birdwatching

Piccole soddisfazioni invernali

Anche se il tempo è sempre poco ed i risultati non sono ancora propriamente quelli sperati, qualche piccola soddisfazione me la sto togliendo. Un po’ grazie all’utilizzo di capanno o auto e con un po’ di fortuna, finalmente quest’inverno sono riuscito ad osservare e fotografare alcune specie che ancora mancavano nel mio archivio….


Le quattro specie in questione sono (nell’ordine delle immagini): martin pescatore (Alcedo atthis), picchio verde (Picus viridis), airone bianco maggiore (Casmerodius albus) e porciglione (Rallus aquaticus). Tutti e quattro questi rappresentanti dell’avifauna non sono facili da fotografare a causa della loro rarità e/o diffidenza; in particolare il porciglione che da queste parti è tutt’altro che semplice da osservare.

La soddisfazione più grande, ad ogni modo, me l’ha data l’airone bianco maggiore. Erano diverse volte che, sia in solitaria che in compagnia di Mirko, mi infilavo per qualche ora nel capanno nella speranza di avere un esemplare di questa specie davanti al mio obiettivo; una mattina ero indeciso sul da farsi ed alla fine ho seguito un consiglio ricevuto su Facebook… e la fortuna quella mattina si è rivelata essere dalla mia parte.
Avevo puntato il tele su uno dei tanti rami degli alberi secchi caduti davanti al capanno e dopo circa 3 ore di attesa l’airone è arrivato e si è posato esattamente dove me lo aspettavo! Ho fatto subito un paio di scatti, ma la messa a fuoco era perfettibile, così come l’inquadratura che era proprio al limite (rischiavo di tagliare la sommità del capo); purtroppo in questi casi la cosa più importante è la pazienza che io, nella foga del “primo contatto”, non ho avuto. E così dopo la prima dozzina di scatti, l’airone si deve essere reso conto che c’era qualcosa di strano e si è spostato di circa 30 metri dalla mia posizione. Ho portato a casa degli scatti piuttosto statici e mi rimprovero il fatto che forse, se fossi stato più paziente, magari avrei ottenuto delle immagini più particolari. Ma non mi posso comunque lamentare!

Per quanto riguarda gli altri esemplari, invece, si tratta di scatti ancora lontani da quello che vorrei ottenere. Ma pian piano…
Il picchio verde è un ritaglio e nell’originale la messa a fuoco non è perfetta; il martin pescatore mi piace per l’ambientazione che fa risaltare la colorazione di questo splendido rappresentante dell’avifauna, ma è ancora un po’ lontano. Merita invece due parole in più il porciglione, che quest’anno ho osservato per la prima volta ed in diverse occasioni; difficilissimo da fotografare sia per la sua diffidenza (è capace di starsene anche un’ora nascosto in mezzo all’erba ai bordi del canale dove l’ho trovato) e sia perché è davvero molto veloce negli spostamenti: a 1/500″ ho fotografie che sono venute vistosamente mosse!
Anche la sfortuna comunque ci ha messo un po’ del suo… mentre fotografavo alcune gallinelle d’acqua (che ho scoperto essere soggetti piuttosto facili), tutto ad un tratto un porciglione si è rivelato ai miei occhi e per qualche istante l’ho avuto perfettamente inquadrato ed in una posa che mi avrebbe permesso di portare a casa un ottimo scatto. E’ venuta a mancare però la prontezza di riflessi e la foto giusta è rimasta solo nelle mie intenzioni. Anche perché subito dopo sono arrivati in auto due birdwatcher trentini (conosciuti sul campo in diverse uscite) e da quel momento il pennuto non s’è più fatto vedere.

Sicuramente proverò di nuovo con questi soggetti. Senza però dimenticare che quest’anno ho un “appuntamento” con il merlo acquaiolo!

Il mio primo tortolino!

