Recuperato un po’ di pregresso…

Ho appena finito di recuperare un po’ di pregresso. Da tempo avevo lì alcune fotografie, vecchie anche di quasi un anno, che finalmente ho trovato il tempo di sistemare e pubblicare.
Sfogliando le gallerie troverete diverse nuove immagini, di cui avevo anticipato qualcosa nei post precedenti. Sono in totale 16 “nuovi” scatti di cui buona parte inseriti nella galleria “Scorci e paesaggi” e nella galleria “Aracnidi“.
Ecco un piccolo assaggio…

La meraviglia dell'universo

Da oggi anche su Facebook!

Come avrete ben notato, gli aggiornamenti del sito sono sempre pochi. Al solito un po’ per mancanza di materiale ed un po’ per mancanza di tempo…
Dato che oggi comunque il web “vecchio stile” sta sempre più cedendo il passo a quelli che sono i social network, da oggi GegeOnLine è anche su Facebook con la pagina

Giorgio Perbellini Photography

A differenza del sito su cui state navigando, dove in genere pubblico le foto migliori e dei piccoli resoconti delle uscite corredati di alcune immagini, sulla mia pagina Facebook troverete tutte (o quasi) le fotografie che ho realizzato nelle mie uscite e non solo le singole immagini selezionate. Dunque per chi già conosce le mie fotografie può essere una novità in quanto sulla nuova pagina troverete la quasi totalità della mia produzione fotografica.

Il presente sito resta comunque sempre attivo, cosa che è ormai da quasi 14 anni, quale portfolio e blog. Anzi! Se tutto va bene l’interazione tra i due mondi (Facebook e web tradizionale) sarà intensificata…
Staremo a vedere! :whistle:

Regional Competence Center di Canon: che servizio!

Per fortuna ho di rado avuto bisogno di affidare la mia attrezzatura fotografica ad un centro assistenza, ma un paio di settimane fa non ne ho potuto fare a meno.
Se il servizio offertomi fosse stato nella media, probabilmente non sarei qui a parlarne, invece voglio davvero complimentarmi con il Canon Regional Competence Center di Peschiera Borromeo (MI) per l’eccellente servizio e la disponibilità nel risolvere eventuali problemi legati all’attività di riparazione.

Ma andiamo con ordine…
Tre settimane fa io ed Anita siamo stati a fare qualche scatto a Tirolo e la mattinata, nonostante un paio di scatti decenti, si è conclusa in modo pessimo. Era già cominciata male con la testa del cavalletto allentata; fortunatamente nulla di grave, ma non avevo dietro la chiave per fissarla ed ho dovuto faticare non poco per ottenere scatti macro e fotografie all’acqua in movimento.
Ma il peggio doveva ancora arrivare: per fotografare alcuni opilionidi sulle rocce ho pensato bene di collegare il flash alla fotocamera. Quando però ho provato a scollegarlo ho dovuto tristemente constatare che in qualche modo i due apparecchi si erano incastrati tra loro e nonostante gli sforzi nonché vari tentativi si è rivelato pressoché impossibile scollegare la fotocamera dal flash. Così l’unica è stata contattare Canon ed inviare la fotocamera ad un centro di assistenza.

Dato che oramai le distanze contano poco, dopo aver cercato un po’ di informazioni su web ho scelto di inviare la mia fotocamera al centro di Peschiera Borromeo. Così, seguendo le istruzioni del call center, lunedì ho imballato il tutto e prenotato il ritiro per il giorno successivo.
Nel modulo di richiesta riparazione (che mi è stata considerata in garanzia e quindi non ho pagato nulla per la fotocamera e la sua spedizione), visto che l’ho dovuta comunque mandare in assistenza, ho anche chiesto la verifica dell’esposimetro e la rimappatura del sensore dato che c’erano alcuni hot/dead pixel che si notavano nelle lunghe esposizioni.
La cronistoria che segue è più utile di mille parole…

Lunedì: chiamo Canon, mi danno le istruzioni per spedire la macchina e preparo il pacco
Martedì: alle 15.00 il corriere (SDA per conto di UPS) ritira il pacco
Mercoledì: la fotocamera viene ritirata dal RCC e messa in lavorazione
Giovedì: ricevo una mail che mi informa che la fotocamera è stata riparata
Venerdì: alle 15.00 arriva il corriere in ufficio che mi riconsegna la fotocamera

