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Incontro inaspettato

Incontro inaspettato ed inedito aggiungo, perché il protagonista di questo incontro lo conoscevo solo di nome, ma non lo avevo presente nella mia mente; solo quando sono arrivato a casa, guardando le fotografie e consultando la guida, sono riuscito ad identificarlo. Parliamo del voltolino (Porzana porzana), un piccolo rallide migratore piuttosto raro da osservare che nella mia ignoranza inizialmente avevo scambiato per un porciglione (Rallus aquaticus).

Voltolino

Di ritorno da Velturno, dove con Anita, Eleonora e Massimo siamo andati a fotografare le pulsatille ho deciso di fermarmi a vedere se trovavo il martin pescatore.
Stavo osservando e fotografando dalla macchina un giovane airone cinerino lungo i canali d’irrigazione nelle campagne di Postal/Gargazzone, quando dietro di lui spunta un piccolo gallinaceo. All’inizio pensavo appunto fosse il “solito” porciglione, ma mi sembrava un po’ troppo confidente, al punto che sono riuscito ad avvicinarmi per fotografarlo anche scendendo dall’auto (cosa che con il porciglione sarebbe stato impossibile).
Poi osservandolo mi son reso conto che era abbastanza diverso perché il becco è decisamente più corto e non si trattava nemmeno di una giovane gallinella d’acqua (Gallinula chloropus). Di cosa si trattava allora? Arrivato a casa, sfogliando le pagine di “Uccelli d’Europa”, ecco svelata la misteriosa identità: voltolino, confermato anche dai birdwatchers della lista locale di EBN Italia.

E’ stata una piacevole sorpresa, perché è un dato interessante per la nostra regione e perché cercando un po’ di informazioni su di lui mi sono imbattuto nel sito uccellidaproteggere.it dove a proposito del voltolino si legge: «Avvistare un Voltolino è un evento memorabile. Nidifica in pochissime zone, e anche in quelle in cui è regolarmente presente ama starsene ben nascosto tra i canneti».

Ho inserito due scatti del simpatico voltolino (di cui uno è quello pubblicato qui sopra) e due del citato airone nella galleria “Avifauna“.

Una tre giorni da dimenticare

Era da un anno aspettavo la “tre giorni del tortolino“… un monitoraggio a livello nazionale, organizzato da EBN Italia, sulla presenza nelle nostre montagne del mitico Charadrius morinellus, meglio conosciuto come piviere tortolino.
Tra le molte specie di uccelli migratori che si fermano nel nostro Paese in questo periodo dell’anno, il tortolino è forse una delle più affascinanti; un po’ per l’eleganza di questo piccolo limicolo, un po’ per l’habitat in cui lo si può osservare che richiama i freddi paesaggi nordici dove trascorre l’estate. Rispetto alla maggior parte dei limicoli, infatti, il tortolino in Italia può essere osservato solo ad alte quote, tra i 2000 e i 2400 metri di altitudine dove i pascoli lasciano lo spazio all’ambiente della tundra.

Insieme all’amico Stefano Andretta, sabato mattina (giorno in cui ho dato la mia disponibilità per il monitoraggio) ci siamo diretti alla volta di Merano 2000, uno dei siti scelti per il monitoraggio dove 7 giorni prima proprio Stefano ha potuto osservare e fotografare 2 esemplari (N.B.: per ovvi motivi l’ubicazione precisa non può essere divulgata).
La giornata però non si è rivelata per positiva… anzi, per molti versi è stata proprio da dimenticare! Da subito le condizioni meteo non sono parse essere buone e, vista dal basso, la zona del monitoraggio era letteralmente immersa nella nebbia. Ma le cose strada facendo sono peggiorate… ben presto siamo stati assaliti da un vento gelido che, unito alla nebbia, ci ha fatto vivere un’atmosfera surreale.

Ma le sorprese, purtroppo, non erano ancora finite. A poco più di 10 minuti dalla nostra meta, forse per la stanchezza della settimana appena trascorsa, forse per l’altitudine, forse per le condizioni meteo particolarmente avverse sono stato colto da un attacco di tachicardia (da almeno 250-300 bpm) durato una decina di minuti. Fortunatamente oramai so di avere questo problema e quindi non mi agito più di tanto quando succede…
Inutile dire che i tortolini sono passati in secondo piano, mentre una volta passato il peggio ci siamo diretti al rifugio più vicino dove io sono rimasto a riposare mentre Stefano raggiungeva il luogo del rilevamento, senza peraltro osservare alcun esemplare di tortolino.
Nel corso della giornata ho scattato qualche foto, ma prevalentemente per documentare il maltempo che ci ha accolti…


A risollevarci il morale, ormai sulla strada del ritorno, il ritrovamento quasi casuale di una buona quantità di finferli (o gallinacci) che sono senza dubbio il fungo che preferisco. Ma la giornata si può dire essere stata tuttaltro che positiva…
Attraversando il bosco, un piccolo contentino fotografico è arrivato da questi bei fiori di cardo illuminati da un sole tenue che nel frattempo si è aperto un varco tra le fitte nubi.

Cardo (Cirsium sp.)

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