Approfitto di questa giornata in cui sono a casa con la gola pesantemente infiammata per raccontare quella che è stata una delle migliori uscite fotonaturalistiche degli ultimi anni.
Chi mi segue da tempo, probabilmente saprà che da oramai 4 anni nella prima metà di settembre mi reco costantemente a Merano 2000 in cerca di uno dei migratori più affascinanti che attraversano il nostro territorio: il Charadrius morinellus, meglio conosciuto come il nome comune di piviere tortolino.
Il primo tentativo l’ho fatto in compagnia di Giampiero Favero in occasione della “tre giorni del tortolino“, censimento nazionale dedicato proprio al nordico limicolo; nei due anni successivi, invece, in compagnia dell’immancabile Stefano Andretta. Tentativi andati a vuoto… almeno fino a quest’anno!

Ma andiamo con ordine e vediamo prima la scheda del piviere tortolino.
Il Charadrius morinellus, conosciuto con il nome comune di piviere tortolino o piviere tortolino eurasiatico, è un piccolo uccello limicolo che nidifica in zone a bassa pendenza nella tundra o in zone montane con vegetazione scarsa o assente e presenza di pietraie e rocce affioranti. E’ specie tipicamente migratrice che sverna nelle regioni desertiche dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Nel nostro Paese è piuttosto raro da vedere: sono conosciuti solo due siti di nidificazione in Italia, mentre può essere osservato abbastanza regolarmente durante il periodo migratorio (tra la fine di agosto e la metà di settembre) anche se le osservazioni sono tuttaltro che semplici dato l’ambiente in cui è solito sostare, mai sotto i 2000-2200 metri di altitudine. Si nutre prevalentemente di insetti (cavallette, coleotteri), ma non disdegna alcune piante tipiche dell’ambiente di alta quota.
A differenza di molti altri rappresentanti dell’avifauna, è piuttosto confidente nei confronti dell’uomo e per questo viene considerata una specie estremamente vulnerabile. Anche per questo motivo non voglio dare indicazioni troppo precise sul luogo di avvistamento…

Dalla breve descrizione fatta qui sopra, forse si capisce quale sia il motivo che i questi ultimi anni mi ha spinto alla sua ricerca. E finalmente, dopo 3 anni anni di uscite andate a vuoto, ho avuto l’enorme piacere di incontrarlo, proprio lì dove io e Stefano ci aspettavamo che fosse. Un unico esemplare giovane, ma l’emozione è stata comunque molto forte.

Il primissimo incontro con il piviere tortolino...

La giornata del 12 settembre (da appuntare sul calendario!) è iniziata nel migliore dei modi, con un piccolo gruppetto di cince dal ciuffo che ci ha accolto sulla strada non appena scesi dalla cabinovia che da Falzeben porta a Merano 2000. Luce poco adatta a fotografarle, ma ci sono state comunque di buon auspicio!
Salendo di quota abbiamo avuto il secondo – anche se breve – incontro della giornata: una grossa lepre che, subito accortasi della nostra presenza, si è dileguata in mezzo ai rododendri. Quasi impossibile fotografarla, ma già la vista di questi sfuggenti abitanti della montagna, sempre più rari, è qualcosa che riempie il cuore di gioia.

Arrivati finalmente nei pressi della meta, lungo il sentiero ho notato un uccello che si muoveva sull’erba, più grande dei soliti spioncelli e culbianchi che eravamo soliti incontrare. L’ho subito indicato a Stefano che dopo averlo guardato per un attimo col suo binocolo mi ha guardato ed ha esclamato: «Bravo! E’ lui!».
Da quel momento è iniziato un’estenuante “inseguimento” nella speranza, conoscendo la sua innata confidenza, di riuscire ad avvicinarci a sufficienza per fotografarlo. Non volevamo farlo scappare, quindi per qualche ora ci siamo lentamente avvicinati assecondando le sue scorribande in lungo e in largo per i prati senza disturbarlo troppo; l’abbiamo osservato mentre si alimentava con cavallette ed altri piccoli insetti e finalmente dopo un paio di ore eravamo sufficientemente vicini per riuscire a portare a casa delle belle immagini. Ma che fatica!
Intorno alle 14.00 eravamo ormai a 4-5 metri da lui, forse meno e le soddisfazioni non sono mancate. Alla fine della giornata ho portato a casa oltre 400 scatti che piano piano sto cercando di sistemare. Quelli che seguono sono solo una piccola selezione, mentre a breve conto di caricarle sul sito in dimensioni maggiori, anche se sono ancora indeciso se inserirle nella galleria “Avifauna” o creare appositamente una sezione monografica…