In soli 4 giorni ho riavuto la mia Canon 7D di nuovo sana: sostituita la slitta flash, aggiornato il firmware, rimappato il sensore e con l’esposimetro ritarato. E così il weekend successivo, a dispetto di ogni più rosea previsione, ho potuto riutilizzarla. Che dire… non ho parole!! :wow:

Ma non finisce qui. Ovviamente ad essere danneggiato non era solo la macchina, ma anche il flash che ormai da anni è fuori garanzia: anche lì hanno dovuto infatti sostituire il pezzo che si aggancia alla fotocamera, chiedendomi complessivamente 70 Euro inclusa la spedizione (avvenuta in un secondo momento rispetto alla fotocamera).
In realtà, dato che poco tempo fa mi era caduto e s’era rotto il diffusore integrato, avevo “approfittato” dell’invio in assistenza per chiedere la sostituzione di quest’ultimo ed un veloce controllo del lampeggiatore; pensavo che il preventivo di 70 Euro (compresa spedizione) fosse per il diffusore, invece quando mi han rispedito il flash (pochi giorni dopo la fotocamera) ho notato che purtroppo il diffusore non era stato rimesso. Poco male, ma ho contattato il RCC per sapere se la mancanza del diffusore poteva creare problemi nel funzionamento della parabola.
Dopo breve tempo vengo invece ricontattato dalla signora Bruno che si scusa per il disguido e mi invita a rispedire il flash (in porto assegnato al destinatario, quindi a costo 0) per la sua riparazione, rapida e… gratuita!

In questo momento il mio Speedlite 430 EX è in viaggio. Ma ancor prima di chiudere la pratica non posso che ringraziare il centro di Peschiera Borromeo, oggi ancor più felice della scelta fatta: Canon forever!!

Migratori in sosta

Lo scorso fine settimana io, Massimo e Anita ci stavamo organizzando per un’uscita fotografica nella zona dolomitica; la meta precisa non era ancora definita, ma avevamo le idee abbastanza chiare su cosa fotografare. Purtroppo il giorno prima della nostra “gita fuori porta” il mio stomaco ha deciso di inscenare una protesta e così dopo aver passato la serata di venerdì con i crampi ho deciso di non unirmi alla piccola comitiva.
Con il cuore mi trovavo con gli amici ad osservare il tramonto dalla cima del Col di Poma (Zendleser Kofel) in val di Funes, anche perché hanno portato a casa un’esperienza e degli scatti davvero incredibili, ma fisicamente non ce l’avrei davvero fatta.

I momenti che ultimamente riesco a ritargliarmi per il mio hobby sono però pochi e quindi non ho voluto rinunciare completamente a far muovere l’otturatore della mia Canon 7D. Assieme all’esperto Luca Torchia, conosciuto in occasione della presenza del nibbio bianco a Bolzano e con il quale sono rimasto in contatto tramite social network, ci siamo quindi organizzati una mattinata alternativa, approfittando peraltro della presenza di qualche migratore ritardatario che sosta in questi giorni dalle nostre parti.

Dopo esserci trovati intorno alle 8.30 nei pressi di Terlano, io e Luca abbiamo inizialmente passato in rassegna i filari di mele alla ricerca di poiane, poi ci siamo fermati lungo un canale di irrigazione dove si stavano alimentando alcuni aironi (due bianchi maggiori ed un cinerino) ed infine ci siamo diretti al lago di Monticolo nel comune di Appiano dove nei giorni precedenti era stata segnalata la presenza di una strolaga mezzana (Gavia artica), uccello migratore che trascorre l’estate nei grandi laghi del nord (Scozia, Scandinavia, ecc.) e che in inverno attraversa il continente per svernare su parte delle coste del Mediterraneo.
Il piumaggio delle strolaghe in estate, ed in particolare proprio quello della strolaga mezzana, è molto vistoso ed elegante; in inverno è decisamente più anonimo, ma poiché non è un animale che frequenta abitualmente l’entroterra in questo periodo dell’anno (ed in particolare le nostre zone) l’occasione era comunque ghiotta!

