma l’inverno è ancora lungo… qualche altra occasione ci sarà di sicuro!! 🙄

Autunno sull’altopiano del Salto

Oramai ho rinunciato a scrivere in maniera continuativa sul blog, ma non vorrei lasciar passare un altro mese prima di fare un piccolo resoconto dell’ultima uscita. Già… perché tra un sabato in cerca di carrozzine e l’altro in cerca di lettini, ogni tanto riesco a prendermi un po’ di tempo per la fotografia. Come lo scorso sabato, ad esempio, che in una bella giornata di sole ho potuto godere dei colori dell’autunno sull’altopiano del Salto in zona Meltina/San Genesio.

L’uscita programmata con Paolo è stata piacevole fin dal primo momento quando, giunti sui prati di Lavena, abbiamo cominciato la giornata fotografando un puledro di cavallo avelignese e la sua mamma in una splendida cornice autunnale. Nell’insieme la giornata è stata una passeggiata attraverso quello che è conosciuto anche come il più grande prato di larici d’Europa; quale luogo poteva essere migliore per fotografare la stagione più colorata dell’anno?


E se già di per se l’ambiente circostante è in grado di regalarti sensazioni di tranquillità, qualche piccola emozione è arrivata anche dal cielo: in più di un’occasione abbiamo avuto modo di osservare il famoso “mobbing” di una cornacchia ai danni di una poiana. Tra l’altro una di queste ultime, come si vede nella foto, ci è anche passata piuttosto vicina.

Ma non è finita! Sulla strada del ritorno mi sono improvvisamente accorto di una strana riga nera nel cielo; in un primo momento avevo pensato ad un parapendio, ma la forma era davvero strana. Così ho puntato il teleobiettivo ed ho visto che si trattava di uno stormo di circa 60-70 uccelli di grandi dimensioni che attraversava la valle dell’Adige in direzione sud. Così mi sono messo a fantasticare su cosa potessero essere quei punti neri che si stagliavano in formazione nel cielo. A Paolo ho detto: «Potrebbe essere di tutto… anatre, oche… magari gru… siamo in periodo di migrazione!»

Mi rendo conto che dalla foto non si vede un granché… 🙄
Arrivato a casa, ecco la sorpresa: dal nodo locale di EBN Italia arrivano numerose segnalazioni di un’imponente passaggio di gru in regione!! Si parla di almeno 1200 esemplari che hanno attraversato il nostro territorio per raggiungere i luoghi di svernamento. Peccato non averle notate prima; magari sarei riuscito a vedere qualcosa di più che dei semplici punti neri. Ma comunque… che emozione già solo sapere di aver in qualche modo documentato il viaggio di questi instancabili migratori!

Vernago – 29/09/2009

Con un mese abbondante di ritardo, cosa che oramai è diventata un’abitudine, pubblico uno degli scatti realizzati il 29 settembre durante una mattinata fotografica trascorsa con mia sorella. Alla fine del mese scorso mi sono infatti preso 3 giorni di pausa dal lavoro per finire alcuni lavori in casa e staccare un attimo dallo stress degli ultimi tempi.
Abbiamo fatto il giro completo del lago di Vernago, poco sotto la frazione di Maso Corto in Val Senales da cui parte la funivia per il famoso ghiacciaio del Similaun.

Lago di Vernago

Da qualche tempo ho una grande nostalgia della fotografia di paesaggio; probabilmente perché negli ultimi anni l’avevo messa un po’ in secondo piano per motivi legati anche alla salute. Adesso però si fa sempre più vivo il desiderio di montagna per poter vivere e fotografare i bei paesaggi dell’Alto Adige…

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