Come ho detto all’inizio, ritengo di poter dire con soddisfazione che questa uscita è stata una delle più riuscite… in assoluto probabilmente. Ho portato a casa delle immagini di cui sono finalmente orgoglioso e che mi hanno dato una nuova carica d’entusiasmo che negli ultimi tempi, forse, era andato un po’ in decrescendo. Nell’insieme la checklist delle specie osservate è la seguente:

  • Piviere tortolino (Charadrius morinellus)
  • Corvo imperiale (Corvus corax)
  • Cincia dal ciuffo (Parus cristatus)
  • Lepre variabile (Lepus timidus) in abito estivo
  • Marmotta (Marmota marmota)
  • Spioncello (Anthus spinoletta)
  • Culbianco (Oenanthe oenanthe)
  • Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
  • Cornacchia (Corvus corone)
  • Gheppio (Falco tinnunculus)

Ringrazio nuovamente Stefano per le preziose informazioni e per la bellissima giornata trascorsa insieme. E naturalmente… ci vediamo l’anno prossimo tortolino!

Alla ricerca dei tortolini

La scorsa domenica, dopo oltre due mesi di “lavori forzati” ho deciso finalmente di prendermi una pausa e di dedicarmi un’intera giornata. Così in compagnia di Stefano abbiamo girato in lungo e in largo l’altopiano di Merano 2000 alla ricerca del piviere tortolino che, in questo periodo, è possibile incontrare nei luoghi di sosta della migrazione.
La giornata era bellissima; l’aria era limpida, il clima particolarmente piacevole e la vista su tutte le montagne intorno davvero fantastica.


Anche quest’anno, purtroppo, l’uscita non è stata coronata dal successo dell’avvistamento del pennuto, ma è stata comunque una giornata positiva che mi ha dato (finalmente!) l’opportunità di staccare la spina.
Tra le specie che invece abbiamo incontrato ci sono corvi imperiali, spioncelli, rondini montane e balestrucci.

Visto l’ho visto…

Ieri 4 aprile, nonostante la sciatalgia ancora presente (ma fortunatamente senza necessità di altri antinfiammatori), son voluto andare a tutti i costi a Bolzano per vedere il rarissimo rapace. Arrivato in loco intorno alle 8.30 c’erano già molte persone in attesa del nibbio bianco, tutte mediamente meglio equipaggiate del sottoscritto. Si noti infatti, seppur molto rimpicciolito nella prima foto qui sotto, la presenza di un Canon 500mm f/4.

La zona è senza dubbio molto interessante, ornitologicamente parlando. Nonostante il continuo disturbo da parte di aerei ed elicotteri, moltissimi passeriformi fanno sosta nell’incolto comunale. E data la presenza di molte arvicole, anche i rapaci trovano questa zona interessante. Purtroppo non son riuscito a fare scatti decenti, anche perché l’unico storno che si è posato vicino aveva la testa proprio dietro un rametto e non mi ha dato il tempo di spostarmi, ma penso che ci tornerò in futuro.

Ok, ma alla fine il nibbio bianco? Come si può ben immaginare dal titolo, visto l’ho visto… dopo circa mezz’ora che mi trovavo sul posto ha fatto un breve volo di predazione venendo subito mobbato da parte di un gheppio. E’ incredibile l’efficienza predatoria di questo esemplare: non sbaglia un colpo! Ma anche per questo, ahimé, si è fatto vedere assai poco e, secondo i report di EBN Italia, alle 10.30 ha abbandonato il posatoio ed è sparito alla vista dei presenti. I pochi scatti che ho realizzato sono molto lontani… ma ne posto uno giusto per documentazione.

Nella foto si vede il nibbio (in basso a destra) che aveva appena predato un roditore ed il gheppio (in alto a sinistra) mentre esercita un’azione di mobbing nei suoi confronti.
Tutto sommato una mattinata piacevole, in compagnia di altri appassionati, che peraltro mi han fatto rendere conto di quanto interesse ci sia verso questo hobby che nella giornata di sabato ha portato a Bolzano più di 50 appassionati!

Un saluto ai birdwatchers conosciuti in questi due giorni e… alla prossima occasione!
(se il nibbio si rifà vivo, forse ci torno mercoledì)

Torna il nibbio bianco…

…e io sono a letto con una forte lombosciatalgia. Ma si può!?