Dopo breve ricerca e con un po’ di fortuna siamo riusciti ad individuare la strolaga, anche se avvicinarsi per tentare di ottenere un buono scatto è tutta un’altra cosa.
La prima occasione che ho avuto non ha purtroppo dato il risultato sperato: i riflessi dorati nell’acqua e la bella luce non son bastati ad ottenere un buono scatto poiché la strolaga si trovava ad una distanza troppo elevata e la messa a fuoco non è stata particolarmente precisa. L’abbiamo seguita per un po’, dopodiché la distanza tra noi e lei (o lui?) è diventata eccessiva.
Poi però abbiamo notato che si stava avvicinando sempre più ad un punto vicino alla riva del lago e quando abbiamo raggiunto il punto dove è emersa l’ultima volta ci si è presentata la prima vera (ed ultima) occasione per fotografarla; si trovava infatti a pochi metri dalla riva e non appena indivuata entrambe le nostre macchine hanno iniziato a scattare a raffica.
A casa in un primo momento mi ha preso lo sconforto perché buona parte degli scatti della mia raffica risultava fuori fuoco, ma fortunatamente tra le tante fotografie cestinate un paio si sono salvate e questa è una delle due…

Strolaga mezzana (Gavia artica)

Il punto di ripresa non è ottimale (ci trovavamo in cima ad uno scoglio), ma viste le condizioni e la relativa rarità dell’avvistamento mi ritengo comunque più che soddisfatto.
Mi sarebbe piaciuto provare ad abbassare il punto di ripresa, ma quando ho raggiunto la riva a pelo d’acqua l’animale si era ormai già spostato ad una distanza non sufficiente ad ottenere dei buoni risultati. Ed è stata appunto la prima ed ultima occasione, perché nella mezz’ora successiva abbiamo cercato di avvicinarla nuovamente, ma durante le sue immersioni si spostava ad una velocità davvero impressionante, attraversando metà lago in pochi secondi, tanto che il commento di Luca è stato: «Quella è Flash, non è una papera!».

Un ultimo giro, sulla strada del ritorno, l’ho fatto nelle campagne tra Bolzano e Merano (prima nella zona di Settequerce, poi nella zona del biotopo “Ontaneti di Postal”, ma qui la presenza di avifauna era molto scarsa.
La giornata nel complesso si è conclusa positivamente, anche perché la mia personale checklist si è ulteriormente ampliata. Oltre alla strolaga mezzana, al lago di Monticolo ho potuto osservare anche:
– un nutrito gruppo di germani reali (m+f)
– 9 moriglioni (7 maschi e 2 femmine)
1 moretta (anche questa una new entry per la mia personale checklist)
– 2 svassi maggiori
– un paio di poiane (5 in tutto, contando anche quelle viste nelle campagne)
– ghiandaie, codibugnoli ed altri piccoli abitanti del bosco

La meraviglia dell’Universo

Recentemente, insieme ad alcuni amici, abbiamo intrapreso la strada delle fotografie in notturna per immortalare la volta celeste ed in particolare la Via Lattea. Quest’ultima è in realtà la galassia in cui noi stessi ci troviamo, ma in quella che viene definita astronomia osservativa la Via Lattea è una banda luminosa che attraversa il cielo e che in condizioni ottimali (cielo limpido, luna assente e basso inquinamento luminoso) è possibile osservare anche ad occhio nudo.
Io personalmente sono stato stimolato in questo genere di fotografia dalle immagini pubblicate da Maurizio Pignotti che, per quanto mi lascino a volte un po’ perplesso relativamente alla postproduzione, hanno davvero un notevole impatto. Molte delle sue immagini sono doppie esposizioni realizzate anche con l’ausilio di una tavola equatoriale, ma con un grandangolo e tempi di scatto inferiori ai 30″ è teoricamente possibile fare dei buoni scatti anche con un unico scatto senza che si avverta il movimento delle stelle.
Così in un paio di occasioni abbiamo cercato di immortalare il cosmo sui sensori delle nostre fotocamere.

La prima uscita si è svolta a settembre sull’altopiano del Salto nei pressi della chiesetta di San Giacomo a Lavenna (Langfenn), comune di San Genesio; la seconda al Lago di Carezza, situato a circa 1500 metri di altitudine nel comune di Nova Levante ai piedi del Latemar. Compagni di avventura Anita e Max.
In entrambi i casi siamo rimasti estasiati dallo spettacolo a cui si può assistere trovandosi fuori dalla città: nonostante l’inquinamento luminoso proveniente da Bolzano (più evidente a San Genesio), in cielo era possibile osservare migliaia di stelle e anche ad occhio nudo la Via Lattea risultava ben visibile. A San Genesio con il 300mm moltiplicato son perfino riuscito a fotografare, seppur mossi e poco più di piccoli puntini luminosi, i 4 maggiori satelliti di Giove (i cosiddetti satelliti medicei o galileiani): Io, Europa, Ganimede e Callisto.
Senza contare che in poco più di un’ora ho contato almeno 5 stelle cadenti. Non male! :victory:


