luca torchia

Migratori in sosta

Lo scorso fine settimana io, Massimo e Anita ci stavamo organizzando per un’uscita fotografica nella zona dolomitica; la meta precisa non era ancora definita, ma avevamo le idee abbastanza chiare su cosa fotografare. Purtroppo il giorno prima della nostra “gita fuori porta” il mio stomaco ha deciso di inscenare una protesta e così dopo aver passato la serata di venerdì con i crampi ho deciso di non unirmi alla piccola comitiva.
Con il cuore mi trovavo con gli amici ad osservare il tramonto dalla cima del Col di Poma (Zendleser Kofel) in val di Funes, anche perché hanno portato a casa un’esperienza e degli scatti davvero incredibili, ma fisicamente non ce l’avrei davvero fatta.

I momenti che ultimamente riesco a ritargliarmi per il mio hobby sono però pochi e quindi non ho voluto rinunciare completamente a far muovere l’otturatore della mia Canon 7D. Assieme all’esperto Luca Torchia, conosciuto in occasione della presenza del nibbio bianco a Bolzano e con il quale sono rimasto in contatto tramite social network, ci siamo quindi organizzati una mattinata alternativa, approfittando peraltro della presenza di qualche migratore ritardatario che sosta in questi giorni dalle nostre parti.

Dopo esserci trovati intorno alle 8.30 nei pressi di Terlano, io e Luca abbiamo inizialmente passato in rassegna i filari di mele alla ricerca di poiane, poi ci siamo fermati lungo un canale di irrigazione dove si stavano alimentando alcuni aironi (due bianchi maggiori ed un cinerino) ed infine ci siamo diretti al lago di Monticolo nel comune di Appiano dove nei giorni precedenti era stata segnalata la presenza di una strolaga mezzana (Gavia artica), uccello migratore che trascorre l’estate nei grandi laghi del nord (Scozia, Scandinavia, ecc.) e che in inverno attraversa il continente per svernare su parte delle coste del Mediterraneo.
Il piumaggio delle strolaghe in estate, ed in particolare proprio quello della strolaga mezzana, è molto vistoso ed elegante; in inverno è decisamente più anonimo, ma poiché non è un animale che frequenta abitualmente l’entroterra in questo periodo dell’anno (ed in particolare le nostre zone) l’occasione era comunque ghiotta!

Dopo breve ricerca e con un po’ di fortuna siamo riusciti ad individuare la strolaga, anche se avvicinarsi per tentare di ottenere un buono scatto è tutta un’altra cosa.
La prima occasione che ho avuto non ha purtroppo dato il risultato sperato: i riflessi dorati nell’acqua e la bella luce non son bastati ad ottenere un buono scatto poiché la strolaga si trovava ad una distanza troppo elevata e la messa a fuoco non è stata particolarmente precisa. L’abbiamo seguita per un po’, dopodiché la distanza tra noi e lei (o lui?) è diventata eccessiva.
Poi però abbiamo notato che si stava avvicinando sempre più ad un punto vicino alla riva del lago e quando abbiamo raggiunto il punto dove è emersa l’ultima volta ci si è presentata la prima vera (ed ultima) occasione per fotografarla; si trovava infatti a pochi metri dalla riva e non appena indivuata entrambe le nostre macchine hanno iniziato a scattare a raffica.
A casa in un primo momento mi ha preso lo sconforto perché buona parte degli scatti della mia raffica risultava fuori fuoco, ma fortunatamente tra le tante fotografie cestinate un paio si sono salvate e questa è una delle due…

Strolaga mezzana (Gavia artica)

Il punto di ripresa non è ottimale (ci trovavamo in cima ad uno scoglio), ma viste le condizioni e la relativa rarità dell’avvistamento mi ritengo comunque più che soddisfatto.
Mi sarebbe piaciuto provare ad abbassare il punto di ripresa, ma quando ho raggiunto la riva a pelo d’acqua l’animale si era ormai già spostato ad una distanza non sufficiente ad ottenere dei buoni risultati. Ed è stata appunto la prima ed ultima occasione, perché nella mezz’ora successiva abbiamo cercato di avvicinarla nuovamente, ma durante le sue immersioni si spostava ad una velocità davvero impressionante, attraversando metà lago in pochi secondi, tanto che il commento di Luca è stato: «Quella è Flash, non è una papera!».