La notizia è di ieri, al punto che vista la data pensavo ad un pesce d’aprile. Invece oggi Maurizio Azzolini conferma che l’animale è nuovamente all’aeroporto di Bolzano. Dove sia stato per 27 ore nessuno lo sa! Quello che invece so è che a occhio prima di sabato non riuscirò a recarmi in loco. Sigh… :nono:

Mi son perso una rarità

Oggi mi son perso per un pelo una vera e propria rarità! :beatin:
Da qualche giorno sostava nei pressi dell’aeroporto di Bolzano un esemplare di nibbio bianco (Elanus caeruleus), un magnifico rapace che vive per lo più in zone semi-desertiche subsahariane e che per ignoti motivi si è fermato in Alto Adige per la gioia dei birdwatcher locali e non solo. Si era fermato sì… fino alle 11.00 di questa mattina, quando secondo il racconto dell’unico presente nel sito (l’immancabile Maurizio Azzolini) ha preso una termica ed è sparito alla vista.
Grande sfortuna questa volta, perché avevo deciso che oggi durante la pausa pranzo sarei andato a vederlo. E così ho fatto, ma ahimé arrivato in loco ho avuto una certa delusione così come Luigi Sebastiani (e compare, di cui però non ricordo il nome), venuto appositamente da Vicenza, ed altri birdwatcher locali armati di binocolo e fotocamera.
In compenso ho scoperto un’area molto interessante, nella quale mi piacerebbe piazzarmi col capanno viste le numerose specie presenti. Nel poco tempo che son stato lì ho infatti osservato un paio di aironi, un gruppetto di storni, 4 gheppi, diversi saltimpalo ed altri passeriformi di cui così su due piedi non conosco l’esatta identificazione.

Il mio primo Martino!

Per un fotonaturalista c’è uno scatto molto ambito, non semplice ma tutto sommato comune proprio perché è il traguardo di moltissimi appassionati di questo genere di fotografia. Il soggetto in questione è il famigerato martin pescatore (Alcedo atthis), noto sui forum anche con il soprannome di “Martino“. Si tratta senza dubbio di uno degli uccelli italiani più belli, grazie alle numerose caratteristiche che lo contraddistinguono ed in particolare il colore blu elettrico contrapposto all’arancione del ventre, del becco e soprattutto delle zampe.
Ebbene domenica mattina, in compagnia di Max, è finalmente venuto il mio turno, anche se il risultato è ben lontano dall’essere soddisfacente. Per avere uno scatto fullframe del simpatico animale ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma quantomeno per la prima volta il soggetto è ben visibile, soprattutto se si ingrandisce l’immagine a pieno formato. Un piccolo traguardo, affiancato peraltro dai primi scatti decenti di un tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e dal quasi riuscito scatto ad un codibugnolo (Aegithalos caudatus).


La mattina nel complesso è stata positiva, anche se ovviamente non sono ancora contento: quasi tutte le immagini qui sopra sono dei ritagli e dunque la strada da fare è ancora lunga… ma c’è tempo per migliorare! 🙄

Corso a Pesaro

Segnalo un’interessante iniziativa della LIPU di Pesaro per la cui locandina ho prestato alcune mie foto: un corso sul riconoscimento degli uccelli attraverso il canto.

Si riprende!

Negli ultimi mesi, tra una cosa e l’altra, le uscite fotografiche sono state ridotte all’osso e per lo più collegate a semplici passeggiate domenicali. La scorsa domenica sarei dovuto andare a Laion (all’inizio della Val Gardena) con mia moglie per fare alcune foto, ma alla fine a causa del tempo incerto l’uscita è saltata.
Oggi però non volevo perdermi l’occasione e così oggi pomeriggio siamo andati a Cornaiano per fotografare i “folletti della taiga” ovvero i beccofrusoni (Bombycilla garrulus) che in questo periodo sono in migrazione da queste parti.