L’esperienza è stata sicuramente positiva. Certo è che, nonostante l’impegno, c’è ancora molto da lavorare. Non sono infatti del tutto soddisfatto dei risultati ottenuti.
In primo luogo mi son reso conto che devo assolutamente rifarmi l’occhio sulle inquadrature; gli scatti che prediligo sono quelli con un primo piano di un certo impatto che contribuisca alla godibilità dell’intero fotogramma; l’intenzione c’è, i risultati un po’ meno…
In secondo luogo una parte della mia insoddisfazione è data dai limiti tecnici della mia fotocamera: la Canon EOS 7D è un’ottima fotocamera, con la quale devo sì ancora prendere bene confidenza, ma che ha pur sempre 18 megapixel con un sensore APS-C (conosciuto come DX dai nikonisti); questo implica che fino a 800 ISO lavora bene, ma quando si comincia ad andare più in su con la sensibilità, il rumore comincia a diventare più evidente e fastidioso.
Alcune di queste immagini, in particolare quelle con la Via Lattea visibile, sono scattate con una espozione di 20/25″ a f/3.5 e ISO tra i 4000 e i 6400. Va da sé che qualche difficoltà nell’ottenere un buono scatto me la dovevo aspettare e soprattutto devo mettermi l’anima in pace sotto questo punto di vista.

Il mio nuovo Kata Bumblebee 220PL ricoperto dalla brina

Le difficoltà in questi casi, però, non sono solo legate ad aspetti tecnici (dell’attrezzatura o del fotografo), ma anche dalle condizioni “climatiche”. La prima uscita, come detto sopra, si è svolta verso fine settembre quando la nostra provincia (come il resto del nord Italia) era ancora investito da un’anomala ondata di calore; ma quando il sole cala all’orizzonte, lasciando spazio alla notte, le temperature in montagna scendono e l’umidità si fa sentire… tant’è che una volta tornati in auto ci siamo resi conto di avere lo zaino ed i vestiti bagnati.
Più critico è stato al Lago di Carezza dove, una volta scesa la notte, l’aria si è ben presto condensata e con le temperature sotto zero ha trasformato l’umidità in brina che ha ricoperto ogni cosa: le pietre su cui stavo seduto, l’erba, gli zaini (quello nella foto a lato è il mio nuovo Kata) e perfino le lenti degli obiettivi che, forse con la condensa del nostro fiato, si sono appannati e letteralmente… ghiacciati! :embarace:

Non è stato comunque il freddo il problema, ma proprio l’umidità. Fotocamere ed obiettivi di un certo livello non hanno grossi problemi ad affrontare il freddo; ma l’umidità che si sviluppa al crepuscolo può rivelarsi un nemico ben più inquietante…

Work in progress…

Dopo tanto tempo, con un po’ di impegno sono riuscito a capire meglio il funzionamento dei template in WordPress. Di conseguenza finalmente sono riuscito a rimuovere i “widget” (quei box con le funzioni blog come tagcloud, archivi, ecc.) dalle pagine statiche, lasciandoli invece solo nella pagina “Blog”.
Questo mi permetterà in futuro di inserire immagini più grandi nelle gallerie, dove al momento appaiono invece un po’ “sacrificate”.

In un barlume di buona volontà mi son preso il tempo per rimettere in formato maggiore ad altà qualità anche le vecchie immagini… in questo momento sto infatti facendo l’upload dell’ultima galleria. In questo modo le fotografie saranno sicuramente più soggette a “furti”, ma d’altro canto risulteranno anche più godibili per chi visiterà il sito.
Buona visione!

Concorso Leica 24×36

Il logo del concorso Leica

In questi giorni su Facebook e Twitter ha preso piede il concorso fotografico “Leica 24×36 – 24 talenti per 36 fotografie“.
Vista la modalità di partecipazione e dato che il voto degli utenti conta solo per 1/6 (al contrario del concorso “L’incarico” di Canon, dove il voto popolare ha fatto molto discutere), questa volta ho deciso di partecipare anch’io.

Se volete vedere le 3 immagini che ho selezionato ed eventualmente votarle, basta cliccare sul seguente link:
http://www.lab.leica-camera.it/jspleica/scheda.jsp?n=49745&v=1

La propria preferenza può essere data cliccando su “Like” di Facebook o su “Tweet” di Twitter in alto a sinistra sopra al nome dell’autore.
Un grazie a chi mi voterà 😉

Nuove foto online!