Un ultimo giro, sulla strada del ritorno, l’ho fatto nelle campagne tra Bolzano e Merano (prima nella zona di Settequerce, poi nella zona del biotopo “Ontaneti di Postal”, ma qui la presenza di avifauna era molto scarsa.
La giornata nel complesso si è conclusa positivamente, anche perché la mia personale checklist si è ulteriormente ampliata. Oltre alla strolaga mezzana, al lago di Monticolo ho potuto osservare anche:
– un nutrito gruppo di germani reali (m+f)
– 9 moriglioni (7 maschi e 2 femmine)
1 moretta (anche questa una new entry per la mia personale checklist)
– 2 svassi maggiori
– un paio di poiane (5 in tutto, contando anche quelle viste nelle campagne)
– ghiandaie, codibugnoli ed altri piccoli abitanti del bosco

A caccia di libellule con la Manifattura Fotografica

Chi ha detto che Internet isola dalla realtà? In molti casi è così, ma ci sono anche situazioni inverse dove invece la Rete permette di ampliare i propri orizzonti e di fare nuove amicizie. Questo è proprio uno di quei casi, infatti qualche settimana fa ho partecipato ad un’uscita in compagnia dei soci dell’associazione Manifattura Fotografica di Bolzano con i quali finora sono stato in contatto esclusivamente tramite social network.

Una panoramica del biotopo "Stagno Fahrer"

Con qualcuno (Luca Torchia) ci eravamo già conosciuti all’aereoporto di Bolzano in occasione dello straordinario avvistamento del nibbio bianco, mentre con altri ci siamo sentiti solo per e-mail o su Facebook. Dato che nell’ultimo anno la mia disponibilità di tempo è parecchio cambiata, con alcuni degli amici con cui ero solito andare a far foto non ci si riesce più a trovare.
Quindi perché non farsi dei nuovi amici con una passione in comune? :hug:

L’occasione si è appunto presentata qualche settimana fa. Da Massimo Pisetta, presidente dell’associazione, ho ricevuto l’invito ad un’uscita di mezza giornata alla ricerca di libellule a cui ben volentieri ho aderito; la meta era l’altopiano di Meltina/S. Genesio e più precisamente il biotopo Stagno Fahrer.
Appena arrivato (con qualche difficoltà nel ricordarmi la strada) ho incontrato il gruppo e dopo le presentazioni di rito ci siamo incamminati verso il biotopo. La giornata non era particolarmente promettente dal punto di vista metereologico, ma ben presto sono arrivate le prime soddisfazioni. Non tanto per le libellule, che hanno tardato ad arrivare, quanto piuttosto per i numerosi giovani tritoni alpini (Triturus alpestris) – ormai senza branchie esterne, ma comunque lunghi non più di 3-4 cm – che si aggiravano fuori dall’acqua.
Questi piccoli soggetti hanno occupato abbondantemente la prima ora di sessione, nonostante le non poche difficoltà nel riuscire a riprenderli in maniera decente…

Una libellula sul mio dito. Foto di Luca Torchia

Quando intorno alle 11.00 è finalmente comparso il sole, anche le libellule hanno deciso di farsi ammirare. La prima a farsi vedere era un’immancabile esemplare di Anax imperator, una delle più grandi ma anche più difficili da fotografare perché non stanno mai ferme. Dopodiché, man mano che il sole aumentava, sempre più esemplari sono comparsi intorno a noi. Gran parte di queste non sono ancora riuscito ad identificarle, anche se dalle dimensioni e dalla morfologia penso facciano parte del genere Sympetrum. Queste ultime, a differenza dell’Anax, erano decisamente più confidenti, arrivando a salirmi sul dito come dimostra anche la foto che vedete qui sopra.
L’unico “aspetto critico” (come direbbe una mia conoscenza) era il posatoio: quasi tutte le libellule avevano scelto di sostare sul vecchio steccato che circonda lo stagno e non c’era verso di riuscire a fotografarle lontane da questo. Sono pochi infatti gli scatti dove il posatoio è un po’ più naturale, anche se a loro tutto sommato non sembrava dare così fastidio… anzi!

La mattinata è stata assai piacevole, divertente e tutto sommato abbastanza positiva. Mi è dispiaciuto lasciare il gruppo, ma la famiglia viene prima di tutto! Così intorno alle 13.00 ho salutato i nuovi amici e mi sono avviato verso casa. Ma la giornata non era ancora finita e sulla strada del ritorno, lungo i tornanti che da Meltina portano a Terlano, mi sono imbattuto in due giovani caprioli che brucavano pacificamente in un piccolo prato al limitare del bosco.
Sono contento di questa uscita e spero che ce ne saranno altre perché ho trovato un bel gruppo di persone con la mia stessa passione e con un grande entusiasmo!


E con questa piccola carellata di fotografie si conclude la cronaca della giornata…

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