Trovarli non è stato difficile… dopo aver avuto notizia che nel piccolo paese vicino a Bolzano ce n’erano una cinquantina, molti birdwatcher oggi si sono recati lì con i loro “cannoni” (quello meno equipaggiato aveva un 300 f/2.8 moltiplicato 2x) per fotografarli. Di conseguenza: movimento di volatili + nutrito gruppo di persone con macchina fotografica = presenza di beccofrusoni! :asd:

Il pomeriggio è iniziato con un po’ di amarezza, dato che proprio quando noi siamo arrivati i Bombycilla se n’erano appena andati dalle viti dove poco prima si son facilmente lasciati immortalare. Nel frattempo ne ho approfittato per ritrarre qualche altro uccelletto sulla neve.
Poi, finalmente, un “ciuffetto” su di un nespolo, poi due… poi una decina… ma un po’ lontani dalla mia postazione.


Qualche soddisfazione c’è stata già prima, ma il vero colpo di fortuna è arrivato poco prima del tramonto, con una luce splendida e alcuni esemplari di beccofrusone che si sono avvicinati moltissimo alla schiera di fotografi.
Stavamo per andare via, quando ho visto che almeno 6-7 persone vicine al vigneto con l’obiettivo puntato verso terra. Mi sono avvicinato anch’io e… meraviglia!!! :wow:

Beccofrusone

Penso che presto questa foto la vedrete ben presto come foto del mese di gennaio! 🙂

Una tre giorni da dimenticare

Era da un anno aspettavo la “tre giorni del tortolino“… un monitoraggio a livello nazionale, organizzato da EBN Italia, sulla presenza nelle nostre montagne del mitico Charadrius morinellus, meglio conosciuto come piviere tortolino.
Tra le molte specie di uccelli migratori che si fermano nel nostro Paese in questo periodo dell’anno, il tortolino è forse una delle più affascinanti; un po’ per l’eleganza di questo piccolo limicolo, un po’ per l’habitat in cui lo si può osservare che richiama i freddi paesaggi nordici dove trascorre l’estate. Rispetto alla maggior parte dei limicoli, infatti, il tortolino in Italia può essere osservato solo ad alte quote, tra i 2000 e i 2400 metri di altitudine dove i pascoli lasciano lo spazio all’ambiente della tundra.

Insieme all’amico Stefano Andretta, sabato mattina (giorno in cui ho dato la mia disponibilità per il monitoraggio) ci siamo diretti alla volta di Merano 2000, uno dei siti scelti per il monitoraggio dove 7 giorni prima proprio Stefano ha potuto osservare e fotografare 2 esemplari (N.B.: per ovvi motivi l’ubicazione precisa non può essere divulgata).
La giornata però non si è rivelata per positiva… anzi, per molti versi è stata proprio da dimenticare! Da subito le condizioni meteo non sono parse essere buone e, vista dal basso, la zona del monitoraggio era letteralmente immersa nella nebbia. Ma le cose strada facendo sono peggiorate… ben presto siamo stati assaliti da un vento gelido che, unito alla nebbia, ci ha fatto vivere un’atmosfera surreale.

Ma le sorprese, purtroppo, non erano ancora finite. A poco più di 10 minuti dalla nostra meta, forse per la stanchezza della settimana appena trascorsa, forse per l’altitudine, forse per le condizioni meteo particolarmente avverse sono stato colto da un attacco di tachicardia (da almeno 250-300 bpm) durato una decina di minuti. Fortunatamente oramai so di avere questo problema e quindi non mi agito più di tanto quando succede…
Inutile dire che i tortolini sono passati in secondo piano, mentre una volta passato il peggio ci siamo diretti al rifugio più vicino dove io sono rimasto a riposare mentre Stefano raggiungeva il luogo del rilevamento, senza peraltro osservare alcun esemplare di tortolino.
Nel corso della giornata ho scattato qualche foto, ma prevalentemente per documentare il maltempo che ci ha accolti…


A risollevarci il morale, ormai sulla strada del ritorno, il ritrovamento quasi casuale di una buona quantità di finferli (o gallinacci) che sono senza dubbio il fungo che preferisco. Ma la giornata si può dire essere stata tuttaltro che positiva…
Attraversando il bosco, un piccolo contentino fotografico è arrivato da questi bei fiori di cardo illuminati da un sole tenue che nel frattempo si è aperto un varco tra le fitte nubi.

Cardo (Cirsium sp.)

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