Sulla stessa scia che mi ha portato negli ultimi giorni a pubblicare un po’ di report delle uscite di quest’anno (ma anche a causa del fatto che sono a casa con la bronchite, in effetti), questa mattina ho finito di mettere online nelle gallerie anche le immagini di queste ultime.

Ho inserito ben 10 nuovi scatti nella galleria “Orchidee” ed altri un po’ in tutte le gallerie: paesaggi, insetti, farfalle, fiori ed avifauna. Intanto un piccolo assaggio…

Formica ruta

Salvo imprevisti, prossimamente dovrei riuscire a mettere online qualche altro scatto e relativi report nel blog…. vediamo!

Sullo Stelvio con il Fotoclub

A metà luglio ancora un’uscita organizzata dal Fotoclub Immagine di Merano. Destinazione: i tortuosi tornanti del Passo dello Stelvio.
L’uscita era finalizzata a fotografare il paesaggio, la flora ed eventualmente la fauna che caratterizzano questo angolo della nostra Provincia, cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. Non si può purtroppo parlare di Natura incontaminata perché la strada, specie nel periodo estivo quando il passo è aperto al traffico, viene letteralmente assalita da centinaia di veicoli a motore; il panorama che si può però ammirare è mozzafiato, la flora particolarmente ricca e, con un po’ di fortuna, è possibile imbattersi nei diversi rappresentanti della fauna quali caprioli, cervi, marmotte, gipeti, pernici e quant’altro.

Di buon’ora ci siamo dunque ritrovati sotto la sede del club e siamo partiti alla volta dello Stelvio, dove siamo arrivati intorno alle 8.30. Qualche minuto per ambientarsi ed abbiamo poi iniziato con i primi scatti a soggetti floreali: gigli martagoni, elleborine (orchidee selvatiche), semprevivi gialli, nigritelle.
Il tempo è trascorso velocemente, nonostante i primi risultati non fossero particolarmente incoraggianti anche a causa della luce del sole, già piuttosto dura, che creava contrasti e ombre fin troppo marcati.

Semprevivo giallo (Sempervivum wulfenii)Giglio martagone (Lilium martagon)
Negritelle (Nigritella sp.)Rondine montana

Dato l’intenso traffico che nel frattempo ci ha raggiunti, verso metà mattina abbiamo deciso di spostarci in una zona un po’ più tranquilla.
Ci trovavamo all’altezza dell’albergo Franzenshöhe ad una altitudine di 2188m s.l.m.; da qui abbiamo quindi imboccato il sentiero n. 14 che, attraversando il ghiacciaio, conduce al rifugio Borletti. Senza però spingerci così avanti, dopo poche decine di metri ci trovavamo finalmente immersi nella Natura del Parco, pur circondati ancora da una forte presenza antropica. A farla da padroni in questo ambiente sono i mughi ed i rododentri, ma erano numerose anche le piante di Gymnadenia odoratissima, piccola orchidea selvatica che si distingue da g. conopsea soprattutto per il forte profumo che ne caratterizza anche il nome.

Max e Sara lungo il sentierino che conduce al FranzenshöheI tornanti dello Stelvio
Paolo e Anna sul sentiero tra i mughiGymnadenia odoratissima
Una vista sui ghiacciai del massiccio dell'OrtlesRododendro

La mattinata volgeva alla conclusione ed il meteo, che fino a quel momento ci aveva graziato, ha ben presto cambiato idea: all’ora di pranzo siamo stati salutati da numerosi scrosci di pioggia. Ci siamo quindi rifugiati nel bar del Franzenshöhe per qualche fetta di torta ed una bibita in compagnia.
Per certi versi le avverse condizioni meteo hanno inficiato le nostre aspirazioni di fotografare il paesaggio, reso grigio e piatto dal grigio del cielo. Ma di contro per la fotografia macro è stato un bene non avere luci dure a creare contrasti sui petali dei fiori o sulle ali delle farfalle, come si vede nella prossima immagine.

Setina irrorella

Dopo esserci rifocillati a dovere (sorvolando sui due panini che già mi ero divorato nel corso della mattinata :drop: ) abbiamo scrutato il cielo e discusso brevemente sul da farsi. C’è chi voleva rimanere lì nei dintorni per cercare di fotografare le marmotte che riempivano l’aria con i loro fischi; qualcun altro era invece dell’idea di salire fino al passo; altri ancora per scendere a Trafoi, in località Tre Fontane, dove il tempo sembrava un po’ più clemente.
Il gruppo si è quindi diviso: Anita, Max e Maurizio sono saliti al passo Stelvio dove sono rimasti quasi fino al tramonto, mentre il resto del gruppo è sceso a Trafoi dove le occasioni fotografiche certo non sono mancate.

