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Fotografia naturalistica di Giorgio Perbellini
Ancora niente salamandre…
Chi mi segue saprà bene che da un paio d’anni alcune delle mie uscite sono dedicate alla salamandra pezzata, anfibio particolarmente vistoso per la sua colorazione nera a macchie gialle. Questo simpatico animaletto era frequente nei nostri boschi, ma da diversi anni non se ne vedono più molte. Ricordo che quand’ero piccolo bastava una giornata di pioggia per vederle lungo i sentieri nei boschi o lungo i Waalweg sparsi nel Burgraviato; ma oggi a quanto pare non è più così.
Lo scorso venerdì l’amico Mirko Masieri ha avuto fortuna ed ha avuto modo di scattare diverse foto, pubblicate sul suo profilo Facebook. Io quel giorno lavoravo, ma avevo avuto la stessa idea per il fine settimana; anche se poi a me non è andata altrettanto bene nonostante il meteo estremamente favorevole. Domenica c’era una continua alternanza di pioggia e schiarite, ma di salamandre nemmeno l’ombra.
Morale della favola… sono finito nuovamente a fotografare funghi e insetti.
Ma va bene lo stesso. In quel paio di ore trascorse da solo ho comunque avuto anche modo di riflettere sull’approccio che mi sembra di avere ultimamente nelle mie uscite fotografiche, più simile a quello di un cacciatore che a quello di un naturalista. Devo ricominciare ad osservare tutto ciò che mi circonda anziché fossilizzarmi su di un unico obiettivo… forse così torneranno ad essere i soggetti che cercano me e non viceversa!
Salamandre malefiche!
Ovviamente sto scherzando… le salamandre sono animali estremamente affascinanti e lungi da me definirli “malefici”. Ma un pochino oggi ci han fatto penare…
Nonostante il meteo avverso oggi avevo proprio voglia di fare qualche scatto, così mi son messo d’accordo con l’amico Mirko per il pomeriggio, sperando di non prendere troppa acqua. Le previsioni del servizio metereologico della Provincia di Bolzano recitavano: «Cielo generalmente nuvoloso. Nel pomeriggio i rovesci si estenderanno su tutta la provincia, localmente saranno possibili anche temporali. Limite della neve sui 1700 m, in calo verso sera lungo la cresta di confine a 1000 m. Contemporaneamente nelle vallate inizierà a soffiare il föhn da nord, anche di forte intensità, e le precipitazioni saranno in esaurimento. Temperature massime comprese fra 7° e 16°».
Azzeccate? Mica tanto. Alle 13.00 pioveva a dirotto un po’ ovunque e ad un Mirko piuttosto demotivato ho proposto appunto di andare in cerca di salamandre; ma già dalle 14.00 è iniziato ad uscire il sole. La meta è comunque rimasta quella di Montefranco, in cerca degli anfibi neri a pallini gialli.
Alle 14.30 ci siamo trovati a Sinigo ed in poco più di 10 minuti siamo arrivati nella prima location prescelta. Scendiamo dalla macchina, facciamo 50 metri di numero… ecco una salamandra! «WOW – pensiamo – che culo!». Ma la bestiola in men che non si dica si infratta in un buco e non esce più. Manco a dirlo, non ne abbiamo viste altre in tutto il pomeriggio :verysad:
Cambiamo zona e ci dirigiamo in un luogo vicino ad un ruscello dove mi sembra sia l’ambiente adatto per trovarne qualcuna. Strada facendo ci fermiamo vicino ad uno stagno dove una poiana, a nemmeno 10 metri dalle nostre teste (e anche qui ovviamente la fotocamera era inservibile), lancia il suo caratteristico fischio e si sposta, lanciandosi poi in picchiata giù per la scarpata.
Scendiamo di nuovo dall’auto, percorriamo a piedi di nuovo 50 metri di numero e su un masso, vicino ad un muretto a secco, Mirko mi fa notare un carbonasso (un biacco melanico, piuttosto diffuso in zona). Ovviamente non c’è nemmeno il tempo di tirar fuori la fotocamera che anche lui si infratta velocemente tra i sassi. Sigh :drop:
Proseguiamo per un centinaio di metri ed arriviamo nel posto prescelto. Cerchiamo ancora le salamandre. Nulla. A quel punto ho deciso di comunque di tirar fuori la fotocamera dallo zaino e di mettermi a scattare qualche fotografia alle felci che in questo periodo iniziano a popolare il sottobosco.
E’ quasi ora di rientrare. Mi fermo ancora un attimo per un primissimo piano di due piccoli fiorellini lungo il sentiero e mentre sono intento a scattare sento un verso a me già noto: quello di uno scoiattolo ed è anche molto vicino. Mi giro, lo vedo. Ma il 300mm è nel bagagliaio dell’auto di Mirko e per il 180 macro non c’è abbastanza luce. Ok…
Ma la vera chicca deve ancora arrivare. Siamo alla macchina, mettiamo via tutto e ci apprestiamo a tornare verso casa. Sul mio cellulare (che era nello zaino e che non ho sentito) ci sono 6 chiamate non risposte e un messaggio di Maurizio Azzolini, nome noto del birdwatching non solo a livello locale, con scritto: «Non riesco a contattarti. Al Valsura ci sono 4 aironi guardabuoi e 1 airone rosso. Siamo tutti qui!»
Ma vaff…. 😛