Neanche dirlo, il mio soggetto principale erano ancora una volta le orchidee: pur mancando le bellissime scarpette di venere (Cypripedium calceolus), da tempo ormai sfiorite, mi sono invece concentrato sulle elleborine violacee (Epipactis rubiginosa), che qui ho scoperto crescere un po’ ovunque sul sedimento che si è formato lungo il torrente che scende lungo la vallata. Risalendo il sentiero che porta alla base delle cascate, tra pietrisco e mughi, queste orchidee sembrano aver trovato il loro habitat ideale!
Sempre in tema di orchidee, sono riuscito finalmente ad avere lo scatto “perfetto” (tra virgolette perché comunque si può sempre migliorare) di Listera ovata, orchidea di colore verde piuttosto complessa da documentare a causa dei fiori davvero molto piccoli. Ed infine, girando nei pressi della chiesetta, ho trovato un fazzoletto di terra ricoperto da sfagno su cui crescono diverse piantine di Pinguicola comune (Pinguicula vulgaris); queste ultime erano evidentemente già sfiorite, ma è un ottimo spunto per il prossimo anno. Senza contare l’effetto pittorico creato dalle foglie di queste piante carnivore nostrane sul manto ricoperto dal muschio…

Elleborina violaceaPinguicola comuneListera ovata

La giornata per noi è volta al termine verso le 16.30, quando il gruppo sceso a Trafoi ha deciso di rientrare. Ma c’è chi alle 19.00 si trovava ancora lassù, a 2700m di quota, per realizzare un bellissimo timelapse!

La luna rossa del 15 giugno

In questi giorni sto cercando di recuperare un po’ del tempo perso. Già… perché nonostante l’utilizzo di WordPress che ha comunque facilitato l’aggiornamento di queste pagine, mi risulta abbastanza ostico starci dietro. Non tanto per il tempo che mi serve per scrivere sul blog, quanto piuttosto quello che mi serve a sistemare le immagini a corredo del “report”, fondamentali per un sito di fotografia.

L'allegro gruppo immerso nel buio...

In ogni caso, anche quest’anno tra una cosa e l’altra le uscite non sono state molte…
Tre settimane dopo quella ad Aica di Fiè in compagna di Georg, di cui ho scritto un po’ di tempo addietro, ho partecipato ad un uscita serale con gli amici del Fotoclub Immagine (Andrea, Anita, Massimo e Mirko) per fotografare quello che si annunciava un evento astronomico piuttosto singolare. La concomitanza di luna piena ed eclissi totale ha fatto sì che si potesse “osservare” una luna rossa in tutto il suo splendore! Ho scritto la parola osservare tra virgolette perché in realtà le cose sono andate un po’ diversamente da come invece ci aspettavamo…

Il luogo che abbiamo scelto per attendere la luna, ovvero la località Falzeben nel comune di Avelengo, ci ha impedito di osservare il nostro satellite fino alle 22.00 circa; purtroppo a quest’ora eravamo ormai molto prossimi alla fase di totalità dell’eclisse e riuscire a mettere a fuoco diventava quasi impossibile. Gran parte degli scatti che ho realizzato sono sfuocati perché tutti noi tiravamo letteralmente ad indovinare la corretta messa a fuoco; nonostante il buio, ad occhio nudo la luna era quasi impercettibile ed inoltre, a breve distanza di tempo dal suo sorgere, le nuvole hanno deciso di fare la loro parte e di toglierci definitivamente l’opportunità di ulteriori scatti.
Ciò che avevamo portato a casa in 10-15 minuti doveva quindi essere sufficiente!

Ed in un certo senso lo è stato: pur non avendo avuto la possibilità di documentare l’intero svolgersi dell’eclissi, qualche scatto di un certo impatto l’abbiamo ottenuto… chi più, chi meno.

Luna rossa

Sorvolerei invece sul prologo della serata, che si è conclusa un’ora più tardi in seguito a goliardici giochi con le torce elettriche, utilizzate come pennelli per disegnare nel buio ed imprimere quei disegni sui sensori delle fotocamere… vero Mirko? 😆

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